Doriana Tozzi – B-SIDE/L’altro lato delle canzoni/Autunno (Arcana)

Titolo: B-Side/L’altro delle canzoni/Autunno

Autori: Doriana Tozzi

Casa Editrice: Arcana

Caratteristiche: brossura, 170 p.

Prezzo: 16 €

ISBN: 9788862316910

Storie dentro altre storie, più grandi e più piccole di noi. Racconti che divagano all’interno di canzoni, racconti che celano interpretazioni personali, ma piene di similitudini con quello che ci portiamo dentro, dove possiamo riconoscerci, dove possiamo stare bene, dove possiamo in qualche modo riscoprirci esseri in grado di scandagliare emozioni e di viverle come non ci fosse un domani. Partire da qui, partire oltre l’orizzonte di un brano significativo per espandere momenti, espandere importanza e aprire alla narrazione che nell’incedere si riscopre e ci fa assaporare lati nascosti e immaginifici del nostro io.

Doriana Tozzi, giornalista, critico musicale e scrittrice, apre la propria mente ai vissuti, alle infinite sensazioni che la musica, nel tempo le ha saputo dare. Lo fa con occhi nuovi. Non spiega, non analizza, non confronta. Prende canzoni importanti della musica indipendente italiana e da lì parte per creare storie in cui perdersi. L’idea di fondo: scrivere un libro per ogni stagione. Quello uscito in questo periodo riguarda l’Autunno. Il testo in questione si dipana tra malinconie introspettive e bellissime rappresentazioni traslate raccogliendone al proprio interno elaborazioni concettuali di canzoni di gruppi come Afterhours, Perturbazione, Verdena, Marlene Kuntz, Zen Circus, Baustelle, Diaframma.

L’interessante sviluppo di Doriana diventa idea alquanto originale. Un muoversi nell’underground, nel sottosuolo delle ultime decadi musicali italiane partendo dall’anima e da quei personaggi che popolano testi e note sempre udite, ma mai vissute appieno. Un’idea che nella soggettività del caso, diventa condivisibile astrazione e ripone speranze e necessità esplose grazie ad una scrittura personale, ma nel contempo coinvolgente e altamente eterogenea. La frammentazione delle parole ingloba vari piani narrativi, si cambia registro con facilità, si parla con voce leggera, altre volte con voce sospirata, altre ancora le situazioni create si mescolano ai ricordi e ai quei vissuti che non torneranno mai più.

Il libro edito da Arcana, con un’importante prefazione di Rossano Lo Mele, racchiude al proprio interno segreti ed aperture che in contemporanea riescono a dare profondità di campo mai sopita. Un ottimo gusto musicale poi rende maggiormente fruibile il lavoro. B-Side. L’altro lato delle canzoni è un riscoprirsi partecipi di un mondo che si apre pian piano trasformando, la melodia sedimentata, in qualcosa di vivo, in qualcosa che si può toccare, in un qualcosa che diventa trasposizione reale di pensieri in libertà.


Per info e per acquistare il libro:

arcanaedizioni.com/prodotto/doriana-tozzi-b-side-laltro-lato-delle-canzoni-autunno/

Satoshy & La Banda Balloon – L’ignoto (Autoproduzione)

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Suoni e colori di strada capaci di penetrare la carne attraverso una musica d’insieme capace di scardinare i dettagli precostituiti attraverso canzoni che sono parole in libertà che parlano da vicino di noi, di questa società, di questo e altri modi di vedere il giorno che nasce e che muore, di vedere nel complesso stabile della nostra introspezione un insieme gridato di mobilità costante. E’ un suono metropolitano quello dei Satoshy & La Banda Balloon, un suono cupo e oscuro capace di condensare energia e vissuti in un solo album che attraversa decadi di hip hop per lasciarci misurare con egual compiutezza i colori grigi di questo nostro vivere. L’ignoto è un insieme di tracce omogeneo che scruta i colori della nostra anima, scruta pensieri, parti che parlano di disillusione e abbandono, momenti che forse non torneranno più, ma da cui ripartire per vedere la luce di un nuovo giorno che nasce.


Silek – Undici (Autoproduzione)

Silek, “Undici”: la recensione

Nessuna parola è lasciata al caso nel disco di Silek, un progetto musicale stratificato e urbano quanto basta per parlare ad alta voce di amore, spazialità, vita vissuta alla ricerca continua di un posto nel mondo da occupare. Un assetto quindi principalmente rap contaminato dall’elettronica, dal rock, dal jazz un progetto impattante che dona senso preponderante alle cose che ci circondano. Undici è la ricerca della rima che diventa impronta sociale e diventa cultura da espatriare raccontando di una società malata e distanziandosi dal mondo intorno attraverso pezzi che affondano direttamente nella nostra realtà. Index, Pugni chiusi, Sottosopra, la stessa title track, Underdog sono solo alcuni momenti davvero incisivi dell’intera produzione. Undici è un disco di rilievo e di collaborazioni, un insieme di tracce che raccolgono la polvere del tempo per sedimentarla all’interno della nostra vita per poi riconsegnarla con tecnica evidente all’interno del nostro io. Undici è un racconto di vita che va giustamente sottolineato in una quotidianità tante volta asettica e priva di sentimenti.


