Cranchi – L’impresa della Salamandra (New Model Label)

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Disco composito il nuovo di Cranchi, cantautore mantovano in grado di trasformare le visioni letterarie in qualcosa di contemporaneo che non passa di certo inosservato, ma si attesta a diventare piccola summa moderna per concentrati autoriali che arrivano a lambire i grandi del passato. Impegno sociale e attuale lotta contro questa quotidianità sono gli ingredienti necessari per comprendere il quinto disco in studio del nostro poeta della pianura che tra nebbie e ricordi racconta di uomini alle prese con un’esistenza al limite. Un disco di vincitori e vinti, di passaggi sconfinati verso montagne e luoghi senza tempo dove il sopravvivere sembra essere l’unica cosa necessaria, l’unico espediente essenziale per comprendere appieno l’altro. Gli arrangiamenti basici si fanno via via complessi e donano vitalità ad una proposta davvero interessante. Un disco che si fa sorgente e porta con sé gli amori e gli umori di un’epoca lontana. L’impresa della Salamandra è in fin dei conti un inno alla vita, una sperata ricerca di qualcosa che ci permette di essere un po’ più veri, un po’ più reali. 


Pane – The River Knows (A tribute to The Doors) – (New Model Label/Dischi dell’Orsa)

Poche parole per raccontare di un disco che forse non ha bisogno di molte presentazioni. La band romana Pane rilegge in chiave acustica e dal forte e conturbante appeal, i brani più significativi della rock band per antonomasia, i The Doors. Il risultato è un disco totalmente suonato con strumenti acustici come chitarra, flauto traverso e voce ad infondere di genio una bellezza davvero fuori dal tempo che scava nelle profondità della leggenda per riportare a galla fantasmi e vissuti di un amore eterno, un amore incontrastato per ciò che poi è diventato indimenticabile. Le versioni dei pezzi sono ad alto tasso emozionale e nessun brano prevale sull’altro, anzi da Yes, the river knows fino a The end, i nostri sanno mantenere una certa tensione di fondo che permette di raggiungere grandi e soddisfacenti risultati. Bravi davvero.

Alberto Nemo – Dante Vs Nemo (New Model Label/Dimora Records)

Sedimentate le prove precedenti continua il percorso d’alto impatto emozionale di Alberto Nemo e del suo stile inconfondibile capace di toccare le corde dell’anima e riappacificare l’ascoltatore con melodie ultraterrene in grado di scardinare gli ordini e le ovvietà precostituite grazie ad un appeal sofisticato ed etereo, a tratti onirico e cangiante. Prova alquanto particolare questa volta per il cantautore veneto che incrocia nel suo cammino i canti di Dante e della sua Commedia, trasformando i significati in musica. Una musica che arriva dritta dritta al cuore e non se ne va più via. Difficile saltare i brani, difficile sceglierne uno in particolare, il risultato è magnetico e la voce in primo piano sovrasta le parti musicali, del resto sempre ottimamente arrangiate. L’ascoltatore entra d’obbligo nel mondo ricreato ad arte dal nostro grazie alla voce narrante di Marino Bellini che introduce, estrapolando pezzi di Dante, i vari brani proposti. Il risultato finale è, come sempre, un disco monumentale, elaborato, non per tutti, ma di certo soddisfacente. 


Andy Fredman – Pieces of paper (Seahorse Recordings)

Passione che non si ferma ai confini moderni, ma piuttosto si tuffa nel passato musicale più lontano e scava nelle profondità degli anni ’60 e ’70 alla ricerca di suoni non troppo elaborati, ma di sicuro effetto per un’esigenza di buttare su carta impressioni e sensazioni di quegli anni, attraverso una convincente prova che sembra non sentire il divario di un’epoca ormai lontana. Andy Fredman all’anagrafe Andrea Cavedagna, dà alla luce un album che prima di tutto è un viaggio emozionale per chi ascolta, le canzoni non passano di certo inosservate e la cura e precisione negli arrangiamenti fa in modo di dare un senso pieno e compiuto all’intero lavoro. It’s only a cry fa da apripista per poi via via creare continuità con The show fino al finale lasciato a The hardest game per un risultato finale in bilico tra sperimentale e classico frutto di elaborazioni continue capaci di raggiungere un meritato e ricercato traguardo. 


Umberto Ti. – Alaska (Tikka Music/New Model Label)

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Delicate introspezioni giovanili affondano nei ricordi il senso egregio di un percorso mai gridato, ma piuttosto conservato al filo della memoria e intessuto di quello spirito che rassicura e contorna di immagini una velata poesia leggera, ma efficace. Prodotto nuovamente da Giuliano Dottori, il nuovo di Umberto Ti. è un insieme di canzoni che guardano all’approccio sentimentale con un vago ricordo malinconico e assottigliano le distanze parlando di amori e di introspezioni. Il freddo come filo conduttore, il freddo degli amanti nascosti in posti lontani e qui raccontato nel palpitare di una sera qualsiasi che diventa giorno quando meno te lo aspetti. La delicata visione di una pelle morbida e candida poi che si raffronta inevitabile alla realtà dell’andare via, dell’andare oltre ai nostri occhi, oltre al nostro cuore è emblema di questo disco. I suoni che ne escono sono sussurri prima di addormentarsi, sono acustiche chitarre che incrociano il folk, l’indie e il pop per un risultato davvero sottile nella sua bellezza profonda.