Noisebreakers – Noisebreakers (Autoproduzione)

Noisebreakers: Rock, Blues e Psichedelia nel nuovo progetto di Vince Pàstano e Tony Farina

Sporco blues incastonato di diamanti psichedelici intento a brillare all’interno di scatole mai custodite, ma piuttosto aperte al mondo che verrà. Noisebreakers è un progetto di Vince Pàstano, chitarrista e produttore di Vasco Rossi e il cantante Tony Farina qui assieme per dare un senso a pezzi, a brani, egregiamente vissuti a riscoprire radici di un universo che non c’è più, ma che inevitabilmente rivive tra le pagine meraviglia di questo disco che sa di libro aperto sul domani. Un rock delle origini che ben prende forma in brani come A little higher, You’re always there, The sinner, Abyss per un parallelepido di dimensioni variabili che raccoglie centimetri a collegare il presente con l’infinità, in un sodalizio pregno di storia e vissuti. Un quadro lisergico e magistralmente suonato quindi per uno dei chitarristi italiani più importanti che ci siano in circolazione.


Marcello Capozzi – Offshore (I dischi del minollo)

OFFSHORE

Musica introspettiva cantautorale che ingloba carne e pensieri riuscendo a ricevere elementi di profondità perpetua che accatastano segnali d’anima incompresi, segnali d’anima che raccolgono speranza in quello che un giorno mai avremo. Il disco di Marcello Capozzi scandaglia i vissuti e richiama l’attenzione attraverso un uso sapiente della parola che si fa racconto, elemento del reale, vita. Ci sono contrapposizioni sonore che amplificano un’elettronica leggera a far da sfondo ad una poetica che diventa quotidianità per canzoni che ben si amalgamano da Modello 730, Dei miei stivali, Anelli siderali, per arrivare ad una title track che è forse la summa dell’intero disco. Un album fatto di tre momenti. Tre stagioni a segnare un cangiante eterogeneo momento creato e custodito da un suono affascinante e tutto da scoprire.


Balto – Forse è giusto così (Pioggia rossa dischi)

Poppetino indipendente con voce strascicata ammiccante ad intessere trame sospese ad incendiare i palchi con canzoni che parlano dei giorni moderni senza chiedersi troppo, accarezzando la contemporaneità grazie a momenti cesellati a tavolino e grazie anche ad un suono ben incastrato a definire architetture varie e cangianti. Il primo disco dei Balto assapora il vento della realtà. Lo fa con un sound immediato, mai piatto, contrapposto ad una sorta di eleganza mai conclamata che non semina troppa innovazione, ma quello che fa, lo fa bene. Un album per gli anni dell’università. Un insieme di canzoni che incontrano l’amore e il tempo, il nostro vivere e la fiducia nel futuro che avanza. Da Quella tua voglia di restare fino a Niente di noi, passando per Mac Baren, Le giornate da morire con i Cara Calma, Il solito posto per un concentrato di emozioni che arriva facilmente e a tratti, non ti lascia andare via.