Fiori di Hiroshima – Horror Reality (Phonarchia Dischi)

Paura compressa a dismisura che attanaglia e ci impedisce di vivere il momento, una paura che entra subdola nella nostra società e non esce, anzi si radica all’interno fino ad implodere in schegge impazzite che sono parte imprescindibile di ognuno di noi. I Fiori di Hiroshima analizzano il mondo che ci gira attorno, lo fanno dal lato oscuro della luna e non si accontentano di canzoni fine a se stesse, ma inglobano piuttosto un concetto che rende omogeneo l’intero lavoro, un lavoro fatto di passione, sudore, amore per la musica e soprattutto un’esigenza di andare oltre al già sentito in un’internazionalità di fondo davvero sorprendente. In Horror Reality ci sono elementi blues che si inerpicano su riff da scimmie artiche e consegnano un lavoro a tratti oscuro e a tratti smussato e tagliente. Pezzi come la title track, La terra dei mostri, Il mare o il delirio messaggistico finale di Output sono emblema di un bisogno nel denunciare un’oppressione costante, fino all’ultimo respiro, fino a quando il nostro incubo avrà fine, forse, un giorno.

Emmanuelle Sigal – Table Rase (Brutture Moderne)

Cancellare tutto, ripartire da zero, trasformare il tempo che passa in un qualcosa che non fa paura, in un qualcosa che resta, con leggerezza e disimpegno, attraverso l’uso di parole semplici che abbattono la consuetudine e si soffermano su ciò che è veramente importante e che ci riguarda da vicino. Il nuovo disco di Emmanuelle Sigal è un ripartire dagli inizi, grazie ad una musica soppesata e conturbante la nostra scivola sul velluto di un suono sempre in tiro e ben movimentato che abbraccia le consuetudine di una musica d’autore per passare ad un gipsy che salta nel carro del jazz e si installa fino a creare melodie, giochi di parole, rimandi con il passato davvero importanti e apprezzabili. Le nove tracce proposte sono lo specchio di una cantautrice in evoluzione che per l’occasione trova la collaborazione del chitarrista Marc Ribot in un sodalizio che ben si esprime in pezzi come Table Rase, Bless o Small Talk per un album che lascia il segno sin da subito e si appresta a valorizzarne il titolo grazie ad una freschezza esistenziale che a fatica trova eguali.

LeVacanze – LeVacanze (Apogeo Records)

L'immagine può contenere: nuvola, cielo e spazio all'aperto

Suoni sintetici e minimali, testi semplici per un corollario di vite che si affaccia sulla quotidianità estiva e stagionale raccontando di un mondo perennemente in esposizione attraverso una musica davvero congeniale e mai esagerata, ma piuttosto calibrata a dovere e soprattutto in grado di aprire orizzonti di semplicità narrativa che stupiscono per freschezza e autenticità. LeVacanze, duo elettronico poppeggiante formato da Giuseppe Fuccio e Giovanni Preziosa intascano una prova formata da cinque canzoni che ammaliano senza alzare il tiro, ma piuttosto dando senso e atmosfera ad un ep che sa di nuovo e soprattutto di ricerca che non si ferma all’apparenza. Tu chiamalo se vuoi pop, ma il loro inseguire la modernità nasconde un’esigenza incombente di trasformare l’intero in meraviglia citando i singoli fatti di una penisola in decadenza e distendendo lo sguardo su pezzi che nella loro pacata inquietudine alterano i colori sino a diventare una massa uniforme di omogeneità in grande stile.

Pierpaolo Scuro – Tu che guardi (Dormiveglia dischi)

Disco che parte con il botto e poi si trasforma sinuosamente in un’avventura introspettiva per romantiche prospettive dove lo scavare in fondo alla nostra anima è diventato l’unico modo per sopravvivere ancora. Il nuovo di Pierpaolo Scuro è un viaggio dentro la condizione umana, un guardare oltre le mille sfaccettature che la vita ci propone per dare un senso diverso a tutto ciò che ci circonda, il tutto condito da una musica d’autore sporcata dal blues, dal jazz, dal rock e dallo stoner più importante. Pezzi come Non cercarmi mai, Deserto, Una notte ancora, Bambino sono emblema in evoluzione di un progetto maturo e ricercato che non si ferma alle apparenze, ma stabilisce un confine da superare tra diversi stili posti in essere in simbiosi molecolare per un album fatto di sguardi e profondità, di bellezza e ricercato amore per ciò che ci può salvare; un grido forse, una risata, un gesto significante, un passo sospeso verso quel burrone chiamato vita da superare oggi più che mai.