Alex Ricci – Mete (Freecom/Cosmica)

ALEX RICCI - Mete - Radiocoop

Caleidoscopio di suoni e colori ad intrecciare una sorta di cantautorato non troppo meditativo, ma ricco di rimandi sostenibili ad una scena fatta per creare emozioni e comunicare grazie ad un sodalizio unico che affronta una commistione di generi in grado di diventare materia preponderante per la creazione di questo disco. Mete segna una partenza, ma mai un arrivo. Sono buoni propositi, intenzioni, desideri che si fanno punto esistenziale per dare vita a canzoni che non si prendono troppo sul serio, ma cercano un ammiccare pop nel panorama saturo della canzone italiana. Tre singoli, Dimmi, Sempre ti porterò, Difendi con i denti che trasportano l’ascoltatore in territori diversificati a rimarcare, ancora una volta, una sorta di appartenenza con l’universo circostante. Alex Ricci ci regala un album che cerca nella complessità la semplicità vissuta di una vita intera. Un insieme di pezzi, tra cantato e strumentale, diretti in modo impeccabile e suonati con l’anima.


Verrone – Legna per l’inverno (Disordine Dischi)

VERRONE - LEGNA PER L'INVERNO - TuttoRock Magazine

Incrociatori sonori che si aprono sulla nebbia autunnale riuscendo ad incastrare poesie da diario di vita esistenziale capaci di sovrastare emozioni su emozioni per dare un senso nuovo ai sentimenti e all’amore come punto di partenza per i sogni e le ambizioni future. Il disco di Verrone, un piccolo Ep di pregevole fattura, riesce ad affrescare acquerelli mescolati al pop e alla musica d’autore. Dipinti di suoni che ammiccano alle melodie nordiche e alla musica underground italiana più sopraffina. Un continuare a chiedersi, ricordi che non svaniscono, fotografie di un tempo che non c’è più o che deve essere ancora creato. In legna per l’inverno c’è Colapesce, Nicolò Carnesi, i Perturbazione, Niccolò Fabi, una messa in scena dove tutti gli elementi utili alla narrazione sono parti essenziali di un tutto che via via si apre lontano. Ecco allora che i pezzi scivolano omogenei tessendo trame di silenzi e di cantati che abbracciano e confortano. Una buona prova d’insieme strutturata a dovere dove il dolce amaro narrato ha il profumo di un elegante mondo composito e stratificato.


Pino Nuvola – A fronte praecipitium, a tergo lupi (Pipapop Records)

Sopraffini momenti acustici che intensificano le metafore di una vita intera incapsulate all’interno di un volere/potere che gioca con il fattore dell’autonomia all’interno di scatole ermetiche quotidiane intrise di bellezza e meraviglia da scoprire. Una sorta di disco concetto costruito attorno a sonorità e architetture che sanno ricreare un senso di costrizione e di libertà, un ossimoro decentrato fatto di sogni e speranza da raggiungere. Il camoscio e il salto per fuggire dai lupi, la scelta, il pensiero astratto oltre la ragione, la chiave di volta per tutte le ambizioni necessarie. Pino Nuvola suona fingerpicking, ma utilizza anche accordature aperte. Una ricerca costante, in equilibrio, un modo diverso di essere attuali nel presente senza dimenticare il passato. Creato da Pino Nuvola, all’anagrafe Stefano Durighel e registrato, mixato e masterizzato da Tommaso Mantelli, uscito per Pipapop Records, A fronte praecipitium, a tergo lupi è un album fatto di costrutti e sensazioni, un cerchio concentrico da cui partire per dare un senso diverso alla parola libertà.


Marco Lippini – Simple stories (Entusiasta dischi)

Simple Stories

Partire dalle storie semplici per creare qualcosa di unico ed eccezionale. Amplificare le vedute per uscire dalle stanze comodamente adagiate dipingendo quadri di vita domestica inglobate nella quotidianità e pronte a risplendere grazie ad un cantautorato che sa osare che oltrepassa i cliché e che cerca di trovare una propria via di conforto nel marasma della musica attuale. Il cantautore toscano Marco Lippini riconosce la grandezza immaginifica della musica del passato e il suo è una sorta di excursus ricco di rimandi ad uno stile che con delicatezza apre le porte del nostro costruire mondi, parallelismi, architetture indipendenti e coinvolgenti nel tentativo di identificare i passaggi necessari, le coordinate geografiche di questa realtà. Un po’ in inglese, un po’ in italiano, da Tom Mcrae fino a Elliot Smith, il nostro ci accompagna in un percorso personalissimo e sincero. Un cammino dove ogni cosa illuminata sembra vivere di vita propria e dove ogni passo acceso segna un passaggio necessario tra poesia e musica.


Luca Borgia – The flight of a Barfly (Blue Mama Records)

Luca Borgia

Concept album radicale fatto di sostanza e necessità di ricoprire nuovi spazi e accadimenti con una musica che oltrepassa i confini della nostra esistenza per concedersi elementi di oltre mondo da dipingere con i colori del futuro. Si vola di notte, si cerca la luce, ci si affaccia nelle note di una relazione continua tra musicista e ascoltatore, un insieme sostenuto di accenni, bozze, piccoli disegni che sono frammenti necessari per costruire anima e corpo, costruzioni strumentali degne di essere raccolte e interiorizzate per dare nuovo significato all’ambiente circostante. Una prova registrata in acustico, quasi tutta in presa diretta, dove il fulcro stesso della creazione è ricerca sostanziale di un territorio nuovo da scoprire che trova nell’essenzialità la chiave per capire la misura del tutto. Luca Borgia ci regala una prova che ha il sapore d’altri tempi. Un disco che non ha velleità di conquistare consensi a fini commerciali, ma è piuttosto uno sfogo personale nel cammino dell’esistenza dello stesso autore.


