The bankrobber – Lighters and lovers (VREC Music Label)

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Catapultati negli anni ’80, pur respirando aria di presente, il nuovo disco dei The bankrobber suona sintetizzato quanto basta per far viaggiare la mente inevitabilmente agli anni dei capelli cotonati e dei rullanti con riverberone incorporato. Lighters and lovers è un disco aperto che suona internazionale, di ampio respiro. Un album che trova nel controllo dell’elettronica un modo per veicolare e comunicare messaggi senza chiedersi troppo, con una leggerezza e una facilità innata. Diciamocelo chiaramente, quello che possiamo ascoltare in questo disco non è soltanto nostalgia per un passato che non c’è più, ma anche bisogno di attualità in pezzi spiccatamente indie rock come nel singolo Kill my name a creare atmosfere volutamente elettriche e mai circoscritte. Lighters and lover è un album per tutti gli amanti di band come I Chromatics. Un’esplosione di musica contaminata che crea un ponte necessario dalla wave degli anni ’80 fino al dream pop attuale e di tendenza.


Matteo Marchese – DOT (The Prisoner Records)

 

DOT - Matteo Marchese

Monumentale disegno di insieme che percepisce le sfumature del tempo e riesce a ricreare sulla tavolozza della vita punti di contatto e similitudini con mondi apparentemente lontanissimi. Il primo album solista del batterista Matteo Marchese è un concentrato autorale che incontra l’elettronica e i beat in una sovraincisione profonda che parla al nostro interno, parla alla sostanza che diventa peso e misura per questi giorni inquieti. Numerose le collaborazioni. Numerosi gli artisti presenti in un disco dove sintetizzatori e programmazione vanno a braccetto. Meravigliosa Soul please, come del resto l’altro singolo Mai stato, passando per le visioni sonore di Africa tornerò, Daily, Joe e Agnese per un risultato d’insieme che brilla di luce propria e che riesce a colpire nel profondo già dopo il primo ascolto.


Notaqnìa – Death of Actaeon (Resisto)

Death of Actaeon

Viaggi cosmici siderali all’interno di anfratti celati che colpiscono per coerenza e unità della proposta attraverso una musica impreziosita da innumerevoli sfumature rendendoci partecipi di un qualcosa di più grande in continua evoluzione. Il disco dei Notaqnìa, duo elettronico che si muove tra Roma e Torino, si basa sul mito di Atteone presente ne Le Metamorfosi di Ovidio e parla principalmente di questa trasformazione, metafora del cambiamento e punto di partenza per amplificare posizioni e vedute. Le tracce portano il nome dei cani di Atteone e si dipanano attraverso bui sentieri che via via incontrano leggeri spiragli di luce a perforare la consuetudine grazie ad un suono ben distribuito e omogeneo. Death of Actaeon è un disco di morte si, ma in parte anche di vita. Un album poliedrico che comprime gli spazi dilatandoli grazie ad una capacità sempre viva di trasformare il già sentito in qualcosa di nuovo.


Alessandro Baris – Sintesi (Otono Records)

Composizioni notturne ricercano la bellezza nell’impossibilità contorta di creare mondi su mondi alla ricerca smodata di sentieri oltre il confine del tempo. Passi quindi strumentali accarezzati dal vento che gira e ingloba, un vento di bellezza sospinta e sempre pronto a garantire essenzialità e purezza nelle forme create. Forme che sono architetture dell’anima. Forme che sono e diventano passi per questa e altre vite raggiunte e vissute. Il disco di Alessandro Baris è una perla di rara intensità, capace di ottenere un risultato contagioso grazie a suoni ponderati e ammalianti, suoni che trovano nell’incontro condiviso il punto necessario di svolta che amplifica le vedute e allarga ogni qualsivoglia forma di barriera imposta. Last letter to Jayne vede la collaborazione di Lee Ranaldo dei Sonic Youth, Embers con la voce di Emma Nolde e Nival con la presenza di Lisa Papineau già al lavoro con gli Air, Jun Miyake, M83. Sintesi è un album apparentemente completo. Un disco che trova nei pertugi dell’esistenza il proprio mondo nuovo da scoprire e inglobare.


Dead in 1985 – Comme ton père (Resisto)

Comme Ton Pere - Album by DEAD IN 1985, Cécil Sans E | Spotify

Elettronica di confine a rintracciare elementi del passato grazie ad una strizzatina d’occhio agli anni ’80 qui digeribili e condensati all’interno di un disco ricco di rimandi e nel contempo maledettamente contestualizzato nel presente. Comme ton père è un viaggio fatto di sintetizzatori a condensare un pop d’avanguardia mai scontato pronto ad immortalare la scena, ad immortalare gli attimi che ci separano da qui all’eternità. Otto tracce più un bonus remix a delineare un progetto che si fa strada nella giungla musicale del quotidiano grazie ad una vivacità di colori espressi e nel contempo grazie ad una facile acquisizione di informazioni che diventa punto vincente per completare parallelismi di sorta. I Dead in 1985 ci regalano una prova dal forte sapore nostalgico, egregiamente suonata e miracolosamente e meticolosamente intessuta di sprazzi di contemporaneità.


