Stefano Dentone & The sundance family band – Growin’up blues(Go Country Records)

Growin' Up Blues

Crescita sulle strade della vita intessuta di orpelli elettrizzanti che segnano un passaggio necessario con il nostro stare imbrigliando la luce dei momenti passati e circondando le situazioni attuali di capacità emotiva nel conquistare nuovi spazi di realtà. Il nuovo di Stefano Dentone, con la sua famiglia allargata la The sundance family band, è una prova fatta di sudore e risate, di voglia di cambiamento e pensieri positivi, di energia viscerale e leggera che racchiude un insieme di tracce che si fanno ascoltare e ci trasportano all’interno di territori blues concentrici e chiaramente inclini ai rapporti umani, al contatto, a quell’alchimia tra ascoltatore e band. Sono dodici brani per un album che si apre con la title track e prosegue con le riuscite The love I need, Blue sky, Blind to see, Old words finendo poi con Betrayed. Growin’up blues racchiude le sensazioni di un’America lontana. Un disco che profuma di strada da percorrere e di leggeri legami capaci di segnare il nostro diventare adulti.


La terza classe – Us (Soundinside Records)

Tema del viaggio approfondito e vissuto all’interno di meccanismi subalterni che riescono ad intrappolare sensazioni in misura proporzionale alla capacità di creare possibilità sempre nuove, ricerca e melodia nelle architetture folk dove immergere anima e pensieri e lasciarsi trasportare nell’intricato labirinto delle emozioni umane. Us è un album che parla con la voce della band, ma anche e soprattutto un disco che approccia l’universo interno grazie alle delicate visioni elaborate per l’occasione. La terza classe ricrea un universo delicato fatto di immagini che si perpetuano e di idee meditative che rendono, in modo unico, una visione d’insieme, un tentativo, sempre reale di dare un senso alla parola cammino. Ci sono nove pezzi in questa creazione. Da Free Soul fino a The trick passando per canzoni come Dream for you, Broken flower, Pier song i nostri confezionano una prova matura ed elaborata. Un album che accarezza i cambiamenti delle stagioni e ci accompagna, con la mente, verso nuovi posti da vedere e da vivere.


Complesso Vince e i Ruvidi – Casadei secondo Vince (Casadei Sonora)

Rivisitazione in chiave blues zingaresca dei grandi successi del Re del folk romagnolo adornati per l’occasione con nuovi abiti e pronti per essere gustati sotto una  nuova luce. Il complesso Vince e i Ruvidi, capitanato dal grande Enzo Vince Vallicelli, batterista di indiscussa bravura, riesce ad attraversare gli anni, incapsulando, all’interno di magnetiche interpretazioni, decenni di musica passata, in un dischetto davvero sorprendente dove tradizione e contemporaneità si incrociano nel creare una sorta di magia. Ecco allora che le canzoni vengono snocciolate con grande maestria intersecando confini certi con sperimentazione spaziando e muovendosi all’interno di scatole mai ermetiche, ma cariche di significati. Nostalgia, malinconia, gioia, amore e dolore. Un omaggio sentito che non sente il peso del tempo, un album che vive di alchimia e passione, a rincorrere, in modo leggero, le trasformazioni di un universo che vive ancora.


Henry Beckett – Riding monsters (Artis Records)

Riding Monsters

Incedere sonoro ammaliante che intensifica racconti di vita destinati a riempire di inchiostro un diario esistenziale fatto di sostanza e bisogno di comunicare, fuori dalla cameretta, eteree e sognanti stratificazioni di bellezza. Henry Beckett ritorna con un full length pregiato che abbandona territori folk per dare alla luce una musica alternative di stampo americano che convince per maturità raggiunta. Le nove tracce proposte diradano la nebbia interiore attraversando cuori infranti e futuri sempre più incerti, ma che ritrovano, nella partenza, l’unico punto di appiglio destinato a cambiare i sentieri insiti in ognuno di noi. Riding monsters è una dichiarazione di appartenenza, ad alta voce, ad un qualcosa che è perennemente trasportato dal vento, in continuo mutamento. Si sente il profumo di mostri sacri come Bruce Springsteen, Bob Dylan, Tom Petty per un album dal sapore d’altri tempi. Un combattere i propri mostri interiori partendo da I’m calling you e arrivando fino a Butterfly ad incrociare un’esigenza che diventa volo necessario per i sogni futuri.


Capitano Merletti – Medusa (Pipapop Records/Beautiful Losers)

Medusa, Vol. 1 di Capitano Merletti su Amazon Music - Amazon.it

Un Samuel Ervin Beam nostrano in grado di utilizzare, con passione unica, uno stile folk impreziosito da una psichedelia ben suonata e pensata pronta a stupire e a condensare, in un unico, lungo disco, ponti che collegano il passato con il presente, gli anni sessanta e la scena americana dei primi duemila ad abbracciare l’introspezione nel costruire strutture intime di notevole pregio. Alessandro Antonel, in arte Capitano Merletti, è un autore che sa emozionare abbracciando stili in contemplazione e cercando, nella prosa, nella canzone, una visione d’insieme particolare, a tratti primordiale, ma ben condita da una solida base fatta di sperimentazione e stile classico, senza troppi orpelli, equilibrando le forze in gioco. Medusa è un album complesso, stratificato, verboso. Si apre con The summer is always new e termina con Sunday a stabilire un percorso, un diario di vita, un ciclo in perenne mutamento. Un insieme di pezzi in stato di grazia che legano la malinconia al filo del ricordo, trasformando, il futuro che avanza, in un qualcosa che odora di leggera purezza.


