-FUMETTO- Mattia Iacono – Macumba (Tunué)

Titolo: Macumba

Autori: Mattia Iacono

Casa Editrice: Tunué

Caratteristiche: cartonato, 17×24, 144 pp a colori

Prezzo: 16,90 €

ISBN: 9788867902378

 

Magia nera e ironia nera, umorismo oscuro e velato amaro in bocca per un viaggio assimilabile alla sfortuna che accompagna un solitario vivere di un personaggio quasi in cerca d’autore o meglio alla ricerca di un proprio posto nel mondo dove stare, tra le ore spese ad insegnare e le passioni archeologiche riposte su di uno scaffale polveroso di una libreria senza tempo. Macumba è uno scongiuro, è una danza che racchiude al proprio interno il segreto della vita e del nostro essere reali, tra peripezie e disastri che stanno per accadere, in una moltitudine disomogenea di personaggi strani e bizzarri che accompagneranno il protagonista del racconto verso la fatalità del caso, la fatalità della vita.

I demoni raccontati in Macumba sono anche i demoni del nostro uomo, il Signor Bellini, alle prese con un lavoro poco soddisfacente, una vita ai margini del tutto anonima e quel barlume di conoscenza rappresentato dalle tre statuette trovate tempo addietro in un mercatino, statuette che saranno vero fulcro di cambiamento, passaggio inevitabile di vita e di morte, destino da creare, un destino rassegnato e tangibile. Un giorno l’archeologo, di ritorno da una giornata di lavoro, dopo essersi, in solitaria, sbronzato a dovere, viene sopraffatto da un’apparizione di una potente e terrificante divinità che gli preannuncerà una morte imminente. Preso da stati d’ansia e allucinazioni il nostro sarà accompagnato, durante l’ultima giornata nel mondo dei vivi, dal vecchietto e vicino di casa Cabrera, a dare una sbirciata alla vita vera incontrando in un vagare errante per la città persone inusuali come Boris l’erborista e Lafayette lo schizzato guerrafondaio in cerca di compagnia; tutti personaggi creati ad hoc nel far da contorno ad un quadro quasi surreale e a tratti onirico-stupefacente.

Mattia Iacono mette in scena una storia lineare, ma ricca di dialoghi, verbose presenze che riempiono, assieme al colore digitale, le vignette presentate in questa nuova e seconda fatica dopo il già edito per Tunué Demone dentro. E sono proprio i demoni a ritornare, quelli di tutti i giorni, quelli che ci portiamo dentro e che tante, troppe volte non riusciamo a nominare. I colori per l’occasione si fanno più decisi, pugni allo stomaco alla leggerezza, riempitivi che acquisiscono un ulteriore senso per lo stesso Mattia visto il lavoro da colorista per diverse case editrici, un colore che predomina e spazia nella modernità diffusa e raccoglie, in modo indiscutibilmente importante, il messaggio da veicolare.

Macumba è la sensazione di avere tutto sotto controllo anche se sai che è fin troppo presto per trarre conclusioni speranzose, è un cadere verso l’indefinita sicurezza del non sapere e nel contempo è un fumetto che si fa sottile ironia accompagnata per mano dall’elaborazione in prosa affacciata alla finestra della vita, la stessa vita che tendiamo a controllare, ma che non sappiamo definire. Macumba è proprio quell’attimo prima che il sipario si chiuda.

Per info e per acquistare il fumetto:

http://www.tunue.com/prospero-s-books/432-macumba-di-mattia-iacono.html

Reveers – To find a place (Music Force/Toks Records)

Oltre la nebbia dei nostri ricordi esiste un gruppo di giovani ragazzi, ma veramente giovani che sono stati in grado di intrappolare un’istantanea davvero alternative di un momento astratto che in qualche modo si è fatto visione perpendicolare e piena di forza, vitalità e freschezza. I Reveers, band di Udine, è riuscita a fondere il meglio dell’indie d’oltre manica con una musica proveniente direttamente dagli anni ’80 cucendo malinconie che si sono fatte realtà cesellata a dovere. Arpeggi in dissoluzione fanno da contraltare a veri scoppi di potenza che possiamo ascoltare lungo tutti gli otto brani proposti in accenni sospirati e tutt’altro elementari di una band che, nonostante l’età, ha forse già trovato la propria strada. Canzoni come l’apertura Low to the ground o Waves from the sky non passano di certo inosservate fondendo l’attimo in una pura eccitazione e inquadrando il gruppo come essenza di un talento giovanile davvero invidiabile. Sentiremo ancora parlare di loro, o almeno lo spero.

Blue Cash – When she will come (Music Force/Toks Records)

Velocità in transizione capace di alzare polveroni occidentali in grado di abbattere il tempo perduto e consegnarlo sotto forma di acustiche visioni impazzite e senza sosta grazie ad uno spirito acustico che si fa ritmo, tenacia perseguibile e bontà di fondo capace di consegnare a questo giovane quartetto la forza per una prova a tratti irresistibile, a tratti meditata. I Blue Clash fanno della potenza controllata il loro cavallo di battaglia, lo fanno con stile, con la classe di chi non ha nulla da perdere ma solo da guadagnarci. Ecco allora che dal cilindro esce un disco davvero ben equilibrato e a tratti sorprendente, un album che unisce la canzone d’autore con il rockabilly, unendo realtà disomogenee e lontane, diverse, ma astutamente intrappolate nella tela intessuta dal gruppo. Le prime canzoni presenti nel disco hanno il sapore di un vero e proprio intro scoppiettante che si concedono fino ad arrivare a pezzi autoironici nel finale come Maledetti Cash in una manciata di brani, dodici davvero che portano con sé il sapore delle cose semplici e genuine, fatte per amore della musica e irrobustite da una passione senza fine.

Beny Conte – Il ferro e le muse (Music Force)

Musica contaminata e mediterranea che si interseca con un sapore di vita lontano, laggìù oltre il mare, oltre i confini che conosciamo e che non sappiamo comprendere a vista d’occhio, ma che si fanno portatori di valori inestimabili, l’Oriente e l’Occidente fusi proprio a Palermo, fusi tra l’acqua e l’azzurro del cielo in uno strato mellifluo di lontananza che appare e scompare coma onda del mare. Il disco di Beny Conte è tutto questo, sotto la velata introspezione cantautorale si nasconde un desiderio di incrociare destini attraverso una musica d’insieme che sfiora le solitudini del momento per lasciarci appresso un album di musica popolare, nel senso più stretto del termine, capace di andare oltre  e intensificando il proprio lavoro con uno studio su carta di ogni singolo accenno di movimento intrinseco. Le poesie in musica presentate, tratte dal romanzo omonimo di Beny conte Il ferro e le muse, sono solo fuggevoli carezze sul calar della sera, fotografie stagionali, piccole perle da scoprire lentamente.