One horse band – Keep on dancing (Loser Records)

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Velocità supersonica sputata al suolo imbracciando chitarre di fuoco pronte ad andare oltre le semplici aspettative e intascando un’esigenza simultanea di creare potenza fuori controllo, potenza che spettina e non lascia nulla indietro. Il solitario one man show in questa prova sudata Keep on dancing si assicura un posto d’onore tra le produzioni di genere. Un disco graffiante che scalda la pista e affila i coltelli dell’intelletto. Un album che corre alla velocità della luce tra incursioni dobro e avvicendamenti di sporco blues capaci di muoversi da All I need is you fino a I’m coming home passando per le necessarie Johnny’s, la stessa title track, Wide Hips. One horse band crea un disco che non cerca le mezze misure. Un album che ti fa alzare di qualche centimetro da terra con la forza rivoluzionaria di un continente alla deriva, con la forza di una terra da esplorare e sempre pronta ad entrare in gioco quando l’elettricità chiama, quando l’elettricità si fa sentire.


Alice tambourine lover – Down below (Go Down Records)

ALICE TAMBOURINE LOVER - Down Below

Duo bolognese in grado di scaldare territori abissali e accostare musica di gran pregio con qualcosa di più terreno, necessario, indispensabile. Tornano dopo quattro anni gli Alice tambourine lover con una musica che parla direttamente al cuore tra refrain indimenticabili e canzoni che fanno presa al primo ascolto. Down below è una discesa necessaria verso che ci portiamo dentro. Una sintonia di musica accarezzata e pronta a virare di prepotenza mai esclusa all’interno di un folk psichedelico ammaliante e intrigante. I pezzi proposti sono elucubrazioni sonore, pensieri in dissolvenza che alternano arte e sudore. Otto canzoni in grado di attraversare deserti mistici e approdare all’interno di scatole concentriche ricche di rimandi alla scena ’90 per un risultato d’insieme che abbandona i fasti e la brillantezza per abbracciare il ruvido profumo di questa terra. Down below è un gesto d’amore, una carezza vulcanica nella notte più scura.


Handlogic – Nobodypanic (Woodworm)

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Voci soffuse incastonate su perle di pregevole fattura che ammaliano decostruite le architetture create, architetture bisognose di attenzione. Il nuovo, primo, vero album degli Handlogic, band toscana dal forte carisma emozionale mette in scena un gioco di luci e ombre che si dipana lungo le tracce proposte. Una materializzazione che non è improvvisazione, ma piuttosto capacità critica nell’analizzare confini elettronici filtrati ed esplosi in voci soul concentriche e ricche di atmosfera. Le nove tracce proposte rimandano a qualcosa di contemporaneo, all’incrocio sonoro tra un James Blake, un Bon Iver e i Radiohead. Un insieme che cresce e si ribella che spiazza e dona ambiti di apertura proprio quando meno te lo aspetti. Nobodypanic nasconde al proprio interno pezzi che non passano di certo inosservati come l’apertura affidata a Supernatural, Communicate, Scribbles, A Little life e la spiazzante rivisitazione di Paranoid Android nel finale. La band toscana, in questa personale ricerca, costruisce un lavoro sopraffino, dal forte sapore internazionale. Un lavoro di cesello e di pregio, fatto per stupire, unico e importante.