Stefano Dentone & The sundance family band – Growin’up blues(Go Country Records)

Growin' Up Blues

Crescita sulle strade della vita intessuta di orpelli elettrizzanti che segnano un passaggio necessario con il nostro stare imbrigliando la luce dei momenti passati e circondando le situazioni attuali di capacità emotiva nel conquistare nuovi spazi di realtà. Il nuovo di Stefano Dentone, con la sua famiglia allargata la The sundance family band, è una prova fatta di sudore e risate, di voglia di cambiamento e pensieri positivi, di energia viscerale e leggera che racchiude un insieme di tracce che si fanno ascoltare e ci trasportano all’interno di territori blues concentrici e chiaramente inclini ai rapporti umani, al contatto, a quell’alchimia tra ascoltatore e band. Sono dodici brani per un album che si apre con la title track e prosegue con le riuscite The love I need, Blue sky, Blind to see, Old words finendo poi con Betrayed. Growin’up blues racchiude le sensazioni di un’America lontana. Un disco che profuma di strada da percorrere e di leggeri legami capaci di segnare il nostro diventare adulti.


Martha J. & Chebat Quartet – Amelia (Clessidra Records)

Martha J. & Chebat Quartet Featuring Giulio Corini and Maxx Furian: disponibile il nuovo album "Amelia" - Switch On

Disco concentrico e basilare, più di un tributo che destina l’ascoltatore all’interno di un universo dove Joni Mitchell rivive grazie ad un’interpretazione simultanea e densa, manipolata attorno a undici brani che hanno fatto la storia della musica per come la conosciamo. Il jazz incontra il cantautorato e il risultato d’insieme è un abbraccio suadente ricco di contrappunti eleganti dove il mescolare elementi in evoluzione ci porta a scoprire parti mancanti a ricostruire un puzzle emotivo colmo di sfumature e tanta sostanza da elaborare. Amelia è una costruzione di intenti che si fa ascoltare e apprezzare per l’elaborata visione messa in scena da Martha J., Francesco Chebat, Maxx Furian e Giulio Corini, una conturbante opera dove il groove ricreato è atmosferico quanto basta per rendere appieno un’idea di evoluzione mai banale. Amelia è un album per palati raffinati. Un segno indelebile per un approfondito studio di fondo fatto di tanta passione e potenzialità espressa.


 

Bruna – Ibrido (Lo stato dell’arte)

Bruna – Ibrido

Profondità sospese all’interno di un disco omogeneo dove tutto ha il profumo della terra e il respiro concentrico dei giorni a venire. L’album composito e complesso di Bruna, cantautrice siciliana, raccoglie l’eredità di questo tempo dentro ad un puzzle composito ricco di rimandi e momenti simultanei che si sposano con le sensazioni cosmiche di un passato mai scordato, di un’intrigante visione d’insieme che colpisce per sentimenti espressi e desiderio di costruire nuove ed efficaci forme di comunicazione. Due featuring, quella di Picciotto e quella del polistrumentista Peter Bass a dare sostanza ad una prova in bilico tra post adolescenza ed età adulta alla ricerca continua di un posto di mondo da occupare nelle avversità di ogni giorno. Sono dodici pezzi che come diario di vita completano un percorso. Una materiale costruzione di personalità che parte da lontano e come ancora di salvezza accoglie il porto più vicino.


 

Gianmaria Simon – Bagatelle (Autoproduzione)

Canzoni d’amore soppesate sul filo dell’anarchia ad intrecciare vissuti, attimi, momenti memorabili che trasportano l’ascoltatore verso mondi nascosti, verso lidi che si fanno aspettare e che rendono l’idea di bellezza una preziosa ancora di salvezza per i giorni a venire. Il nuovo di Gianmaria Simon è un raffinato tentativo riuscito di unire la poesia dei grandi del passato con la musica dei più importanti canzonieri. Ciò che ne esce è un risultato raffinato e sincero dove tutto sembra essere, nel contempo, fuori e al posto giusto. Bagatelle è un ritrovare l’abbandonato. Una fotografia mai sbiadita di un tempo che non c’è più. Un grammofono che suona la musica migliore incontrando culture e nuovi spazi da visitare. Una musica nomade e interiore che diventa commistione e si svela pian piano. Da Marie (T’es belle comme l’anarchie) fino a Chanson d’automne il nostro riesce ad impreziosire un album splendido e vissuto. Una reale rappresentazione dove l’esistenza è movimento inscindibile con l’universo intorno.


Nino Scaffidi – A un pesce che esce (L’amor mio non muore Dischi)

Silenzi e sole da abbracciare, meraviglia sonora racchiusa all’interno di un cantautorato ispirato e ricco di rimandi ad una scena che non esiste più, ma che riesce a vivere grazie ad un poetica intrisa di storie, vite e nostalgia per quel qualcosa che non tornerà. Il disco di Nino Scaffidi è un concentrato autorale fatto di pezzi di mondo vissuto, di quotidianità modellata e di elementi compositi che si snocciolano come puzzle d’autore consegnandoci una profondità ammirevole e sapientemente diluita attraverso l’interpretazione musicale di una narrazione che conosce le coordinate del cuore e riesce ad osservare le particolarità dell’essere umano attraverso una geografia corporea fatta di sudore, sacrifici, giorni andati a male e speranza ad illuminare il senso tutto delle cose migliori. Il nostro ci regala un disco che alla fin fine è un laboratorio di suoni ed esperienze. Un affascinante viaggio di conforto immaginato con gli occhi di un bambino chiamato ad essere adulto troppo presto. Nove pezzi, cinque momenti, due età, un tempo, ad intrecciare un agglomerato di sogni dentro alla nostra realtà.