Romea – Madrugada (Resisto)

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Incursioni sonore provenienti da generi su generi che indagano la psiche umana attraverso elucubrazioni musicali che non si fermano all’apparenza, ma intensificano visioni e costrutti essenziali. Il disco dei Romea è davvero un album impressionante, sia per fattura stilistica che particolarità tecnica nel dare vita a nuove potenti visioni che via via si alternano e concedono all’ascoltatore nuovi punti di vista, nuove angolazioni, bisogni sempre essenziali di costituire una realtà da cui fuggire. Madrugada è un disco complesso, ma nel contempo di facile ascolto. Le sonorità presente spaziano da Moby ai Dead Can Dance passando per un bisogno di comunicare che incontra il soul, l’r’n’b in una commistione che si concede, esplode e si consuma lentamente. I Romea danno alla luce un lavoro di cesello, un ottimo mix capace di esplorare territori lontani per un quadro d’insieme ambizioso, colorato, unico. 


Jesus Franco & The Drogas – No(w) future (Bloody Sound Factory)

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Suoni che si innestano a riff potenti ed essenziali che maturano l’idea di un mondo in dissoluzione pronto a scoppiare da un momento all’altro. Dopo tre anni di assenza dalla scena musicale sono tornati i Jesus Franco & The Drogas con un disco pieno di rumore, caos, sudore e bisogno di inglobare una rabbia per rigettarla al suolo attraverso canzoni emblematiche e cariche di sostanza che diventa ribellione e opposizione sociale, militanza e bisogno di concedere spazi ad un senso comune e condiviso. Punk mescolato al garage senza tralasciare psichedelia e stoner sono gli ingredienti decisi e unici di un rock che trova nei testi e nelle liriche un punto di sfogo e di avversione alle multinazionali e alla globalizzazione. No(w) future è un grido sofferto che ci parla da vicino, è un vapore che penetra e sostiene, un’idea di fondo necessaria per andare oltre le consuetudine e parlare, con voce nuova, dei problemi di questo tempo. 


Marsala – s/t (Wallace/Brigadisco/DG Records)

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Nelle costruzioni sonore di Marsala ci sono un’infinità concentrica di mondi da scoprire. Nei pezzi proposti da Andrea Marsala, già voce e chitarra dei The Rambo c’è una perpetua visione d’infinito che abbraccia il rumore e la psichedelia a riconquistare spazi vitali, a riconquistare con un ambient settoriale un suono e un sapore d’insieme capace di realizzare architetture che sono un miscuglio eterogeneo collegato da tastiere, chitarre, sintetizzatori, loop stations. Le atmosfere prodotte ricordano per intensità band come Dead can dance, Portished, Kraftwerk, Brian Eno a ricostituire un approccio singolare e unico con l’ascoltatore, ad avvolgere di pura sintonia sonora i riflessi cangianti di un mondo in dissoluzione. Pezzi come Slipping into open flesh, Wide open wound, Sipario non passano di certo inosservati e riescono a creare collisioni con l’universo intorno. Una prova quindi coraggiosa, ammaliante e piena di rimandi al labirinto mentale di vita che ci vede protagonisti giorno dopo giorno. 


Cara – Altri occhi (Autoproduzione)

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Poppettino concentrico, a tratti edulcorato, per teletrasporti diretti a una realtà lontana e ricca di rimandi ad una scena vintage legata alla miglior canzone d’autore italiana che non esiste più. Torna Cara, all’anagrafe Daniela Resconi, torna con un disco ben arrangiato di stampo lo-fi che mira diretto a denudare l’animo umano attraverso sogni ricoperti e realtà svelata dando senso sempre maggiore alle sfumature, ai colori, alle percezioni che questi nove pezzi riescono a dare. Elettronica e suoni sintetizzati per un approccio a tratti punk che non disdegna l’introspezione, anzi, il tutto parte proprio da un’interiorità sonora che garantisce un risultato d’insieme davvero unico. Da Prendi me passando alla riuscita title track per poi proseguire con Come mi vuoi, I mostri e Prendo senza chiedere la cantautrice bresciana riesce a creare un ponte, un legame indissolubile con il passato senza tradire una quotidianità che diventa palcoscenico essenziale per la creazione di mondi sempre nuovi da scoprire.