Anna Soares – Sacred Erotic (Lost generation records)

ANNA SOARES - Sacred Erotic - Radiocoop

Erotiche apparizioni sonore che riempiono l’etere di arte apostrofata a priori attraverso un linguaggio sensuale e appariscente che rimembra il tempo perduto e lo costringe a diventare carne da manipolare a piacere. Anna Soares conturba e disturba. Riesce, grazie ad una musica elettronica d’atmosfera, ad incanalare una bellezza quasi magica pronta a ricoprire spazi di mondi ancora da scoprire e da imparare. Un risultato magnetico che come un fiume in piena attraversa il nostro venire al mondo e ci fa fare i conti con i desideri più interni al nostro io. Sacred erotic è un disco appariscente che non passa in secondo piano. Un album a tratti controverso, ma comunque ispirato. Da Daddy issues fino a Juju la nostra performer riesce nell’intento di creare un proprio stile riconoscibile partendo dal corpo e dal suo essere parte integrante di un tutto in divenire.


Lyre – Queer beauties (Pitch the noise records)

Queer Beauties

Incrocio sonoro tra NIN e una Badalamenti ispirato per l’album di debutto di Lyre ad intessere geometrie esistenziali che si dipanano tra chiaro scuri umorali e intenso bisogno di comunicare sensazioni a non finire. Sono solo quattro le tracce che compongono questo denso EP. Quattro atmosfere vibranti attesa in grado di scandagliare l’etere e l’onnipresente realtà attraverso canzoni composite che incalzano attraverso un’elettronica sintetizzata e trascinante. Embers, Mirrors, Dorothy, Broken flowers compongono un quadro esistenziale e attraente. Un quadro dove la subalterna visione del mondo si scontra con l’essenziale bisogno di far parte di un qualcosa di più grande e composito.


La belle epoque – Demoni (Autoproduzione)

Demoni

Musica d’autore in equilibrio tra libro aperto e bisogno sempre nuovo di poter comunicare un’ambizione, un mondo diverso, possibile, reale. La belle epoque scava negli anfratti dell’anima per cercare movimenti satellitari che confluiscono in un cantautorato già sentito, ma pieno di rimandi alla quotidianità. Una musica che diventa carta geografica necessaria per comprendere i movimenti del nostro esistere attraverso canzoni che si fanno specchio interiore, bellezza da scoprire, costruzione metaforica di un avvenire diverso. Pezzi come l’apertura affidata a I primi giorni d’Autunno, passando a In piena, Inchiostro e seta, Una piccola tregua, Montecarlo sono l’emblema di un passato che non c’è più. Uno stile concentrico a ricreare atmosfere dove la poesia incontra la prosa e dove il sudato nostro rincorrere il momento qui è lasciato al tempo che verrà, immortalato da una polaroid, per un risultato d’insieme che regala attimi che non torneranno più.


Daniele Sanfilippo – Hamal (Suoneria Mediterranea)

Daniele Sanfilippo: "Hamal" recensione

Contaminazioni sospese, strumentale visione d’insieme a ricoprire galassie terrene di bellezza da percepire e inscatolata all’interno di sperimentazioni che si fanno vive, pensanti, alternatamente reali. Il nuovo di Daniele Sanfilippo si nutre di spazi. Ricorda le movenze dei Gatto ciliegia contro il grande freddo. Una musica che ripercorre attimi ridondanti di pensiero e non delude, ma si fa colonna sonora ad accompagnare noi umani all’interno di un mondo vasto, dominante, percepibile. Sono i particolari, le introspezioni a fare la differenza e in questo album pezzi come Rainy season, No more, la title track, Ayla, Dark and light servono per comprendere una scrittura che va oltre le illusioni della modernità per consegnarci un qualcosa di davvero eccellente.