Electric Circus – Canicola (New Model Label)

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Architetture jazz che incontrano l’improvvisazione e lasciano al groove sospeso un punto di interesse e di distacco davvero notevole. Il nuovo degli Electric Circus non tradisce le aspettative. E’ un disco completo da diverse angolazioni e racchiude al proprio interno un sospiro e una speranza assetata di conoscenza musicale che va ben oltre le credenze precostituite. Canicola è un lavoro caleidoscopico, psichedelico che coinvolge figure su diversi piani e latitudini, coinvolge in modo del tutto naturale un approccio strumentale a creare una colonna sonora da viaggio continuo consolidante una forte base impattante e notevole nella sua naturale bellezza. Undici brani che sono colori impressi nella tavolozza atmosferica di questi mondi sospesi, undici brani che incontrano la poesia musicale da Bombay fino a Wendy’s June per un Canicola a tratti maestoso, potente, da ascoltare in chiave live dove l’elettricità e il sudore saranno gli ingredienti necessari per il compimento di una nuova opera. 


Toria – Naked in a dress (New Model Label)

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Suoni notturni dal sapore d’altri tempi per una carezza che rinfranca e rassicura sul far della sera ad impreziosire di calore fuori dal comune una prova ben arrangiata nella sua scarna bellezza. Il primo disco di Marco Torriani in arte Toria riassume la lezione dei cantautori più intimi che hanno fatto la storia della musica per come la conosciamo, da Elliot Smith, passando per Jeff Buckley, Damien Rice, Nick Drake in un sodalizio con una forma canzone che nell’inquietudine dona abbracci sperati e commovente bisogno di comunicare, nella malinconia, un viaggio senza fine. Introspezioni quindi, ma anche tanta capacità compositiva per suoni che escono dalla notte più profonda e scaldano raccontando di perdite, raccontando di speranza e desiderio di ricerca personale e interiore. Da In silence fino a Come back, Toria indaga l’animo umano, le sue sfaccettature e le sue imprese trasformando una manciata di canzoni in un album capace di brillare nella sua nascosta e celata meraviglia. 


Lo-fi poetry – La mia band (New Model Label)

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Nuovo piccolo disco per i vicentini Lo-fi poetry capaci di scardinare i suoni fragorosi degli anni ’90 per aprire con una title track che ammicca facilmente al pop più spudorato in segno di protesta, in segno di abbandono o semplicemente in segno di appartenenza ad un mondo da cui è difficile fuggire. La mia band suona eterogeneo in tutte le sue parti, prende confidenza con forme sonore che vedono il cantato parlato quasi sempre in primo piano e a far da sfondo tranquillità che si apre fragorosa al nuovo giorno che deve venire che deve ancora esplodere in tutta la sua veridicità. Tra Marlene Kuntz, Vasco Brondi e Massimo Volume i suoni che escono da questo EP sono un toccasana per i nostalgici e nel contempo una novità apprezzabile per coloro che trovano nell’immediatezza un punto di contatto autentico con una storia da raccontare. Il cammino in salita intrapreso dalla band non può che dare i frutti sperati, tra un’angoscia costante per un futuro diverso e il sogno elettrizzante di una poetica di facile appeal e meno criptica dei precedenti in grado di trovare la giusta dose di equilibrio in una bella prova d’insieme. 


Pipapop Corn Vol. 1 (Pipapop Records/Beautiful Losers)

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Edulcorate visioni pop all’interno di un folk da cartolina sdoganato e riflesso nella terra d’Albione e impresso in un certo qual modo oltreoceano capace di ritagliarsi un posto d’onore tra le produzioni alternative italiane. La prima compilation della giovane Pipapop, in collaborazione con la neonata Beautiful Losers di Andrea Liuzza, racchiude al proprio interno il meglio delle registrazioni dei gruppi raccolti sotto l’ala dell’etichetta veneziana e sprigionati per l’occasione in un volume uno che sembra uscire da un album sperimentale dei Beatles tanta è l’eterogeneità proposta, tanta è la bellezza di un mondo ben calibrato e ricco di visioni psichedeliche e senso inquieto per il futuro. I nomi sono tanti e citare canzoni rispetto ad altre sarebbe riduttivo. Ciò che ne esce è un bisogno essenziale di ampliare i propri paesaggi interiori, un senso implicito e capovolto di costruire dall’oscurità caleidoscopica un mondo di colori a tratti sorprendente, tenendo sempre presente il sentiero da seguire, la fotografia da mettere a fuoco oltre la dissolvenza. 


Per saperne di più:

http://pipapop.com/artists-grid-boxed/

A red idea – Bed sea walks (Beautiful Losers)

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Commistione concentrica di suoni oscuri e ben ponderati che imprigionano l’ascoltatore all’interno di un mondo che scivola nelle nostre mani e concede spazi atmosferici grazie ad una musica cangiante, mutevole, in grado di abbagliare, in grado di concentrare il senso più profondo in un mare vorticoso di sentimenti e stati d’animo in divenire. Il disco del veneziano Alvise Forcellini unisce le visioni dei The National, passando per i primi Coldplay, reinventandosi come gli Alt-J e attraendo di sé la forza misteriosa di band come Fleet Foxes e di cantautori come Beck grazie ad un pop che diventa psichedelia, grazie ad una musica d’autore che scavalca i confini nazionali e approda oltreoceano per impiantare sogni e radici. Nato dalla collaborazione con il musicista Are you real? questo Bed sea walks suona eterogeneo già da Fear, traccia d’apertura nonché singolo di lancio, per ampiezze che via via alzano il tiro e si concedono momenti davvero importanti in canzoni come My memories, Too many nights e Home at last ad impreziosire un album che brilla nella notte più oscura e sa tuffarsi nel mare della nostre mente con stile e calma apparente. 


