Sergio Casabianca – De visu (TRP Music)

De Visu - Sergio Casabianca - CD | IBS

Sergio Casabianca amplifica passato e futuro attraverso una musica che scorre melliflua e inasprisce visioni sulfuree di città abbandonate allo scorrere dei giorni. Intreccia suadente stili contaminati senza accontentarsi di un jazz contemporaneo, ma continua in una ricerca personale che affonda radici nella terra di origine, nel mondo in costruzione, in quel pezzo di cielo da conquistare che attraversa l’incandescente immagine di ciò che verrà. De visu è un album complesso e stratificato. Sa approcciarsi in maniera leggera quanto sofisticata in una composizione concentrica davvero invitante e perennemente in bilico tra realtà e immaginazione. Bellissima l’apertura affidata a Dreams in a spiral passando per la riuscita De visu, Birds of San Marco, Fondamenta nuove, quasi fosse un omaggio alla bellissima Venezia, crocevia, da sempre, di popoli e culture. De visu non è un semplice disco strumentale. E’ un mantello leggero che scalda anche i più gelidi inverni. Un equilibrio tra la forma e la  sostanza.


Bright magus – Jungle Corner (IRMA Records)

Substrati alienanti e ritmi tribali riescono a creare, cesellare e rimodellare, stili incastonati all’interno delle rocce del tempo. Imprevedibili visioni sostanziali diventano tangibili producendo una commistione necessaria nel ricreare una sorta di suono ancestrale equilibrato e portentoso. Una musica che affonda e collassa nei territori di Miles Davis per poi uscire allo scoperto ricercando un bisogno sempre nuovo e una fame d’aria inusuale, un desiderio inespresso che qui rivive grazie ad un profumo di jam session sopraffina. Musicisti del calibro di Alberto N.A. Turra, Giovanni Calella, Leziero Rescigno, Gianni Sansone, Mauro Tre, Enrico Gabrielli, riescono a dar vita ad un vero e proprio miracolo sonoro dove l’incrocio della giungla diventa passaggio necessario per carpire una poetica musicale in divenire e ricca di rimandi ad una scena jazz mai banale, ma piuttosto curata in ogni singola parte. Jungle corner è un disco di sfumature. Un inno alla modernità con lo sguardo rivolto al passato. Un presente da ricercare nel futuro che avanza.


Paolo Dinuzzi – Invisible (GleAM Records)

Le sofisticate sonorità notturne sono elemento essenziale da cui partire per respirare un’invisibilità sospinta ad accendere di luce il vuoto che avanza. Suoni e melodie che si contrappongano all’improvvisazione riescono a divenire ricerca unica attraverso sensazioni da lounge bar mai edulcorato, ma piuttosto incapsulato all’interno di una macchina del tempo che ci fa sentire, attraverso gli anni, nuovi punti di vista, territori da scoprire, punti di separazione e unione. Paolo Dinuzzi al basso elettrico unisce le forze di altri tre musicisti eccezionali, Sabino Fino al sax tenore, Giancarlo Pirro alla chitarra e Riccardo Gambatesa alla batteria per cesellare a dovere una prova che scruta l’interiorità di un jazz sperimentale che trova, nelle sfumature mediterranee, un punto di contatto con le vibrazioni interiori, ad arricchire la scena di tempi composti e fraseggi mai del tutto definiti e continuamente mutevoli. Invisible è un album di sostanza, dove la ricerca è sinonimo di qualità e perfezione raggiunta.


Ma.Ca.Bro – Machanè (Iceberg snc)

“Mechanè”

Sonorizzazioni di immagini qui riproposte nel condensare il senso del volo e quel bisogno di impossibile nei confronti della vastità dell’universo che inghiotte l’uomo e lo rende mai del tutto capace di sfidare il domani. Il disco dei Ma.Ca.Bro, duo composito formato da Stefano Danusso e Cristiano Lo Mele dei Perturbazione, è un incontro tra acustico ed elettronico, tra sperimentazione innovativa e passione per la ripetizione da colonna sonora che ricorda band come i Low, i Gatto ciliegia contro il grande freddo in un condensare per poi dilatare spazi, movenze, strade che diventano praterie musicali da dove poter partire per dare sfogo ad una necessità interiore. Mechanè è un album dove l’energia mai esplosa è punto di partenza. Un osservare e un ascoltare, dentro ad un cinema in bianco e nero, le necessità del futuro a sbalordire di sostanza costruzioni registiche che trovano in una sceneggiatura musicale un’avanguardia invitante. I Ma.Ca.Bro osano e trovano, nel loro lento migrare, il proprio sentiero fatto di immediatezza e capacità espressiva.


Claudio Giambruno – Overseas (Via Veneto Jazz)

Spaccati sonori irrompono suadenti e vellutati all’interno di una notte in costruzione dove sogni custoditi e mai infranti si accendono a colorare le intemperie di ogni giorno. Il talento sopraffino del sassofonista jazz Claudio Giambruno si sposa con i contrappunti sonori di Andrea Rea al pianoforte, di Dario Rosciglione al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria per un risultato d’insieme dove l’energia ricreata è capacità unica e sostanziale di dare forma a nuove vibrazioni sonore. Costruire fasi atipiche di un mondo in decostruzione è peculiarità di un musicista in grado di sposare una musica che abbraccia il Mediterraneo, un suono inglobante nonostante una matrice stabile che affonda le proprie radici nei suoni più classici di un jazz d’annata. Quello che ne esce è un album che è pregno di atmosfere conturbanti, di immagini da contestualizzare e da tanta bravura mescolata ad una dose unica di originalità capace di rendere, nel contempo, anche con stile personale, un omaggio ad artisti come Dan Nimmer, Linda Creed, Thom Bell, Vince Guaraldi. Nell’insieme Overseas è un disco che odora di straordinario.