Maic Check – Sole nero (Autoproduzione)

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Dub di spessore incluso nella metropolitana visione di ascese velocissime e contemporanee in ripresa e sempre con occhio vivo a scrutare aldilà dell’orizzonte conoscibile. Il disco del giovane Maic Check è un album che osserva da vicino pianeti lontani e galassie inarrivabili. Un album che prende dalla modernità uno stile e lo rigetta al suolo mescolando in miscellanea continua l’odore della trap con qualcosa di indie sedimentato. Una sorta di evoluzione reale che si concentra sui testi e passa oltre l’inutilità di questo nostro tempo cercando di comunicare, veicolare, imbrigliare strade e percorsi per poi espellerli per comprenderli. Una moda forse, ma con un sound ben bilanciato e ricercato ad implementare visioni e strutture di un’architettura chiamata vita che stupisce giorno dopo giorno, oltre ogni paura, oltre ogni pensiero precostituito.


Picciotto – teRAPia (Mandibola Records)

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Suoni di strada, suoni concentrici che parlano di noi, di questa quotidianità sospesa. Suoni appesi al filo della realtà ad investire di poesia metropolitana un disco che si pone come terapia per il grigiore di questi nostri giorni. Il nuovo di Picciotto è un pugno al perbenismo da bandiera tricolore. Analizza con una certa lucidità rapporti e costanti che si dipanano nel buio di questo nostro vivere, tra immigrazione, politica, cultura assente e una sana vena ironica che diventa denuncia e non materia sterile fine a se stessa. In teRAPia ci sono elementi di grande coraggio. L’amore, la violenza, la lotta per un posto migliore, i sogni, il riscatto, il tutto accompagnato da una notevole visione rap contaminata, il tutto in un concentrato di sapori e umori incalcolabili e frequenti. Picciotto, con disinvoltura e padronanza di stile dà vita ad un album che da Illusione fino a Terapia popolare analizza con una certa lucidità di fondo la nostra situazione. Picciotto non trova soluzioni in tutto questo cammino, ma sa denunciare un mondo che ha fatto dell’autolesionismo il proprio cavallo di battaglia. 


Mambo melon – Il bestiario (EdisonBox/Jestrai)

album Il Bestiario - Mambo Melon

Terzo album psichedelico immaginario per il trio che ha fatto dell’improvvisazione un’arma vincente per sdoganare un genere e porlo con cura all’interno di architetture in cambiamento e cariche di energia da proporre in strutture scaraventate al suolo che trovano nel suono metropolitano un punto di sfogo a contatto con qualcosa di assurdamente strano, ma nel contempo meravigliosamente impressionante. Il bestiario è un disco cangiante di difficile interpretazione. Nello strumentale proposto generi come il funk, l’elettronica, il prog, il jazz si fondono insieme per dare vita a qualcosa che di certo non risulta etichettabile, ma che piuttosto  trova nell’armonia eterogenea di questo progetto un punto di contatto con quel qualcosa che si fa scoperta e diventa necessario per comprendere appieno le ispirazioni di questi tre geni della musica. Da Cefalosynth a Istmo i nostri danno vita ad una prova imprevedibile e ambiziosa frutto di tanto lavoro in studio e finalmente da poter assaporare su qualche palco della nostra penisola. Disco pazzesco per intenditori. 


Incomodo – Smalto (VREC)

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Rock ammiccante ad una modernità che non si lascia imporre, ma piuttosto è ambiziosa di attingere novità attraverso suoni che percorrono veloci punti di vista e nuove angolazioni. Gli Incomodo ci regalano Smalto, il loro secondo disco, prodotto per l’occasione da Pietro Foresti e ricco di rimandi ad una scena che ingloba Le Vibrazioni, Il Nucleo, i Negramaro, concedendo ampi margini di capacità intrinseca anche se, in minima parte, peccando di originalità. Smalto è un prodotto che suona omogeneo, disteso e pop, un disco ben arrangiato nella sua complessità che trova già nella title track un punto di partenza davvero interessante per diramare visioni di un mondo creato per l’occasione e ampliato poi in canzoni come Il peso della testa, Isola a vela, Non essere cattivo. Smalto è un lavoro diretto, poetico e romantico, un album dove le parole prendono forma e hanno il giusto peso in un insieme di canzoni che ricoprono con uno stile definito un progetto che può davvero dare ancora tanto. 


