Enrico Lombardi – niente paura, il fuoco (Kutmusic)

niente paura, il fuoco

Discone di protesta tra rock e canzone d’autore che trova, nel movimento metabolizzato e interiore dell’alternative targato novanta e primi duemila, un punto di sfogo e di contatto intriso di veridicità ed esigenza di comunicare. Il disco di Enrico Lombardi si affaccia alla contemporaneità pur non disdegnando il passato, ricordando i pezzoni di Giorgio Canali e le incursioni d’esordio di band come Ministri o Il teatro degli Orrori. Incazzato quanto basta il nostro riesce nell’intento di consegnarci una prova lontana dalle mode e che riesce a far intravedere una propria personalità nell’urgenza fisica di comunicare. Un diamante allo stato grezzo che suona spontaneo e diretto. Una costruzione di architetture perenni che comunicano un malessere esistenziale e che sono parte unica di un tutto da scoprire canzone dopo canzone. Da Scintilla n.1 fino ad Abc di un sorriso, Niente paura, il fuoco è un album pregno di lirismo e di energia incanalata, un disco che conosce la direzione da seguire.


Mengo T – Cartoline (Trulletto Records)

Rap psichedelico a profusione che riempie questo vinile di racconti metropolitani e di esistenze al limite del confine a narrare di giungle interiori e sostanza da conquistare giorno dopo giorno. Il disco di Mengo T, direttamente dalla Puglia, suona sporco e ricco di rimandi ad un ambiente che desidera divenire contaminazione incontrollata per i giorni a venire. Sono quattro tracce racchiuse in un prezioso formato ad incapsulare la materia di verismo presente nei pezzi proposti. Si snocciolano emozioni già nella title track per poi proseguire con Buio omega, Come Jesse e Desert storm in una sorta di musica che non sente il bisogno di ritrovare la luce, ma ritrova nell’allucinazione ridondante la propria strada verso casa. Ecco allora che i tasselli magmatici diventano impattanti perché si parla la lingua delle abitudini, del sentire comune. Cartoline è un viaggio sonoro che crea dipendenza.


DeaR – DeaR Tapes (Music Force)

DEAR TAPES

Triplo disco con materiale inedito, demo mandati a case discografiche senza risposta, elementi di congiunzione con il passato e il futuro, frammenti di vita, di ore spese a recuperare un’introspezione uscita pian piano ed esplosa solo ora, esplosa nel momento forse migliore. L’album mastodontico di DeaR, all’anagrafe Davide Riccio, è un disco complementare ad implementare la produzione del nostro che qui, in queste pagine virtuali, ha trovato posto per tre volte negli anni passati e che adesso, con questa nuova fatica, stupisce per bisogno intrinseco di mettersi in gioco, di sfidare per certi versi il mainstream consegnandoci una prova che profuma di percorso capace di non esaurirsi mai. Dalle cassette al digitale, un passaggio epocale in grado di salvare pezzi di un passato che vive ancora per un disco intriso di avanguardia e bisogno, già all’epoca, di segnare un confine, un territorio del tutto personale da cui partire. Intuizioni quindi erranti e brillanti sulla strada del domani.


Calmo – Pezze di me (Edizioni FUMO)

Pezze di me

Ep che si snocciola a dovere attraversando le interconnessioni neuronali che si fanno elementi portanti per creare e dare un senso reale alla vita circostante, al nostro bisogno di appartenenza nelle difficoltà della realtà. Il disco di Calmo ha qualcosa da dire. Lo si può sentire già nella traccia d’apertura, Come ti pare, ad incontrare la quotidianità, a smembrare l’inutilità di questo tempo per tentare di comunicare un’idea sempre viva e reale, una costate idealizzazione interiore che diventa motore principale e unico nel creare un punto di non ritorno, un cammino in salita che profuma di libertà. Se tra gli spiriti affini troviamo nomi del calibro di Willy Peyote e di Dargen D’Amico il nostro mantiene una certa personalità di fondo che si può ascoltare nel singolo Tuorli o nella finale Mostro a ricucire il tempo perduto, a costruire un senso nuovo di presenza,  cercando, nel mare delle produzioni odierne, un nuovo cammino da conquistare.


Spectrvm – Teschio del mondo (Terzo millennio Records)

Prog sostanziale fuori da ogni schema che incontra radici capaci di attraversare il tempo e perpetuare nell’etere significati di bellezza che diventano ricerca per il nuovo che verrà. Il disco degli Spectrvm è una commistione di intenti e meraviglie in continuo mutamento, ricche di sfumature e tanto pregevoli nel controllare latitudini sonore che abbandonano le nebbie della realtà per trasportarci in un mondo fatto di psichedelia e concentrazione atomica di massa misteriosa e incandescente. Un album dove tutto sembra essere al proprio posto e nel contempo, questo tutto, diviene punto essenziale per trovare nuovi percorsi e sentieri da costruire. Teschio del mondo è un recuperare ciò che è stato, ciò che è stato abbandonato, all’interno di un disco costruito attorno ad otto momenti concentrici che si fanno viaggio esistenziale per comprendere la quotidianità che ci circonda. Tornano gli Spectrvm, dopo lunghi decenni, ritornano con un insieme di pezzi che colorano di energia vitale le pagine di questo esistere.


