I figli dell’officina – Parlamente (Autoproduzione)

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Viaggi, incontri e attimi di vita recuperati in un connubio importante ed espressi a velocità balcanica in un disco davvero formidabile e pregno di narrazione condensata grazie ad una musica diretta e senza fronzoli, ma carica di orpelli eleganti e di sicuro effetto costante. I figli dell’officina pubblicano un disco d’amore nei confronti di un credo che sembra non trova attimi di tregua. Dopo la fortunata campagna di Musicraiser esce Parlamente un inno alla vita e alle partenze che sperimentiamo nel quotidiano ogni giorno, tra vissuti e arrivi, tra bisogno di recuperare l’irrecuperabile e quel senso materico d’affetto che sembra essersi perso nei meandri di questa nostra società. Canzoni che si sciolgono come neve al sole fanno da contraltare alle speranza di una band che sa contaminare e legare con un pubblico grazie a messaggi da veicolare e pensieri che si dipanano tra il miglior folk degli  ultimi anni e un cantautorato che sembra non avere confini. 


Caravita – Come sempre (Autoproduzione)

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Sostanza leggera, vivida e reale per un cantautorato capace di ricreare sovrapposizioni e arpeggi di chitarra con voce in primo piano ad attenuare i dolori della vita raccontando, con intensità variabile, un senso costante di distacco e partecipazione, un destrutturazione della realtà che trova nei chiaro scuri quotidiani la formula per raccontare di un mondo in dissoluzione. Come sempre è un disco che affonda radici nel cantautorato più classico, sembra quasi di sentire una rincorsa continua alla sostanza di Bennato che trova De Gregori senza disdegnare le incursioni nei confronti di una musica più sofistica che ricerca nelle atmosfere elettroniche divincolate degli anni ’80 il proprio cancello d’entrata, il proprio punto di partenza. Da Colori a Fino in fondo il nostro riesce a dipingere, con intensità crescente, un affresco di vissuti che parlano indissolubilmente di una vita intera, travalicando quel confine sfumato tra sogno e realtà. 


30 Miles – Short tales for braves (Ghost Factory Records & Arts)

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Viscerali, veloci, compressi e potenti ecco i 30 Miles con un suono poderoso a rinvigorire attenzioni molteplici per una realtà che non è dissoluzione, ma piuttosto un recupero di un’identità espressa nel corso degli anni da band come The Offspring, NOFX e con punte di coraggio vintage nel rievocare i fasti del suono di Los Angeles e della California. Short tales for braves è un insieme concentrato di canzoni dal forte tasso emozionale, pezzi di breve durata che scorrono alla velocità della luce e di certo non lasciano indifferenti, ma creano in dissolvenza strutture e architetture che nella loro essenzialità raccolgono soddisfazioni continue da The forest fino a The beasts in un intreccio continuo di moti ondosi. Il disco della band toscana, esportato fuori dai confini nazionali anche in Giappone, è un insieme costante di melodia e rumore in una formula azzeccata e riuscita di sudore e racconti di vita da ricercare nell’immediatezza del vissuto. 


Le Mondane – I giorni della marmotta (Alka Record Label)

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Folk e pop che sin incontrano all’imbrunire attraverso canzoni che dipingono nell’etere un amore per una tradizione che affonda le proprie radici nel tempo ormai passato, nel tempo da ricordare e da ritrovare in un mondo che corre sempre, troppo veloce. Le Mondane realizzano un primo disco di cesello, improntato sulla formula voce, cori in sottofondo e amore per quel battere e levare che illude sogni e si tramuta in passione per ballate oltreoceaniche da cantare fino a quando il giorno non diventa sera. I giorni della marmotta è un insieme di natura selvaggia e sentimenti, da Eddie Vedder agli Of monsters and men ad incentrare il proprio limite in qualcosa da superare sempre e comunque per un buon disco d’esordio capace di unire in modo naturale la canzone popolare con qualcosa di più sofisticato e indipendente.