Last Eon – Before I close my eyes (Autoproduzione)

album Before I Close My Eyes - Last Eon

Suoni provenienti da lontano abbracciano l’oltreoceano e l’indaffarato bisogno di compiere giri vorticosi nell’etere che ci troviamo a contemplare giorno dopo giorno. I Last Eon fanno uscire un dischetto interessante dove la coralità e l’insieme disturbante e malinconico di voci su voci rende questo shoegaze, intrecciato al post rock, una sorta di anfratto celato pronto ad esplodere di luce quando meno te lo aspetti accentrando bellezza all’interno di costrutti che non deludono, ma anzi aprono strade sempre nuove incontrando la voce di Billy Corgan influenzato dai Godspeed You! Black Emperor. Before I close my eyes scava negli abissi circostanti regalando posizioni, punti di vista angolati che come macchina da presa si stagliano all’interno degli occhi dell’osservatore e non abbandonano mai. La peculiarità del tutto sta nella variegata sfaccettatura di momenti potenti alternati a quiete assopita per una breve rappresentazione dell’oscurità che non concede vie di fuga. 


The whip hand – Sometimes, we are (MiaCameretta Records)

Rapporti incrinati al far della sera a ricoprire vetri spezzati di un’esistenza in grado di muoversi lentamente tra il rimpianto e il ricordo attraverso le nostre storie, quelle che ci accomunano, quelle di tutti i giorni. Il nuovo dei The whip hand sotto l’aspetto compositivo racconta e si muove attraverso un dream pop cosciente di ricercare nell’attimo appena vissuto punti di partenza necessari per contemplare da lontano un post rock che interseca delay interstellari a canzoni che non si discostano da una metrica comune, ma piuttosto incrociano qualcosa di immediato, decifrabile, a tratti pop. Sometimes, we are sembra quasi un inno al nostro stare e al nostro muoversi, al nostro cambiare interno, in sodalizi con un’internazionalità sospinta che non passa inosservata, anzi diventa un’eredità mossa da questo tempo per far conoscere suoni e profumi di un rock che proprio oltre confine trova punti di contatto e condivisione con questa nostra quotidianità. 


The Zoids – Void Dimension (MiaCameretta Records)

The Zoids, “Void Dimension”: la recensione

Affondare le radici negli anni’80 e trasformare la bellezza di una musica senza fine nelle chitarre più moderne e colorate che intersecano puliti a delay in continuo mutamento cercando spessore e continuità geometrica all’interno del mondo che occupiamo. Il disco dei The Zoids è davvero un bel disco. Di facile ascolto, dal forte appeal emozionale e capace di creare un flusso continuo che non stanca, ma piuttosto è in grado di occupare un posto d’onore tra le produzioni italiane che guardano con occhio attento fuori dai nostri confini per come li percepiamo. Void Dimension all’interno della propria alchimia è un album quasi scanzonato, dove tutto è concesso pur di stupire e rendere orecchiabili e intense canzoni come la stessa title track, Lex, Shine On, Time. Le canzoni dei The Zoids sono un toccasana per questa nostra realtà e riescono ad occupare spazi di certo scoperti, ma in continua mutazione e pronti ad un apporto di contemporaneità davvero interessante. 


Violetta Zironi – Half moon lane EP (Pon’t Danic Music)

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Suadente voce a ricreare salotti tappezzati di farfalle cucite addosso ai migliori abiti che abbiamo in un colore straordinario e intenso che diventa comunione con ciò che ci portiamo dentro. Il breve disco di Violetta Zironi, già conosciuta ai più per la partecipazione ad X Factor, si concede in poesie notturne di un folk spruzzato dal pop attraversando l’America di Christina Courtin e l’eleganza e la seduzione di Lana Del Ray per un disco davvero convincente sotto molteplici punti di vista. Le armonie ricreate in fase di elaborazioni entrano in modo del tutto naturale nella testa dell’ascoltatore e convincono già dal primo ascolto. Da Toast fino a Let’s get lost la cantautrice intavola discorsi di continuità con il passato e getta sul terreno del proprio cammino un’ esigenza di scoperta che per la stessa è sinonimo di continuità, ma anche di bellezza da riscoprire. Half moon lane è un EP di rara bellezza, semplice, di facile ascolto, forse intramontabile. 


Lou Seriol – Occitan (Autoproduzione/Egea Music)

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Panorami lontani che non segnano confini, ma piuttosto immaginano una terra da raggiungere dove piantare le proprie radici e poter abitare, tra una musica che affonda note in arcani e celati pertugi di una montagna dalla cui roccia sgorga acqua a dissetare il nostro bisogno umano di musica. Tornano i Lou Seriol con un disco compatto dove il folk dell’apertura stende importanza attraverso un’esigenza del tutto personale di riportare in auge una lingua che risale alla notte dei tempi per suoni che non cercano attimi propiziatori, ma piuttosto creano una comunione che diventa cammino e fase di sviluppo per i sogni a venire. Strumenti della tradizioni si mescolano al rock più classico e questo Occitan è un inno ad una cultura che non deve sparire, ma piuttosto deve integrarsi, una cultura che sa donare cogliendo dalle differenze punti di contatto con questo nostro mondo che occupiamo, senza dimenticare da dove veniamo, traghettati, dissidenti e perennemente in prima linea.