Luigi Turra – FUKINSEI (mAtter)

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Attrazione Orientale su nuvole vaporose che concentriche ristabiliscono il primato sul cielo e sull’azzurro, ricoprendo di bianco suono percezioni e disillusioni di un tempo che non c’è più. Torna Luigi Turra con un disco manipolato a dovere dove la forma canzone destrutturata qui concepita è pura energia da catalizzatore sonoro e ingombrante quanto basta per occupare l’etere di rumori metallici e odori di fumo in lontananza. Chiavi di lettura molteplici permettono di entrare nel mondo del nostro attraverso una porta fatta di vetro e di pioggia, di piccoli passi ed essenzialità che non diventa mai rumore, ma che piuttosto intensifica visioni con punti di contatto e vicissitudini reali. FUKINSEI è l’interessa che si sgretola lasciando carta abrasiva a correggere l’imperfezione. FUKINSEI è coraggio ad oltranza nell’oltrepassare i limiti che ci poniamo giorno dopo giorno. Luigi Turra con questa prova si conferma sperimentatore aldilà delle apparenze mentali. Si conferma spettatore metafisico di una realtà inglobante, alterata, ma costruita e cesellata a dovere oltre ogni forma di banalità precostituita. 


Picciotto – teRAPia (Mandibola Records)

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Suoni di strada, suoni concentrici che parlano di noi, di questa quotidianità sospesa. Suoni appesi al filo della realtà ad investire di poesia metropolitana un disco che si pone come terapia per il grigiore di questi nostri giorni. Il nuovo di Picciotto è un pugno al perbenismo da bandiera tricolore. Analizza con una certa lucidità rapporti e costanti che si dipanano nel buio di questo nostro vivere, tra immigrazione, politica, cultura assente e una sana vena ironica che diventa denuncia e non materia sterile fine a se stessa. In teRAPia ci sono elementi di grande coraggio. L’amore, la violenza, la lotta per un posto migliore, i sogni, il riscatto, il tutto accompagnato da una notevole visione rap contaminata, il tutto in un concentrato di sapori e umori incalcolabili e frequenti. Picciotto, con disinvoltura e padronanza di stile dà vita ad un album che da Illusione fino a Terapia popolare analizza con una certa lucidità di fondo la nostra situazione. Picciotto non trova soluzioni in tutto questo cammino, ma sa denunciare un mondo che ha fatto dell’autolesionismo il proprio cavallo di battaglia. 


Lupo – To the moon Ep (Riff Records/Grand Tree House Records)

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Musica d’autore impressa nella mente di un folk d’annata proiettato per l’occasione a riscoprire e a dare un senso a questa nostra velocità. To the moon è un album spaziale, un richiamo notturno alla luna, un richiamo che segna e incanta, mescola e non reprime, ma piuttosto si concede a questo nostro tempo. Sei canzoni introspettive registrate in solitaria in uno studio di Tokyo. Sei pezzi creati per l’occasione dall’ex AmpRive Chicco Bedogni. Canzoni pensate per riempire il vuoto di stanze scarsamente arredate. Pezzi che si snocciolano a dovere in un folk che si guarda dentro, fino in fondo, fino alle radici. Nei pezzi di lupo c’è Glen Hansard, Iron & Wine, Bon Iver, ma anche Neil Young in un cerchio fatto di passione e coraggio, voglia di cambiare e desiderio incontrastato di suonare ancora l’ultima canzone. To the moon è un disco intimissimo, uno di quegli album che si fanno sfiorare e ritornano sempre e comunque vicino a noi, anche nei momenti di abbandono, anche quando sembra non ci sia più nulla da fare. 


Nularse – Sospesi (Fresh YO! Label)

Sospesi ad osservare l’infinito da metà altezza. Sospesi sopra un mare calmo ad osservare da lontano barche che ondeggiano e si rasserenano al comparire del primo sole. Sospesi a ricercare corrente per andare avanti, per risvegliarsi e trascinarsi lungo un’acqua che porta senza chiedere nulla in cambio. Nularse è tornato. E’ tornato con un disco di calma apparente capace di affiancare una placida elettronica a testi che parlano di sensazioni e stati d’animo. Gli stati d’animo che hanno il profumo delle partenze e il coraggio dei ritorni. Un album che trova nelle sfumature del miglior cantautorato italiano un’ancora di salvezza fatta di piccoli interventi essenziali, senza strafare, ma concedendo al tempo la giusta via da percorrere. Incantato si fa apertura notevole, mentre pezzi come Ruggine, Tregua, E’ tutto qui con Saturnino e 1999/Sospesi sono episodi di memorie, momenti da immortalare all’interno di una bolla magica. Nularse dal nulla crea un disco necessario. Pochi ingredienti, mescolati bene, sospesi fino al prossimo domani. 


Megàle – Imperfezioni (Area51 Records)

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Buttarsi nell’acqua più profonda, cercare radici, alghe marine, suoni sott’acqua divincolati dalle mode del momento a ritrovare bellezza, a spargere essenzialità. Il duo Megàle formato da Stefania Megale e Francesco Paolino confeziona un primo full lenght dalle tinte noir impreziosite che attraversano le circostanze e ammaliano per essenzialità espressa e poetica da veicolare. Imperfezioni, come declamato dal titolo, non è un disco perfetto. Racchiude al proprio interno un mondo onirico e sognante, molto soggettivo, ma nel contempo carico di pathos e atmosfera. Canzoni come la stessa title track, Stato di quiete, Mormora la luna, Sull’acqua ne sono l’esemplificazione. Quella dei Megàle è una ricerca, un universo creato che si discosta dal nostro e riempie di colori introspettivi una luce che tarda ad arrivare. A tratti un insieme cupo di canzoni, a tratti un album mistico che ha dell’interiore e che ambisce a sfiorare il cielo osservandolo da lontano.