La chance su Marte – Come ci viene (Alka Record Label)

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Rock sopraffino e d’autore che si stampa al di sopra di infinite longitudini e ci porta in un istante a coprire spazi lontani e inesplorati all’interno di capsule spaziali sonore a vedere la luce. La chance su Marte intelaia, attraverso strutture narrative, una prova che ha il gusto per il passato, ma nel contempo soppesa l’elettronica cangiante riadattandola per questo e altri scopi in una convinzione che nelle otto tracce proposte diventa sodalizio imprescindibile con quello che viviamo ogni giorno. Otto pezzi che sono otto racconti dove i protagonisti di tutto questo si domandano, vivono, si consumano e amano in un cerchio chiamato vita che raggruppa inevitabilmente tutte le nostre esperienze più profonde. Canzoni come l’apertura La chanche su Marte, Oceano, la stessa title track, Giovedì sera sono forse i punti di contatto con un qualcosa a cui non sappiamo dare un nome, ma che segna le nostre vite e i nostri traguardi, per un disco d’esordio davvero consistente e dal forte impatto emozionale. 


Sìleo – Sìleo (Alka Record Label)

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I vicentini Sìleo colpiscono a fondo con un pop rock stagionale virato verso cavalcate di acustiche chitarre che si intrecciano via via a ricompattare sogni d’altri mondi in costante cambiamento. Nati dalle ceneri dei Minerva, con il singolone Verdone, riescono a catturare atmosfere di grazia compattando un suono d’insieme e cercando di trasmetterlo attraverso melodie imbrigliate nell’indie d’autore che pervade l’intera prova. Sono solo quattro canzoni, ma nel contempo questi pezzi racchiudono al proprio interno un racconto narrativo in grado di attraversare questo e altri tempi, parlando da vicino, parlando strettamente di ciò che ci manca. Essenzialità quindi e immediatezza fanno di questo sprazzo di vita registrata su disco un punto fermo, un punto sostanziale da cui partire per stimolare un approccio di sicuro effetto e che riesce nell’intento di colmare qualche vuoto che ci portiamo dentro. 


Gianluca Montebuglio – E’ tutto bellissimo (Octopus Records)

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Esordio discografico per il cantautore di Caserta capace di ricreare e dare vita ad un disco che parla da vicino all’orecchio dell’ascoltatore incantando grazie ad una cifra stilistica davvero notevole e intessendo trame soppesate raccontando di fatti e avvenimenti che ci riguardano assolutamente senza mezze misure. E’ tutto bellissimo è un disco che parla del terremoto, è un disco che parla dell’illusione di una nazione di poter controllare qualcosa di incontrollabile, ma è anche un album che parla di storie, un concept che sfiora le vite umane per portarle ad un’elevazione importante innalzano l’asticella della vita verso un qualcosa che sembra irraggiungibile, ma che in verità è alla portata di tutti. Gianluca Montebuglio dà vita a qualcosa che ha il sapore del racconto sociale, dell’importanza di credere in un destino forse ineluttabile, ma nel contempo l’importanza data a quel bisogno di ricomporre dalle macerie parti indissolubili della nostra esistenza. E’ tutto bellissimo è un filo che unisce le persone, è uno sprazzo di luce nella notte più nera. 


Baia90 – BrevEP (Octopus Records)

L'immagine può contenere: 15 persone, persone che sorridono

Semplicità allo stato puro, quasi allo stato larvale in grado di ottenebrare l’inutilità per concentrarsi su di una musica contagiosa in grado di accarezzare, come vento d’estate, tutto ciò che di meglio possiamo ricordare di questi nostri anni. BrevEP dei Baia90 ha il sapore vintage di un mondo lontano, porta il sapore del cantautorato degli anni ’60 pur mantenendo una forte dose di contemporaneità per temi trattati incrociando il pop al rock mai strillato e riuscendo nell’impresa di creare, attraverso poche e immediate tracce, un’atmosfera, un disegno, un’impressione. Dall’Intro passando per Cane o Ghe Peghegno fino al finale lasciato alla bellissima Niente e nessuno i nostri fanno un lavoro di cesello, non infarciscono la prova di inutili suoni, ma si concentrano su un’essenzialità davvero entusiasmante che attraverso questo scorcio ricco di rimandi, instaura con l’ascoltatore un bisogno di appartenenza ad un tempo che scorre e travolge che salvifica e rinfranca. 


