Alberto Nemo – Amore Eterno Odio (MayDay)

album Amore Eterno Odio - Alberto Nemo

Scheletri da far tornare sulla strada verso casa. Scheletri in loop continuo che si approcciano all’inscindibile bisogno di ricompattare energia, amore, partenze e arrivi. Diciottesimo disco per il super prolifico musicista veneto in grado di attraversare tunnel spazio temporali ed essere comunque fedele a se stesso. Un marchio di fabbrica che si apprezza nelle nuove introspezioni create dal nostro. Un marchio di fabbrica suadente capace di muoversi attraverso questa nuova, discostante litania, formata da tre parole Amore Eterno Odio. Un approccio usuale per un risultato che come di consueto scava nell’immobilità della nostra psiche. Alberto Nemo ci regala un altro viaggio verso le tenebre del giorno. Un viaggio di rapporti e di costruzioni mentali ad implementare un’opera che aggiunge terreno fertile alle costruzioni a venire. Mastodontico.


Gianluca Testa – Nomade digitale (Autoproduzione)

album Nomade digitale - Gianluca Testa

Poppettino ben congegnato, in un sodalizio con la canzone d’autore italiana e intriso di riferimenti al mondo contemporaneo, per il disco di Gianluca Testa. Un disco cantautorale che lascia spazio ad incursioni di facile appeal per un’ironica e fresca visione del mondo qui raccontata come ponte tra passato e futuro e snocciolata a dovere attraverso canzoni che parlano di quotidianità, di amori, di giorni che possono sbocciare e di altri da ricostruire. Ci sono pezzi come Zu, Cronopio, Riflessologia plantare, Giappone che scherzano e si ritrovano nelle parole. Un sorriso aperto e uno sguardo verso il futuro per una cosmopolita visione del mondo che ritrova nella libertà un punto di contatto con qualcosa che da sempre ci portiamo dentro. Nomade digitale è un disco che si beve in una sorsata, un album che parla, con ironia, di viaggi e di tempi, di nuove cose da raccontare e di felicità da costruire.


Valente – Controllo (Dischi soviet studio)

album CONTROLLO - Valente

New wave discostante per un salto nell’abisso lisergico sottoposto a manipolazione che ci troviamo ad affrontare ogni giorno. New wave che abbraccia il rock alternativo per un dischetto, quello di Valente, impreziosito da una rivisitazione di The man who sold the world di Bowie e raccontato a momenti attraverso brani che parlano da vicino di questa società incrostata dal tempo e sempre più compressa nei giorni che non sappiamo appunto controllare. Cinque brani soltanto per un EP di condensa ben programmato. Un album che si tinge di nero, a tratti elegante, un disco fatto di passione che sgocciola e convince. Dalla title track fino a Tokyo nights il nostro intavola elementi di essenzialità coadiuvata da materia prima cangiante e da solide basi che possono diventare necessarie fondamenta.