Nero Kane – Tales of faith and lunacy (BloodRock Records/Nasoni Records)

Atmosfere morriconiane impresse nella mente per un disco cinematografico dove il sapore del passato si mescola a qualcosa di più attuale, vicino alle visioni di Nick Cave e alle interpretazioni di una litania oscura e ammaliante. Torna Nero Kane con un progetto stratosferico e impressionante. Melodie polverose e ridondanti imprimono speranze e attenzioni in una sorta di post rock cantato dove le piatte linee vocali si fanno ricorrenza per un risultato concentrico e psichedelico, un concentrato d’autore che amalgama costrutti, elementi fisici, materici e onirici in una continua scoperta del mondo sotterraneo che ci circonda. Tales of faith and lunacy stupisce. Mary of silence ha il profumo del capolavoro come del resto Magdalene fino a scorgere bagliori penetranti nella finale Angelene’s desert. Il disco di Nero Kane, coadiuvato dalla voce di Samantha Stella, amplifica in un passaggio le nostre visioni ultraterrene e dona oscurità necessaria al nostro essere reali.


Alessandro Bertozzi – Trait d’union (Level49)

Africa condensata in elementi jazz che abbracciano una sostanziale visione di world music appassionata, implementata e scardinata per riproporla su piani non allineati, ma necessari per ricreare architetture lounge ed eterni orizzonti da seguire. Alessandro Bertozzi omaggia malinconicamente uno dei più affascinanti continenti della storia. Un sound pieno, ricco, corposo abbraccia l’ascoltatore e lo trascina all’interno di panorami mozzafiato in bilico tra bellezza da scoprire ed esigenze tribali di un vissuto necessario. Trait d’union è un punto di contatto. Un ponte in mezzo al mare che amalgama cori e voci in wolof, la lingua senegalese, con un blues, funky, jazz diffuso, nell’intento di dare vita ad un viaggio immaginario. Un viaggio eterno a riscoprire nuovi colori. Una mescolanza di stili egregiamente suonati ed eterogenei a carpire segreti, fascino e nuove strade. Da Giula fino a Melodies Beweging Trait d’union non è soltanto una prova di stile magistralmente interpretata, ma un vero e proprio bisogno di ritornare alle origini della vita.