De Grinpipol – Elephants (Autoproduzione)

De Grinpipol, “Elephants”: la recensione

L’elefante si nasconde all’interno di sonorità prestigiose che toccano apici di internazionalità intersecando la musica di Arcade Fire e Interpol sono per citarne alcuni costruendo un disco davvero impressionante sotto molteplici punti di vista. Un album che di italiano ha gran ben poco se non fosse per Quello che importa, ma non più di tanto, unico pezzo sghembo che lega poco con il resto, ma che nel contempo getta forse le basi per prossimi futuri. Il nuovo lavoro dei De Grinpipol è fecondo di innovazioni e carico di quella rabbia e bisogno di comunicare che nella canzoni indie rock qui proposte fa da tramite alle soddisfazioni della band sarda che per l’occasione sfodera dal cilindro una sapiente capacità nel creare che diventa salto nel vuoto nel momento della sperimentazione, ma che in un attimo ritrova la propria via costruttiva nell’approccio e nella sovrapposizione essenziale di voci e strumenti. Ciò che ne esce è un album altamente contagioso e compatto, una prova superlativa fresca e vitale, una prova che si fa riascoltare e capace di accontentare anche i palati più raffinati. 


Mac and the bee – One of the two (Officine Musicali)

Elettronica che si spinge oltre i confini che conosciamo, elettronica sospinta imprigionata negli occhi vacui di un non definito, ma emblematico, personaggio di copertina ad incorporare elementi, tempi di profusione e accessibilità velata in una spirale tortuosa e cavernosa in grado di sorprendere, in grado di far sperare. Il quartetto sardo confeziona un disco davvero eterogeneo e vitale, capace di spaziare attraverso generi, ma puntando inequivocabilmente ad un rock che non ha frontiere, un rock che porta con sé il profumo di un’internazionalità affacciata alle sonorità del nuovo millennio. Melodie d’oltreoceano quindi  per questo One of the two da Feel you fino a Noisy passando per Asleep e I wish per un condensato di impressioni mai celate, ma piuttosto ingabbiate in una musica in grado di smuovere qualcosa dal di dentro che non ha un nome, ma che si pone a essenzialità da riscoprire, si pone a vuoto da colmare oggi più che mai. 


Matteo Perifano – Uomo Europeo (Autoproduzione)

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Influenze orientali e di mondi lontani che permettono l’approccio ad un disco fatto di architetture smussate da une geometria esistenziale che parla di universi incrociati al far della sera. Il giovanissimo Matteo Perifano intesse un album davvero importante e in grado di andare oltre le mode e i cliché comuni intelaiando grandiosamente energie che ritrovano nel cantautorato di Branduardi e Battiato, ma anche, aggiungo io, di Andrea Poggio e di Dino Fumaretto, una via d’uscita dalla quotidianità, una via periferica che abbraccia culture, abbraccia vite aldilà dei muri interiori che ci portiamo ogni giorno appresso. Uomo europeo, per lo stesso autore, è un insieme di Nove arie contemporanee per quartetto d’archi, pianoforte e voce, un disco ambizioso, ma nel contempo un album strutturalmente ineccepibile, un vagare errante che racchiude corpi e melodie, occhi che scrutano ed esigenze di andare oltre lo sperato in una modernità rivista e rivalutata alzando l’asticella sempre più in alto. 


Andrea Cassetta – Melodie impolverate (Autoproduzione)

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Rock cantautorale che riscopre l’odore del vintage vissuto partendo da presupposti che sono legati indissolubilmente alla vita di tutti i giorni e si contendono spazi quotidiani tra un essere e un avere che sembra non avere fine. Il disco di Andrea Cassetta è un riscoprire al nostro interno il bisogno preponderante di costruire qualcosa di interessante partendo dalle immagini che la realtà ci propone, senza intermediari o mezze misure, ma piuttosto attingendo al calderone della nostra anima le parti mancanti e necessarie per la riuscita di un progetto ambizioso, ma nel contempo reale. Andrea Cassetta riesce nell’intento di dare alla sobrietà un’altra faccia, una schiettezza che si sposa bene con la melodia, con le parole e con i testi mai banali e di certo, in parte ricercati che fanno dell’introspezione univoca un punto di contatto con qualcosa di sincero da afferrare. Da Sirena a Grida Mute passando per le bellissime Daphne, Fuliggine, La prossima estate il nostro intesse su tappetti di vita le trame per la riuscita di un disco che racconta, filo dopo filo, la nostra esistenza. 


