Silek – Undici (Autoproduzione)

Silek, “Undici”: la recensione

Nessuna parola è lasciata al caso nel disco di Silek, un progetto musicale stratificato e urbano quanto basta per parlare ad alta voce di amore, spazialità, vita vissuta alla ricerca continua di un posto nel mondo da occupare. Un assetto quindi principalmente rap contaminato dall’elettronica, dal rock, dal jazz un progetto impattante che dona senso preponderante alle cose che ci circondano. Undici è la ricerca della rima che diventa impronta sociale e diventa cultura da espatriare raccontando di una società malata e distanziandosi dal mondo intorno attraverso pezzi che affondano direttamente nella nostra realtà. Index, Pugni chiusi, Sottosopra, la stessa title track, Underdog sono solo alcuni momenti davvero incisivi dell’intera produzione. Undici è un disco di rilievo e di collaborazioni, un insieme di tracce che raccolgono la polvere del tempo per sedimentarla all’interno della nostra vita per poi riconsegnarla con tecnica evidente all’interno del nostro io. Undici è un racconto di vita che va giustamente sottolineato in una quotidianità tante volta asettica e priva di sentimenti.


La Methamorfosi – Guai (Autoproduzione)

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Ruvide montagne da scalare si inerpicano attraverso strade senza uscita e pronte a raccontare, con innata potenza, un mondo da rifare, un passato da sconfiggere, un futuro da cogliere e percepire fino in fondo. Guai è un disco di duro rock, un album che non ricerca le mezze misure, ma piuttosto intavola con l’ascoltatore un rapporto di simbiosi che va oltre le apparenze e grazie ad un cantato in italiano intraprende percorsi di puro godimento sonoro che si sposano egregiamente con la nostra lingua. La Methamorfosi dà vita ad una prova intensa dove sprazzi di cielo azzurro riescono a diventare in poco tempo grigi per lasciare spazio alla tempesta che avvolge i nostri pensieri, la nostra anima, il nostro venire al mondo. Canzoni come Guai, Verme, La pioggia distruggono per poi ricostruire, trasformano l’ombra in una sorta di luce, abbandonando l’inutilità del momento e convincendo ascolto su ascolto.