Monolithic – Elephant (Autoproduzione)

Ascoltando i Monolitich sembra quasi di avere nel salotto della propria casa i Pink Floyd che fanno stoner mescolato all’hard rock più disperato con improvvisazioni psichedeliche che stupiscono per suono granitico e ben impostato e rabbia esplosa a dovere in un concentrato di azioni che si dilunga in aperture, costrutti eviscerati a dovere traccia dopo traccia, canzone dopo canzone in sodalizi con un passato che non c’è più, ma nel contempo con gli occhi protesi al futuro. Da Moloch fino a Spleen Mountain’s Giants  si passa di genere in genere, tra attimi che si fanno pensierosi fino a vere e proprie potenze di fuoco espresse. Importante in due parti la mutevole e cangiante The umbaptized and the Virtuous Pagans elaborata a dovere, quasi una jam session evaporante e potente nella sua interezza; basterebbe solo questa canzone per comprendere la caratura invidiabile di questo trio composito. Elephant è uno sguardo nell’interezza e nel contempo nella singolarità, sei canzoni per una band in costruzione che ha tutte le carte in regola per diventare capofila di un genere evolutivo e alquanto contagioso.

Stella Maris – Stella Maris (La Tempesta Dischi)

Difficili da descrivere queste scintille che appaiono nel firmamento musicale come regalo di Natale anticipato e che di certo non delude, ma piuttosto illumina di infinite possibilità e attimi un bisogno essenziale di ritrovare un certo tipo di musica, un certo tipo di sostanza approdata nei meandri e dal nulla esplosa in tutta la sua conturbante bellezza. Stella Maris è una super band formata da Umberto Maria Giardini, Ugo Cappadonia, Gianluca Bartolo de Il pan del diavolo, Emanuele Alosi de La banda del pozzo e Paolo Narduzzo degli Universal Sex Arena, un gruppo che esce dagli stilemi dei singoli elementi per dare voce e vita ad un progetto interessante e sospeso tra il passato, quello degli anni ’80 degli Smiths per intenderci passando per un certo cantautorato moderno che incrocia le poesie di Benvegnù e si definisce all’interno di un disimpegno impegnato. Nonostante la cifra musicale sia spesso scanzonata i testi sono sempre legati ad un certo interesse per gli ossimori e per le prese di posizione in questa società malata. Intenzioni quindi e aria vintage proclamata che si fa sentire in una maturità di fondo esemplare capace di caratterizzare pezzi come il singolone Eleonora no, senza tralasciare canzoni come Rifletti e rimandi, Piango Pietre, Coglierti nel fatto o la parvenza di suite sonora finale Se non sai più cosa mangi, come puoi sapere cosa piangi?.  Stella Maris è un disco folgorante, strutturalmente impeccabile che insegna alle giovani leve e non solo che un certo tipo di musica è ancora possibile in questa aleatorietà disturbante.

Onorato – Quantum (Lilium Produzioni/La Mantide Edizioni Musicali)

Pezzo di vita che abbraccia con stupore la grandezza dell’universo nelle sue introspezioni più nascoste, quasi solenni e abbaglianti in uno scorrere di verità ed esigenze che si sposa con i desideri più reconditi, i parallelismi le vicissitudini della nostra anima a ristabilire un’omogeneità di fondo che fa scuola. Il quinto disco di Giancarlo Onorato coadiuvato da Marco Giuradei è uno sprofondare all’interno di paure e temi attuali dove una maturità di fondo ingabbiata dal tempo riesce a stupire per concretezza e bellezza fatta umanità, per un album oscuro che parla alla notte e dalla stessa notte estrapola quel desiderio di comunione con un colore, con uno stato d’animo, con la parvenza di essere ancora umani tra gli umani. Le belle cose apre il disco, Il passaggio lo chiude. Moti ondosi nel mezzo del viaggio tra le bellissime Niente di te, Primavera di Praga, Senza gravità per un disco che è un concentrato di parallelismi nel giorno che ci guarda, in questo e altri universi, nel profondo di ciò che abbiamo scordato di avere.

Effepunto – Coccodrilli (LaBellaScheggia)

album Coccodrilli - Effe punto

Confusione allo stato larvale per comprendere in anticipo la propria morte attraverso un cantautorato sghembo a tratti rilassato che pervade l’intera produzione di rimandi ad una scena quasi beat e psichedelica per un concept album che raccoglie idee prima della fine di questo tempo. Fatti quotidiani si alternano ad emozioni e stati d’animo che incupisco e nel contempo si fanno portatori di colori vivaci e leggeri, quasi prendendo poco sul serio discorsi così importanti che non troveranno mai una risposta. Effepunto, già con Ministri dal 2009 al 2013 ci prova con un concept d’altri tempi, rocambolesco per certi versi, dove il filo della matassa si percepisce nell’intero ascolto di queste sedici tracce verbose e suonate per l’occasione anche da Gianluca Gambini, Jacopo Tarantino, Federico Dragogna, Andrea Sologni. Coccodrilli è un concentrato onirico di sogni e paure, di fallimenti e speranze, di tutto quello che abbiamo in testa, ma che non riusciamo a dire nell’insieme di gesti e parole che caratterizzano il nostro vivere di ogni giorno.