77 Gianky Project – Non mi fermerò mai (Overdrive Records/Duff Records/Scatti Vorticosi Records)

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Punk imperterrito scavato al suolo con approccio evidente, sciolto e mai contorto, in voli pindarici stratosferici che si sposano poi con la nuda realtà abbandonando la quiete e sposando la caotica visione di una sostanza che vale molto più dell’apparenza. Continua a testa bassa la carriera multiforme del chitarrista dei Meat for dogs Giancarlo Capicotto in una prova coadiuvata da Eugenio Pullano al basso e Simone Matarese alla batteria, una prima prova dal sapore d’altri tempi che cerca sempre e comunque una direzione ostinata e contraria alla regola preimposta consentendo all’ascoltatore di entrare all’interno di un mondo fatto di materia lasciata a sedimentare e pronta a ricoprirsi di nuove ambizioni all’insegna di un testo immediato che fa subito breccia e convince. Non mi fermerò mai è un disco che nella sua omogeneità ricerca una parabola nel mondo delle illusioni ponendo, in modo tangibile, un riflesso di un tempo che non c’è più. 


Candies for breakfast – Candies for breakfast (Autoproduzione)

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Alternative rock suonato che ammicca alla bellezza della musica degli anni ’90 costringendo l’ascoltatore a fare inevitabilmente un tuffo nel passato, un tuffo nei ricordi e in tutto quello che ci portiamo dentro. I Candies for breakfast creano nel loro omonimo una commistione essenziale e ben ponderata tra rock e pop che trova linfa vitale e costruzioni ammirevoli nella prima Alanis Morissette e nei No Doubt in un sali scendi emozionale che alterna canzoni dal facile appeal ad altre più introspettive e meditative. La band di Cremona cerca nei testi, inoltre, un proprio punto di fuga, una soddisfazione personale che va oltre le mode imposte e convince a dismisura in canzoni come l’apertura affidata a California, Hot, Are u cryin’, How long, The death of me and you per cercare di dare un senso ad una prova circolare attingendo di luce l’oscurità che avanza. I nostri sanno quello che vogliono, in questo album lo hanno saputo dimostrare. Anche se il punto di maturità e originalità sospinta è ancora un po’ lontano questo concentrato di bellezza li aiuterà a comprendere più a fondo la loro meta da seguire. 


Second Youth – Dear Road (IndieBox Music/Demons Run Amok)

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Punk malinconico e sognante con una forte dose di personalità e caratterizzato da riff in divenire che ti entrano dentro e fanno fatica ad andarsene in conseguenze abissali che sono lo stimolo per questa e nuove avventure in un viaggio continuo fatto di punk, di rock e di qualsivoglia forma di protesta nei confronti dell’illusione del mondo, dell’illusione di questa e altre vite. I Second Youth sono tornati, la loro seconda giovinezza la vivono attraverso questo loro nuovo disco, un vero e proprio Lp sulla lunga distanza a raccontare e a incendiare un momento, un attimo, una parvenza di realtà che si trasforma e convince in tutto e per tutto grazie ad un’immediatezza di fondo e grazie ad una leggerezza che fa scuola. Da Friday Night fino alla title track, passando per Letter home e Close i nostri intascano una prova di coraggio avvincente e scorrevole che guarda con introspezione al passato, ma che nel contempo si rende partecipe di un presente che li vede protagonisti. 


Duracel – Supermarket (IndieBox Music)

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Carriera disinibita su palchi polverosi di una penisola in fibrillazione atriale concessa per un ennesimo disco dal sapore d’altri tempi e che vede i Duracel compiere il miracolo ancora una volta. Dopo L’ora d’aria e dopo un’attesa di quattro anni, torna la band veneziana che da quindici anni di sostenibile potenza trova ancora nella denuncia sociale una propria strada, un proprio grido potente per raccontare e raccontarsi, all’interno di quella scatola chiamata Italia che troppe volte toglie senza nulla dare. Le canzoni si sciolgono come aspirina nell’acqua e il toccasana riprodotto ha il gusto di qualcosa di forte e di ben strutturato, musicalmente classico, ma pieno di quella sostanza che si fa ricordare. Dodici canzoni che sono lo specchio di questi tempi, dodici pezzi che a fatica si dimenticano. Bentornati Duracel e che sia sempre un inizio per voi.