Carmine Tundo – La valle dell’Asso (Discographia Clandestina)

La valle dell'Asso

Pezzi di cuore scardinati al suolo e assiepati nel confrontare vissuti ed elementi cangianti che parlano di contemporaneità e di ciò che fu scavando come un fiume le pietre rotolanti del nostro cuore e ritornando, come macigni, ad intrappolare canzoni sopraffine e uniche. Il disco di Carmine Tundo, leader de La Municipàl, è un concentrato autorale di vapori che profumano di ricordi, di ritmo lento e cadenzato, di vino buono che matura dentro e fuori di noi. Uno spaccato di vissuti dove emblematiche sono le visioni di un cambiamento che non avviene, ma che vuole preservare la bellezza che profuma di stagioni intrappolate, di carezze prima di dormire; un suono di chitarre arpeggiate sul far della sera. La bellissima Il canale dell’Asso lascia posto alle riuscite La calma prima, Tempesta, La chiesa Madre di Galatina, Il primo raccolto a stabilire un equilibro tra modernità e tradizione per un album che odora di cose riuscite nel colorare di veridicità le semplici cose di ogni giorno.


Magasin du Café – Shardana (Mdc Productions)

Magasin du cafè - Shardana -

World music a profusione che ingloba nel proprio crescere leggende, misteri, Egitto e profezie, pensieri anacronistici che vanno oltre le ambizioni di questo tempo imprigionando meraviglia sonora e grande capacità evocativa. Il nuovo dei Magasin du café racchiude una bellezza ancestrale nel raccontare favole contemporanee fuori dalla quotidianità usando una sapiente ed elegante maestria nell’ottenere significati da veicolare e cercando di dare un senso reale e tangibile ad una produzione raffinata. Con questo Shardana i nostri hanno qualcosa da dire. Riescono a mescolare le carte in tavola narrando di una realtà che non c’è più e piegandola al proprio volere sanno sfruttare sapientemente testo e musica. The shaman and the mistral, la title track, Zimbabwe, Ashes of Benu, Eternal, un viaggio, una sorta di opera storica che abbraccia i suoni del mondo intero a sancire, ancora una volta, l’indubbia bravura di una band da percepire in ogni sfumatura.


Jimmy & Scots folk band – Seven irish nights (Maxy sound)

Jimmy & Scots Folk Band: è uscito “Seven Irish Nights”, secondo album della  band, per l'etichetta Maxy Sound. - LiquidArte.it

Visioni di un verde aperto ambiscono a centrare il colore dell’anima attraverso immagini sempre pure e in distensione di una musica che non conosce confini e procede, di pari passo, con il nostro eterno migrare. Il nuovo della Jimmy & Scots folk band è un disco che guarda al futuro incapsulando, all’interno della tradizione, un senso necessario per contemplare l’infinito aperto, dando al passato voce nuova per comprendere spazi in divenire. In questo Seven irish night, registrato per l’appunto in sette notti, le interpretazioni di ciò che è stato acquisiscono nuova forma valorizzando il calore del momento e ricreando, quella magica visione domestica che ingloba i sentimenti, la spensieratezza, il divertimento, la vita vissuta. Sono storie di tutti i giorni che si affacciano sul mare della quotidianità. Leggere ambizioni tramandate qui rivivono grazie ad una band che riesce a ricreare l’atmosfera giusta, in un racconto corale che ci rende partecipi di peripezie, avventure, viaggi che forse non potremo mai respirare. Un album, questo, capace di far volare l’immaginazione rimanendo comodamente seduti sul nostro divano a guardare, con gli occhi del cielo, la nostra parte migliore.


Fattore rurale – Raccolgo la notte (Bastione record/Pa74 Music)

Introspezioni da pianura a richiamare l’attenzione sull’intolleranza che dilaga ai nostri giorni in un perpetuo migrare di pensieri che toccano le corde più profonde del nostro venire al mondo. Il disco de il Fattore rurale avvicina il proprio stare agli ultimi di questa realtà in una sorta di sodalizio che si sposa con la canzone d’autore e il folk attraverso una capacità di parlare al cuore dell’ascoltatore con un linguaggio diretto e sincero. Dieci pezzi che si muovono tra la notte più nera incorniciando un cantato davvero riuscito e uno stile compositivo personale che non cerca le mezze misure, ma commuove per ispirazione e bisogno di gridare la propria appartenenza. Raccolgo la notte è un disco fatto di chiaro scuri umorali, un album di certo poco edulcorato, ma nel  contempo una raccolta di tracce in grado di lasciare il segno.


Damien McFly – Frames (Firstline/Gabesco)

Damien McFly cantautore. Storia e biografia su Blog della Musica

Incrociatori sonori incontrano le introspezioni magiche di Bon Iver e James Blake per condensare all’interno di un suono mai banale, ma piuttosto altamente ricercato, un punto di contatto con un senso quasi mistico di comporre stati d’animo ed emozioni che spingono la vista oltre il consuetudinario vivere di tutti i giorni. Il nuovo di Damien McFly è un album che suona internazionale riuscendo, grazie a sovrapposizioni sonore, a scovare punti di attracco, elementi di condivisione, nel mare infinito delle produzioni odierne. Il cantautore padovano riflette attimi di vita all’interno di scatole mai chiuse ermeticamente, ma capaci di regalare momenti di condivisione e speranza in un incedere che conquista ascolto su ascolto. Nove tracce più tre bonus track acustiche a sancire una qualità di fondo sempre più reale e tangibile per un album, a tratti, davvero incredibile.