Il wedding kollektiv – Il wedding kollektiv & female friends play soup (Neontoaster multimedia dept. 04)

Il Wedding Kollektiv

Rivisitazione del precedente Brodo attraverso remix ben ponderati e tremendamente ossessionati da un bisogno di appartenenza che intensificano visioni quasi oniriche ad abbracciare capsule di mondo da qui all’eternità. Anfratti celati. Musiche metropolitane che incontrano l’urbano e cercano di condensare sperimentazioni attraverso nuove forme sonore, nuovi incanti senza pregiudizi, ma piuttosto elaborando concetti passati grazie ad una formula di tutto rispetto e a tratti accecante. Il wedding kollektiv, collettivo che imprigiona le sfumature di Berlino, Torino e Roma consegna le canzoni di Brodo a musiciste italiane che destrutturano la forma di partenza per regalarci sovraesposizioni umorali di gran classe ed eleganza che si muovono tra strumentale e cantato in un vortice di sonorità ben amalgamate. Ciò che ne esce è un ulteriore tassello per la band che trova nella collaborazione e nello spirito cooperativo un punto di continuità con un lavoro, di base, già soddisfacente.


Anna Soares – Sacred Erotic (Lost generation records)

ANNA SOARES - Sacred Erotic - Radiocoop

Erotiche apparizioni sonore che riempiono l’etere di arte apostrofata a priori attraverso un linguaggio sensuale e appariscente che rimembra il tempo perduto e lo costringe a diventare carne da manipolare a piacere. Anna Soares conturba e disturba. Riesce, grazie ad una musica elettronica d’atmosfera, ad incanalare una bellezza quasi magica pronta a ricoprire spazi di mondi ancora da scoprire e da imparare. Un risultato magnetico che come un fiume in piena attraversa il nostro venire al mondo e ci fa fare i conti con i desideri più interni al nostro io. Sacred erotic è un disco appariscente che non passa in secondo piano. Un album a tratti controverso, ma comunque ispirato. Da Daddy issues fino a Juju la nostra performer riesce nell’intento di creare un proprio stile riconoscibile partendo dal corpo e dal suo essere parte integrante di un tutto in divenire.


Lyre – Queer beauties (Pitch the noise records)

Queer Beauties

Incrocio sonoro tra NIN e una Badalamenti ispirato per l’album di debutto di Lyre ad intessere geometrie esistenziali che si dipanano tra chiaro scuri umorali e intenso bisogno di comunicare sensazioni a non finire. Sono solo quattro le tracce che compongono questo denso EP. Quattro atmosfere vibranti attesa in grado di scandagliare l’etere e l’onnipresente realtà attraverso canzoni composite che incalzano attraverso un’elettronica sintetizzata e trascinante. Embers, Mirrors, Dorothy, Broken flowers compongono un quadro esistenziale e attraente. Un quadro dove la subalterna visione del mondo si scontra con l’essenziale bisogno di far parte di un qualcosa di più grande e composito.


D.In.Ge.Cc.O. – Bacanadera (Waste noise records)

BACANADERA

Non ci sono regole per la follia messa in musica, messa in scena, dal producer e compositore D.In.Ge.Cc.O. Un suono atipico, capace di mescolare più stili, si sposa con una qualità sonora e costruttiva elevata capace di perpetuare melodie mai raffinate, ma piuttosto intrecciate a mondi paralleli in continui sali scendi esperienziali e di sicuro effetto. Bacanadera è l’essenza tribale del nostro migrare. E’ la sensazione scomposta dell’andamento della corrente durante il mare in tempesta in attesa della quiete che verrà. Oniriche visioni si frappongono all’intensa produzione di elementi sonori che caratterizzano questo disco ricercando nuove strade da percorrere, nuove vie da seguire. Anche qui il viaggio diventa necessario elemento costante per comprendere il nostro venire al mondo. Un viaggio interiore, prospero e capace di raccontare, fino all’ultimo, punti vista, azioni e immagini, tra jazz, elettronica e world music d’avanguardia per un album vissuto, eccentrico ed intenso.


HLFMN – Double mirror (Autoproduzione)

Seismic Love - Hlfmn | Shazam

Mondi, introspezioni, intimismo, rarefazione cosmica, suoni minimali, concentrici che spaziano da qui all’infinito attraversando vaste pianure all’interno della dance floor della nostra anima in un sodalizio comune e costruttivo di bellezza suadente che incrocia Modeselektor, Apparat, Dead can dance per una musica che allarga spazi, visioni, futuri. Half man ci porta all’interno della sua realtà stratificata grazie ad una musica elettronica di facile presa, una musica che unisce mondi, li colora, segnando la via, una via indiscutibilmente ricca di anfratti e posizioni da cui ammirare l’evoluzione del nostro esistere. Da The sorcerer fino a Expansion il nostro sa regalare emozioni a non finire cercando di unire il fisico al metafisico in una sorta di bolla esistenziale capace di prendere direzioni, a tratti, davvero inaspettate. Bene così.