Mulai – HD Dreams (Oyez!/VolumeUp)

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Sogni ad occhi aperti e bisogno di liquidare l’elettronica all’interno di contenitori non ermetici pronti a far uscire dal proprio interno un’aurea mistica che si sposa con le solitudini metropolitane attraverso suoni e colori oscuri e magmatici. Il primo disco di Mulai, dopo l’uscita di vari EP incrocia in modo digitale Lali Puna, Amy Can Be, gli Air, attraverso una musica dal forte sapore internazionale che colora il cielo di ombre e bellezza da cogliere, sfavillanti energie e rarefazione in etere sorprendente. Un dream pop elettronico quindi, un entrare nei sogni dell’ascoltatore intersecando a dismisura i pensieri dell’era moderna e riponendoli su di un lontano pianeta che non conosce confini. Flussi di coscienza interagiscono con i beat creati per l’occasione per ristabilire equilibri interconnessi con una realtà simbiotica e contagiosa. Il disco di Mulai è un album da ascoltare a pieni polmoni, un disco notturno da leggere e rileggere nella sua complessità. 


Andrea Andrillo – Uomini, bestie ed eroi (Radicimusic Records)

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Disco pregno di atmosfere, metafore, allegorie, voci che si incontrano, suoni a ridestare bisogno di andare avanti concentrando il tutto in una rivoluzione personale che con fare poetico dimesso incontra la solitudine e la magia anarchica di un album davvero importante. Il cantautore sardo Andrea Andrillo ci regala il primo insieme di canzoni che faranno parte di una trilogia in musica. Questo Uomini, bestie ed eroi parla di vita presente e di vita passata, ci sono immagini di guerre lontane e c’è la sofferenza del momento; l’insperato sostegno a proseguire e il mare di incertezze che solo la vita ci può donare. Spogliate quasi di tutto, le canzoni si sostengono grazie ad una struttura scarna, ma affilata, in grado di garantire importanza ad un timbro vocale davvero particolare che soprattutto nella traccia d’apertura stupisce e abbaglia in un solo istante. Andrea Andrillo sembra dare voce a chi voce non ha intersecando nei confini umani una parabola ascendente di sogni infranti e desiderio infinito di ricostruire l’amore. 


The Price – A Second chance to rise (Autoproduzione)

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Suoni elettrici coadiuvati da sferzate di polvere che imprimono compattezza energica ad una musica via via in avvicendamento continuo con un’essenza che diventa metropolitana, potente, distorta e accecante. Il nuovo di The Price costituisce un’intenzione necessaria se vogliamo entrare all’interno del mondo di Marco Barusso, attraverso una musica che possiamo definire omogenea, sicuramente non innovativa, ma di certo ricca di sentimento e amore per qualcosa di indefinito che comprime i pensieri e ci porta alla scoperta di un concept che nella morbosità della relazione trova il suo punto d’apice esplicativo. A second chance to rise raffina i paradigmi e nuota all’interno di un mondo duro e perverso, mai delicato, ma piuttosto compresso in ambizioni dark e oscure pronte a colpire in faccia l’ascoltatore ascolto dopo ascolto. Da Tears roll down fino a Strange world la vita raccontata dal nostro è enigma di costanza che non produce rarefazione, ma piuttosto vette da scalare. 


MahDoh! – Rughe (MiaCameretta Records)

Rock ‘n’ roll che vira al pop e intasca luci della ribalta per trasformare suoni sbarazzini in qualcosa di eccitante e introspettivo che partecipa all’ascolto e ingloba pensieri capaci di raccontare un passaggio, una sorpresa nuova, una vita da convogliare all’interno di un mondo che ci appartiene. Rughe è un mini disco filato, una prova dal carattere deciso che nell’eterogeneità dei brani proposti mescola sapientemente le carte in tavola per consegnarci un suono che grazie ad un non sense diffuso si colloca ad incontrare momenti e attimi di quotidianità. Un EP che si mastica in un sol boccone, cinque tracce che non disturbano, ma che piuttosto accompagnano, affilando le esigenze di un pop radiofonico con un qualcosa che non si chiede troppo, ma che comunque sa donare ascolto su ascolto.  Commistione di generi dal timbro vintage per questa prova, la prima dei MahDoh!, strizzando l’occhio alla facilità d’ascolto, alla musica senza pensieri. 


Lai delle nubi – Tueri (MiaCameretta Records)

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Post rock d’apertura spaziale in grado di attraversare galassie attraverso deflagrazioni e ritmi sincopati ad includere animo ed emozioni all’interno di una musica avvolgente e carica di attimi da descrivere, di attimi che progrediscono e salgono fino ad arrivare a importanti altitudini. Il disco dei Lai delle nubi uscirà soltanto in formato digitale o nella preziosa versione in vinile che ben si sposa con la qualità generale ed estrinseca che possiamo assaporare ascoltando, con magnetismo, questa forza d’amore incondizionato nei confronti di un rock in ascesa che sembra non conoscere vie chiuse o territori sbarrati. Una musica che esplode questa e ci rende partecipi di un progetto che lega indissolubilmente l’ascoltatore con stati d’animo perpetuati e carichi di quell’appeal energico che diventa quiete quando meno te lo aspetti. Un lavoro importante questo, un lavoro che sfiora la voracità dei sentimenti e si immerge con gratitudine all’interno di un cosmo sempre meno definito, sempre più stupefacente. 


Pre-order del disco qui:

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