Good Moaning – The Roost (Capillare Factory)

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Esordio con il botto per la band di Bari che riesce ad incrociare in modo superbo un folk psichedelico con una forma cantautorale che ingloba il miglior rock alternativo d’oltremanica e d’oltreoceano. The Roost è un lavoro di cesello sopraffino, un concentrato di sogni che diventano realtà attraverso una musica che ti sa cullare, ma nel contempo attraverso un suono stratificato e unico riesce a rimandare inevitabilmente la mente a mostri sacri che hanno fatto la storia della musica contemporanea. Si snocciola facilmente un Bon Iver dell’omonimo album, passando per i Radiohead di Ok Computer fino a conglobare energia viscerale nei primi Muse di Showbiz, senza tralasciare malinconie post atomiche di band come Sigur Ros e Low. I Good Moaning creano un disco di poesia pura, un forma odierna di bellezza difficile da trovare in un esordio discografico considerando l’internazionalità della proposta. The Roost è un disco bellissimo. Non servono altre parole per descriverlo. 


Giuseppe Libé – Le vite di tanti (Autoproduzione)

Autoproduzione genuina che si affaccia al mare in tempesta della vita, al mare in burrasca della nostra quotidianità, partendo da principi inscindibili e via via costruendo cammini da perseguire e da perpetuare nel tempo. Il disco di Giuseppe Libé parla di innocenza che non esiste più, parla di sogni infranti e di bisogno sempre e comunque di realizzare qualcosa partendo dal basso, dalle nostre radici, dalle nostre aspirazioni e realtà. Le vite di tanti è un concentrato che ci sussurra energia da vicino sotto la stella del classic rock all’italiana. Si parte con la title track per poi finire con Sopra le viole passando per pezzi come Passo dopo passo, Aria nuova in un vortice di sensazioni capace di scavare nel momento condiviso e contemporaneo un barlume di luce e di speranza raccolto per l’occasione all’interno di otto brani ben suonati e ben cantati.