Alessio Ivan – Viola (La fame Dischi)

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Viola è il colore di chi vuole apparire, ma anche di chi vuole essere accettato, il colore che porta con sé sfumature di vita che parlano da vicino all’orecchio dell’ascoltatore intavolando sensazioni uniche grazie ad un’elettronica mescolata ad un cantautorato congegnato e pronta a divincolarsi dal nulla intorno per farsi veicolo, trasporto di comunicazione. Alessio Ivan catalizza i bisogni e le sensazioni del momento per dare alla luce il suo primo disco d’autore dove suoni moderni si ripiegano alla bellezza della poesia e scaldano di intenzioni i rapporti conquistando di energia al primo ascolto. Viola nasce spontaneo, nasce e cresce attraverso canzoni come Freddissima Anima, Questi miei limiti, La mia creatività a raccontare attimi di vita che nella biografia dello stesso cantante diventano momenti importanti che costruiscono e imbrigliano attese. Alessio Ivan, con questo disco, porta su musica una vita intera. 


Rainbow Bridge – Lama (Autoproduzione)

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Disinteressati delle mode i Rainbow bridge intavolano sul palcoscenico della vita un disco prorompente di energia viscerale direttamente proveniente dagli anni ’60 dove la chitarra deflagrante di Hendrix incontra poi le decadi musicali successive tra Led Zeppelin e discostanti provocazioni di un rock che sembra non conoscere punti di rottura. Tuffarsi quindi in un’altra epoca dove la potenza sonora non è lasciata al caso è l’obiettivo importante e costruttivo di questa creatura Lama che convince sin da subito, tra ambientazioni desert e accenni ad uno stoner che è quasi psichedelia. Sei pezzi studiati a tavolino, si inizia con la title track per finire con l’essenziale No More I’ll be back per riscoprire dichiarazioni d’intenti nei confronti di una musica che fa dello sporco blues sudato un punto d’attracco, un punto d’ancoraggio nel porto delle distorsioni moderne. 


Marco Cantini – La febbre incendiaria (RadiciMusic Records)

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Partire da un libro, La storia di Elsa Morante e recuperare pian piano parti di noi stessi che si fanno integrità necessaria per comprendere a fondo le radici, i luoghi da dove veniamo per non dimenticare. Marco Cantini sfodera dal cilindro del proprio cantautorato di protesta un disco davvero importante dove l’abbaglio delle luci della ribalta si fanno canzoni indispensabili per condividere una responsabilità civile, scegliere sempre e comunque la parte fondamentale a cui appartenere. La febbre incendiaria è una folgorazione che attraverso canzoni come Ida in Lotta, Un figlio, L’anarchia, Il potere. La storia ingabbia l’ascoltatore in un’epoca che non c’è più e scava in profondità fino a scoprire l’esistenza racchiusa in ciò che conta, in ciò che deve tornare ad essere nostro. Musica colta quindi in tempi dove tutto sembrava essere dimenticato nell’oblio di un usa e getta fotografico di facile appeal. Un cantautore, Marco Cantini, capace di divorare i musicisti non sense moderni con intelligenza e grande capacità costruttiva. 


-FUMETTI- Patrizia Rinaldi/Marco Paci – Il regno dei disertori (Sinnos)

Titolo: Il regno dei disertori

Autori: Patrizia Rinaldi/Marco Paci

Casa Editrice: Sinnos

Caratteristiche: brossura, pag. 96, 16,5 x 23,5

Prezzo: 13,00 €

ISBN: 9788876093890

 

Linguaggio poetico ermetico per spruzzate di colore convincenti a delineare un tratto deciso e immediato impreziosito da sovrapposizioni che negli occhi trovano il conforto di un’attesa rapida e pronta a sfociare in attacco, in fuga, in rivincita. Bagliori notturni che mirano al nascere del sole, laggiù oltre la collina dell’adolescenza, quella collina che mostra pian piano un’età adulta in perenne bilico di presenza, ma ancora troppo lontana per convincersi a cambiare strada, a cambiare punto di vista, a cambiare noi stessi.

Ritorna la coppia rodata Paci e Rinaldi, ritorna con un fumetto all’altezza del predecessore, La compagnia dei soli, evidenziando stilisticamente una prosecuzione ammirevole ricca di rimandi e parallelismi che sfociano in quell’età di mezzo che racchiude al proprio interno lo scrigno del nostro essere attuali, del nostro venire al mondo per come ci conosciamo. Avventura grafica quindi di grande importanza questa che ci riporta alla mente i protagonisti della precedente, fortunata, fatica e costringe il lettore ad essere parte fondamentale di una libertà da conquistare ad ogni costo, quella libertà che nasce dal confronto e dalla visione interna del nostro io che scava e trova sicurezza anche nelle tragedie di ogni giorno, anche all’interno di una vita ai margini che nell’unione amplifica l’insperato e le sensazioni di incertezza che respiriamo.

Il regno dei disertori si pone fuori dallo spazio e dal tempo. C’è un universo violento popolato da fuorilegge, eserciti, malviventi e da una singolare compagnia eterogenea, capitanata da una ragazza, con un compito preciso: quello di portare la pace laddove il pensiero sembra essersi fermato in una trasformazione che dalla fuga ci accompagna pian piano in un’idealizzazione sempre più tangibile di ciò che possiamo definire libertà.

Testi e disegni come sempre creano sensazioni viscerali che alterano le nostre abilità sensoriali trasformando l’estetica in qualcosa di primitivo, emozionante e in simbiosi con un mondo in subbuglio. I personaggi caratterizzati narrano di vite senza nascondere la parte più oscura del proprio essere estrapolando a dovere una sorta di bisogno comunicativo capace di condurci all’interno di un nuovo modo di intendere il fumetto d’adolescenza.

Anche in questo caso Sinnos ci regala un titolo davvero importante che forse continuerà, un giorno con un nuovo finale, ad unire un quadro dove atomi infinitamente piccoli si confronteranno e si completeranno. Un disegno d’insieme che mira a ristabilire, forse, un equilibrio tra animali notturni in cerca di una propria e personale rivincita di coraggio all’interno di un mondo senza fine. 


Per info e per acquistare il libro:

https://www.sinnos.org/prodotto/il-regno-dei-disertori/