Caravita – Come sempre (Autoproduzione)

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Sostanza leggera, vivida e reale per un cantautorato capace di ricreare sovrapposizioni e arpeggi di chitarra con voce in primo piano ad attenuare i dolori della vita raccontando, con intensità variabile, un senso costante di distacco e partecipazione, un destrutturazione della realtà che trova nei chiaro scuri quotidiani la formula per raccontare di un mondo in dissoluzione. Come sempre è un disco che affonda radici nel cantautorato più classico, sembra quasi di sentire una rincorsa continua alla sostanza di Bennato che trova De Gregori senza disdegnare le incursioni nei confronti di una musica più sofistica che ricerca nelle atmosfere elettroniche divincolate degli anni ’80 il proprio cancello d’entrata, il proprio punto di partenza. Da Colori a Fino in fondo il nostro riesce a dipingere, con intensità crescente, un affresco di vissuti che parlano indissolubilmente di una vita intera, travalicando quel confine sfumato tra sogno e realtà. 


Bonifacio Madeyes – Zero Over zero (USR)

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Psichedeliche visioni si stagliano all’orizzonte ricoprendo di polvere desertica incontri ravvicinati del quarto tipo ad intessere trame e costrutti essenziali quanto immaginifici. Il disco composito di Bonifacio Madeyes raccogli elementi che si stagliano all’interno di un’oscurità da scoprire intersecando momenti di dilatazione necessaria per sedimentare ancora più a fondo significati e contenuti. Zero over zero raccoglie al proprio interno il singolo di presentazione Very Natural, una danzante interpretazione che diventa caleidoscopio per mondi intelligibili e impattanti, una foresta non delineata che diventa immagine quadridimensionale per nuovi mondi da scoprire. Zero over zero è un insieme di generi che spaziano dal blues alla psichedelia passando per un desert americano di grande apertura europea ad inquadrare un album intagliato nelle profondità più nascoste dell’animo umano. 


Roberto Angelino – Cover Story (Vololibero Edizioni)

Titolo: Cover Story

Autori: Roberto Angelino

Casa Editrice: Vololibero Edizioni

Caratteristiche: brossura, 17 x 24, pag. 192, colori

Prezzo: 25 €

ISBN: 9788832085013

 

Non è sempre facile parlare di musica partendo dalle copertine dei dischi. O meglio se ne è parlato così tanto degli album internazionali che forse in Italia, da questo punto di vista mancava qualcosa che ci portasse a carpire segreti, misteri, aneddoti di ciò che ci colpisce visivamente quando acquistiamo un disco italiano, quando non ci accontentiamo del solo contenuto, ma vogliamo approfondire anche l’aspetto grafico che ha portato ai nostri occhi quella determinata copertina, quella determinata illustrazione.

Cover Story quindi parte già in quarta senza troppi preamboli, ma affidandosi direttamente ad un istinto, ad un fiuto che trasporta nell’immediato noi lettori all’interno di settantasei capitoli che rimandano a centocinquanta cover di dischi sviluppate nel corso del tempo e rigorosamente in ordine alfabetico. Un lavoro davvero prezioso e oserei direi certosino da parte di Roberto Angelino, giornalista per Oggi e Gente che nel corso del tempo ha dimostrato una curiosità particolare per tutto ciò che è segreto e nascosto come in Milano mettiamoci una pietra sopra con aneddoti della città incisi sul marmo di cinquanta targhe storiche dei palazzi o in Milano al verde con un elenco dettagliato dei cinquanta migliori agriturismi della città e della provincia.

La scrittura è interessante, ricorda per certi versi la passione e le conoscenze di Massimo Cotto e la scorrevolezza della lettura ci porta, in un solo libro, a comprendere la storia di alcune delle copertine più interessanti della storia musicale italiana. Da Mina a Battisti, passando per De André, gli Afterhours, i The Zen Circus solo per citarne alcuni, il giornalista milanese approfondisce, mette a confronto e stimola dimostrando una più che buona conoscenza dell’ambito musicale italiota.

Ovviamente è impossibile accontentare tutti e qualche nome, sopratutto della scena indipendente, rimane inevitabilmente fuori. Quel che resta invece è un libro davvero ricco di informazioni capace di dare un’infarinatura esaustiva e abbastanza completa di un mondo in continua espansione. Un lavoro coinvolgente e stratificato che non si accontenta di apparire, ma che piuttosto scava in profondità ridando un senso necessario alla fisicità del supporto e alla sua bellezza nascosta, ma percepibile. 


Per info e per acquistare il libro:

https://www.vololiberoedizioni.it/cover-story/