-LIBRI ILLUSTRATI- Mirco Zilio/Giacomo Agnello Modica – A piede libero (Uovonero)

Titolo: A piede libero

Autori: Mirco Zilio/Giacomo Agnello Modica

Casa Editrice: Uovonero

Caratteristiche: pag. 32, colori.

Prezzo: 15,00 €

ISBN: 9788896918494

 

 

Il viaggio identitario e surreale intrapreso per conoscere il mondo attraverso gli occhi di un bambino? No attraverso i primi piani e le inquadrature di un piede. Si avete capito bene A piede libero è un illustrato che racconta le vicende magrittiane di un piede sinistro che decide di abbandonare il proprio simile, il piede destro e dedicarsi alla scoperta del globo seguendo l’istinto, seguendo il suo essere, se di essere possiamo parlare, partecipando a quel qualcosa che chiamiamo vita in solitaria, progredendo, inciampando, ma soprattutto crescendo attraverso le esperienze.

Il libro edito da Uovonero racconta una straordinaria vicenda che coinvolge la parte più estrema del nostro corpo, un’avventura fantasiosa e a tratti onirica inglobante e portatrice di messaggi universali legati ora più che mai all’attualità, in maniera però velata, sottile, delicata, dove ciò che riteniamo reale si materializza attraverso le coperte del nostro io parlando ai bambini e nel contempo agli adulti con frasi semplici, ma riflesse nella vita di tutti i giorni. Un racconto capace di incamerare un desiderio di libertà profonda pronto a spiccare il volo fin dalle prime pagine in una consequenzialità degli eventi irrefrenabile e di per sé anche un po’ magica.

A piede libero parla il linguaggio del nostro corpo e delle nostre scelte, racconta di emancipazione e sfida, parla di due mondi opposti che inevitabilmente devono decidere da che parte stare, decidere quali sogni inseguire ed è proprio qui dal sogno che l’intera opera prende spunto per dare vita ad un racconto di formazione scritto da Mirco Zilio, proveniente dal mondo del fumetto e disegnato da Giacomo Agnello Modica, giovanissimo illustratore; una coppia davvero eccezionale nel rendere appieno i significati del volume stesso attraverso stili e contemporaneità uniche.

Il risultato finale sono pagine che si fanno ricordare per originalità e capacità di osare sottolineando l’importanza delle scelte individuali e delle barriere da abbattere per ritrovare una soggettività che appartiene a tutti e che proprio in questo libro si racconta e ci fa comprendere come le infinite possibilità sono da base essenziale per levare l’ancora della diversità e calare il proprio pensiero oltre forme precostituite. Un’ottica di condivisione quindi e anche di speranza dove il sentirsi leggeri è meta di un cammino che ripagherà solo coloro che decideranno di partire.

Per info e per acquistare il libro:

http://www.uovonero.com/s/index.php?option=com_content&view=article&id=554:a-piede-libero&catid=35:i-geodi&Itemid=53

 

Uscitanord – Il sogno occidentale (I Cuochi Music)

Dopo quattro anni di distanza dall’album Non aspettare ecco il ritorno degli Uscitanord, band abruzzese che da venti anni calca la scena del rock d’autore italiano con sperimentazioni leggere e sfiorate in bilico tra orecchiabilità in attimi e fraseggi di introspezione velata in grado di raccontare lo specchio di un’Italia e di un mondo occidentale che esiste e ci ingloba, ci consuma e annienta tra gli oppiacei del benessere e un mondo in decostruzione. A livello musicale il suono è contaminato da elementi jazz, elettronica mai sospinta e quella base di pop rock che seduce e conduce in qualche modo ad un tempo passato, a quel cantautorato fine ’70 e inizi ’80 che ricercava nella sperimentazione una nuova esigenza ed uno sbocco in evoluzione. Ballata moderna è un pezzo simbolo dell’intero disco, passando per L’eleganza della sposa o pezzi come La bugia, la verità e la bellissima title track nel finale fanno de Il sogno occidentale un disco che sa osare restando in parte nell’ordinario, un album che comunica e porta alla mente immagini di un mondo ancora da conquistare.

Matteo Bennici – Solum (Attraverso)

Paesaggi solitari espressi da fraseggi e melodie al violoncello che si amalgamano nella tela fitta e intricata di un progetto in solitudine e in divenire che si staglia all’orizzonte grazie ad atmosfere ricercate e alquanto inusuali da percepire con uno strumento classico e soprattutto implementate dall’uso di campionamenti, loop ed elettronica in dissolvenza che lascia al respiro l’ultima parola, lascia spaziare l’intelletto verso confini oltremodo immaginifici e a tratti onirici. Matteo Bennici, nella sua prima prova solista, riesce ad unire tutte le potenzialità che porta con sé: capacità espresse nel corso del tempo, attraverso esperienze con band live come Le luci della centrale elettrica, Il teatro degli orrori, produzioni di colonne sonore, improvvisazione; una potenza di fondo che va ben oltre il percepibile e il narrabile. Ne esce un disco che parla di ipotetici futuri e di temerarietà senza fine, un album che si racconta attraverso l’introspezione di questo importante musicista e che non smette di stupire grazie ad un uso in parte innovativo che fa del proprio strumento, un’arte per l’arte che è essa stessa veicolo per l’attimo appena trascorso.