Silent Carnival – My blurry life (I dischi del minollo/Toten schwan/Vollmer industries/Edison box)

Intime atmosfere instabili e sospese a riempire di luce oscura attimi di poesia in musica che si scagliano con lentezza miracolosa addosso allo specchio della vita interiore ottenendo folate di vento a rinfrancare il buio del nostro cuore. My blurry life suona mastodontico e solenne. Un album pregno di suoni e atmosfere che non risparmiano la sperimentazione pur mantenendo una sorta di fulcro centrale da dove attingere sogni e speranze migliori. Silent carnival ci regala una sorta di miracolo in musica dedicato alle anime tormentate. Sono otto brani che diventano rifugio ad incontrare la parte più oscura di noi. Un insieme di meraviglie sonore spiazzanti e destabilizzanti a percepire gli umori di una vita che ci vede, troppo spesso, in lotta con il nostro essere felici. Da Broken pictures a Crime, il nostro, riesce, in stato di grazia, ad entrare prepotentemente nella parte più nascosta dell’animo umano per segnare un cammino fatto da perle musicali tutte da scoprire.


Roberto My – A new life (I dischi del minollo)

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, barba e erba

Dimensioni incapsulate all’interno di un tempo in divenire oltrepassano l’incedere di ogni giorno nel contemplare, con carisma e sostanza, l’alba di ciò che verrà. Un viaggio metaforico, un viaggio lungo una vita intera che diventa nuovo corso e prosecuzione, nuovo cammino da seguire nelle tempeste di tutti i giorni. Torna Roberto My con un album contemplativo e atmosferico. Un disco carico di sfumature introspettive e richiami unici ai grandi della poesia in musica come Nick Cave, Grant Lee Buffalo a sospendere un giudizio mai espresso, ma piuttosto percorrendo una strada in salita, una mescolanza di ritratti, di gente, di storie dentro altre storie che diventano contemplazione assoluta in simultanea con le percezioni di ciò che viviamo giorno dopo giorno. A new life è un disco che suona davvero bene. Un insieme di tracce dove la materia creata diviene parte preponderante di un tutto da assaporare e da custodire.


BS Bone – Cerberus bone (Overdub Recordings)

Copertina

Suono definito, potente e corposo ad inglobare anfratti celati e a sprigionare energia discostante ad ogni rappresentazione messa in musica. Il nuovo dei BS Bone concentra una potenza rumorosa e fragorosa all’interno di un percorso fatto per colpire intraprendendo un cammino fatto di polvere e sudore, di mete da raggiungere e passi nell’ombra che incontrano la parte più oscura di noi. Un rock dalle tinte dark alternative dove una sorta di parlato viscerale diventa emblema necessario per costruire derive post rock che trovano nelle parti strumentali punti nevralgici ad incastrare sogni e bisogni futuri. Nove pezzi che non lasciano spazio al respiro unendo forza interiore nel creare melodie che profumano di già sentito e rendono, in parte, più semplice e confortevole l’ascolto. Da Wayward fino alla bellissima Suicide journay i nostri riescono a creare un album interessante e sospeso, una sorta di pugno diretto allo stomaco lanciato da una forza alquanto misteriosa e accattivante.


Sarneghera? – Il varco nel vuoto – Tales fron the lake Vol.2 (Overdub Recordings/I dischi del minollo)

Disco EP a metà strada tra musica e racconto che diventa naturale prosecuzione del primo episodio, del primo volume che vede la band Sarneghera? continuare una sorta di percorso concettuale da cui attingere per dare continuità agli elementi fantastici e dipinti nel corso della propria carriera musicale. Secondo capitolo di una trilogia discostante e cerebrale, un album che si fa meta narrazione, intensificando, con robustezza, un suono hardcore tumultuoso e inglobato all’interno di una tempesta pronta a colpire ad ogni angolo di mondo conosciuto. La musica dei Sarneghera? suona incontrollata e incazzata, è altamente impattante e permette all’ascoltatore di entrare all’interno di un microcosmo dove l’identificazione sostanziale con un qualcosa che sta crescendo, in divenire, diviene parte importante per comprendere il senso di un concept amaro e dirompente. Il varco nel vuoto è un salto metafisico, un’ottima unione tra significati da veicolare e una musica con un preciso e definito obiettivo.


 

Cannibali commestibili – Dio sta invecchiando male (Overdub Recordings)

Dio sta invecchiando male

Randellate di potenza sonora cosmica ad imbracciare l’arma per la fine del mondo in un vortice di incontrollato bisogno di restringere l’inutilità per dare sfogo siderale al nuovo che avanza. Ritornano i Cannibali commestibili con un disco che non si risparmia, ma che piuttosto trova in un mood diretto e senza peli sulla lingua la chiave di interpretazione di una realtà, a volte, troppo contorta per essere rappresentata. Un rock abrasivo che attinge qualche soluzione anarchico-punk pur restando per indole un album duro e capace di denunciare una società malata, un universo da cui trovare, giorno dopo giorno, le giuste distanze. Dio sta invecchiando male è una denuncia totale che si respira in tutte le sei tracce proposte. Da Scimmie fino a Il finale, passando per la title track, Cimice, Vodka economica, Ballerine splatter ad intavolare discorsi diretti per un suono che arriva dritto dritto in fondo al buio dentro di noi.