Wires on Moon – Wires on Moon (Sounzone)

Wires on Moon

Dream pop incastonato e prezioso capace di condensare attimi importanti all’interno di una musica che diventa substrato emozionale in grado di inghiottire elementi di disturbo e riportando, ad una forma primordiale, l’etereo paesaggio dell’anima che risiede dentro di noi. Il duo toscano dei Wires on Moon concentra una musica siderale negli anfratti compositi del nostro stare, ad inspessire una psichedelia di fondo che raggruppa parti mancanti riconducendole ad un’unica interpretazione in rilievo. Musica da cinema suonata e sussurrata. Colonna sonora che dilata spazi e universi disponibili intrecciando melodia e perlustrazione quotidiana di un mondo in divenire. Sono ricordi imbrigliati in polaroid mai dimenticate. Sei pezzi in dissoluzione che fanno i conti con il nostro passaggio guardando al futuro con una sorta di rimpianto verso ciò che è stato. Wires on Moon è un album stratificato dove ogni singolo elemento compone un puzzle virato seppia da assaporare per il resto dei giorni.


Arpioni – Rido e piango che non si sa mai – Jannacci secondo noi (Autoproduzione)

Jannacci secondo noi - Rido e piango che non si sa mai

Esemplare e sudata meraviglia che si affaccia alla contemporaneità incentrando uno studio che diventa emblema di un passato da scoprire e da rivalutare attraverso un’intensa ricerca che diventa asse portante di un album ricco di sfumature e bellezza da percepire. Gli Arpioni utilizzano lo ska, il reggae, una sorta di blues cantautorale per costruire una rivisitazione unica del repertorio di Enzo Jannacci. Non semplici cover, ma vere e proprie reinterpretazioni che si fanno materia preponderante nel dare anima e corpo ad un’impresa specifica nella forma, personale nella visione d’insieme. Un album scanzonato e nel contempo intelligente, come la musica di Jannacci ovviamente. Sorridere con la testa, sorridere alla vita questo è il significato che i nostri riescono a trasmettere nel sedimentare non un semplice tributo, ma una vera e propria occasione che diventa ponte generazionale nel dimostrare e nel mettere in scena un teatro che non conosce età e che si confronta inevitabilmente con la realtà di tutti i giorni. Bravi davvero.


Aether – Aether (OverDub Recordings)

Aether: il primo singolo estratto è "Pressure"

Situazioni in divenire esplodono sotto forma di ancestrale bisogno di appartenere a qualcosa inabissando i costrutti attraverso elementi discostanti che mescolano, amalgamano, intensificano e riconquistano l’essenza stessa di una musica che diventa commistione e rende partecipe l’ascoltatore di un tutto pronto a diventare materia pura e cangiante, materia da cui partire per costruire sogni, forse impossibili, ma comunque di intenso valore. Il disco degli Aether parte da un principio jazz per entrare, con stile personale, nell’universo post rock e progressive ad incastrare puzzle emotivi per un risultato d’insieme che diventa totalità percepita ed egregiamente elaborata. Undici pezzi da Echo chamber a This bubble I’m floating in a riscoprire una sorta di radice unica da cui partire per creare situazioni sempre nuove e parallelamente in grado di attraversare i confini della modernità, tra atmosfere nordiche e viaggi al centro della terra.


Francesca Leone & Guido Di leone – Historia do Samba (Abeat Records)

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Il Brasile e la bossa nova inspirata a pieni polmoni si sciolgono allo scorrere dei giorni intrecciando momenti sonori in stato di grazia dove, la rivisitazione di una radice fondamentale della musica, per come la conosciamo, diventa emblema portentoso nel dare alla luce un disco di immacolata bellezza dove forme passate, ma perennemente di moda, sono il risultato di un’elaborazione introspettiva che recupera l’abbandonato rifiorendo nuovamente. Historia do Samba è intriso di improvvisazione e grande capacità emozionale coadiuvata per l’occasione da una quartetto d’archi, gli Oneiros string quartet, capaci di dare un valore aggiunto ad una produzione sopraffina ed elegante nella sua completa interezza. Mostri sacri del calibro di Antonio Carlos Jobim, Gilberto Gil, Carlos Lyra, fanno parte di un disegno emozionale che comprende anche musiche da film come la bellissima Come tu mi vuoi, di Nino Rota, tratta dall’immortale La dolce vita oppure, solo per citare l’eterogeneità della proposta, troviamo presente una squisita rivisitazione de La vie en rose di Edith Piaf per un album che brilla di luce propria convincendo sin dal primo ascolto.


Michele Fazio world trio – Infinity (Abeat Records)

La ricerca sostanziale di un mondo da scoprire passa sicuramente attraverso un universo costruito attorno ai vivaci colori di una musica che non possiede confini interiori, una musica disegnata e scolpita nei sentimenti e negli anfratti celati di un posto nuovo da conquistare. Il Michele Fazio world trio che vede al fianco del compositore anche il talento indiscutibile di Aska Kaneko e Carlos Buschiniè in grado di attraversare i continenti perpetuando un suono originale che diventa commistione necessaria per comprendere un divenire che conquista. Dieci composizioni che profumano d’incanto e attraverso una magia soppesata, stringono le emozioni in un’ evoluzione mistica, romantica e suadente. Melodia quindi riproposta ad intrecciare i vissuti dei singoli componenti, a riscoprire, nella concretezza del gesto, un’infinità da colonna sonora gettata in questo mondo grazie ad una capacità unica di dare valore ad ogni singola sfumatura.