-FUMETTI- Patrick Doyon/André Marois – Il ladro di panini (Sinnos)

Titolo: Il ladro di panini

Autori: Patrick Doyon/André Marois

Casa Editrice: Sinnos

Caratteristiche: brossura, pag. 160, 16,5 x 21 cm.

Prezzo: 13,00 €

ISBN: 9788876093821

 

Divertente giallo per bambini che racconta le peripezie di Marin alle prese con la risoluzione di un caso dalle tinte fantasiose e neo pulp in un condensato d’autore che ritrova la forza di recuperare vitalità da uno scorrere leggero di pagine che via via aprono all’immaginazione, moltiplicando il pensiero e facendosi testimoni di vissuti vicini alla vita di tutti i giorni. Racconto dal sapore d’altri tempi, racconto genuino oserei dire che ricorda la bontà della merenda per la scuola preparata dalla mamma, una merenda salutare e fantasiosa come del resto le vicende che possiamo interpretare tra le righe di questo libro altamente illustrato e magnificamente contagioso in fatto di ironia.

Il ladro di panini è la storia di Marin e del suo andare a scuola, è la storia di un qualcuno che ruba la sua merenda per più giorni alla settimana, è la storia di una ricerca fatta d’astuzia, ingegno e intelligenza in un continuo domandarsi trascinando con sé vissuti e amore per la vita, amore per la scoperta e senso di appartenenza a qualcosa di profondo e concreto. La storia raccontata da André Marois e illustrata da Patrick Doyon nella sua semplicità risulta essere davvero interessante sotto molteplici punti di vista, partendo dal comparto strutturale, narrativo e composito pronto ad includere tutte le caratteristiche di un giallo che si rispetti fino ad arrivare alla qualità grafica dei disegni proposti riconducibili per cifra stilistica all’ingegnoso illustratore canadese già candidato, in passato, all’oscar nella categoria miglior corto d’animazione.

Il libro edito da Sinnos è un illustrato speciale, speciale come la maionese preparata dalla mamma del protagonista del racconto. Marin appartiene ad un mondo di lettere e parole che si fanno leggere e si sciolgono in bocca con lo sguardo, per una trovata divertente che sa valorizzare l’importanza di una merenda genuina e nel contempo dona una visione d’insieme che invita i grandi a riflettere. Grazie ad un’ironia trascinante e sempre in primo piano il nostro piccolo personaggio in cerca d’autore o meglio in cerca di un ladro riuscirà a districarsi nel groviglio della quotidianità con assoluta padronanza della situazione, proprio come un bravo investigatore. La risata è assicurata. 


Per info e per acquistare il libro:

https://www.sinnos.org/prodotto/il-ladro-di-panini/

 

 

Exspectans Ver – In limine (Seahorse Recordings)

album In Limine - Expectans Ver

Suoni disincantati, quasi struggenti, a rimarcare ambientazioni che assalgono e rapiscono, in bilico tra distorsioni e puliti, in bilico tra un’attesa e un dirompente bisogno di comunicare. L’albume degli Exspectans Ver apre a divisioni continue e si immola a circoscrivere un’aggressività di fondo che nell’energia del momento si fa importanza necessaria. Le cinque tracce proposte poi racchiudono una potenza incontrollata che nella ricercatezza chiaroscurale rende vivida la proposta di un alternative in evoluzione. In Limine racchiude un hardcore melodico che sa spaziare tra vari generi e forse questo è il punto di forza dell’intero lavoro, un gridato sofferto e lancinante che diventa poi sostanza attiva per incursioni mai banali e sedimentate nei ricordi di questo tempo. Gli Exspectans Ver intercettano le difficoltà di questa nostra realtà moderna e le rigettano al suolo da un palco polveroso chiamato vita che per l’occasione accoglie la dicotomia luce oscurità imprigionando tensioni e nel contempo costruendo architetture in grado di stupire ad ogni ascolto. Bravi.