Senzabenza – Pop from hell (RocketMan Records)

E’ il periodo dei ritorni e i Sensabenza non sono da meno. La band di Latina ritorna con un suono alquanto fresco e ricco di rimandi nei confronti di tutto ciò che li ha caratterizzati nel corso del tempo grazie ad un disco di stampo prettamente punk sferzato qua e là da incursioni garage rock sbarazzino e accompagnato da refrain di puro effetto che facilmente entrano nella testa e a fatica se ne vanno conquistando dal primo ascolto. Nel disco sono presenti numerosi ospiti di band che hanno fatto la storia di genere in Italia come Derozer, Rappresaglia, Latte+, Punkreas e Shandon a rincarare una potenza di fondo che si esprime nell’immediatezza di pezzi che non lasciano scampo, non lasciano respirare, ma che si concentrano nell’attesa e nell’attimo prima della deflagrazione in uno show dentro lo show che in chiave live sarà pronto a ridare quella potenza respirabile nel disco e così tanto attesa da rimanerne abbagliati.

One horse band – Let’s Gallop! (Autoproduzione)

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Disco d’esordio per la one man band milanese, One horse band che sporca le canzoni di un blues atmosferico capace di infondere continuità ad una scia di ripresa cominciata qualche tempo fa che vede come protagonista dello show una chitarra, una vecchia batteria e una voce graffiante in grado di far ripercorrere in un solo istante la storia del blues e le varie influenze che lo stesso ha subito nel corso del tempo, per un disco questo che incrocia il Mississippi ai Navigli e fa diventare un garage rock qualcosa di più compiacente e meritatamente vissuto. Gli spiriti affini sono molti, ma un’essenzialità di fondo la possiamo scovare nei suoni di Tony la Muerte e di Elli de mon ad intensificare momenti di lucidità con assordante desiderio di trasformare il tutto in purezza di rumore dalla dichiarazione d’intenti iniziali Declaration of intent, fino al procedere nel finale di Altare per un disco che racchiude un animo oscuro e in decomposizione, un animo che affronta la realtà a testa alta, senza paura e senza vincoli precostituiti.

Unòrsominòre – Analisi Logica Ep/Una valle che brucia (diNotte Records)

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A sorpresa inaspettata, senza dire nulla e con un botto tenuto nel taschino escono insieme e all’unisono due dischi di Unòrsominòre: Analisi logica, piccolo Ep, ma potente per contenuti e Una valle che brucia, full length di rara bellezza e introspezione. Sono due lavori che si completano, sembra quasi nell’uno di trovare spiegazione e approfondimento per l’ampliamento musicale dell’altro tanto è verbosa e presente quella linea netta di demarcazione che ci costringe a far rientrare il tutto all’interno di una musica di qualità, magari non adatta a tutti, ma capace di scardinare logiche precostituite per una visione e un’analisi della realtà così complessa e stratificata da rimanerne in qualche modo colpiti. Analisi Logica si apre con la lunghissima O tempora, vivido spaccato dei nostri giorni, quassi una summa dell’intero lavoro, un’analisi tristemente veritiera che lascia posto alle citazioni di épater le bourgeois, sporca e convincente, per terminare con la già ascoltata “pezzali” a rimarcare l’uso smodato del nostro fervido ego in nome di una realtà che valorizza l’avere piuttosto che l’essere. Una valle che brucia invece è un’opera di per sé straniante, la copertina è l’esemplificazione del concetto su cui ruota attorno l’intero disco. Siamo su territori scarni, aridi e quasi nebbiosi dove la luce in fondo al tunnel è solo miraggio per menti che pensano che il futuro davanti sia fatto di elementi imposti, menti che non lottano, menti che subiscono l’assuefazione dei mezzi di comunicazione di massa, il tutto condito da un minimal rock cantautorale di bellezza solida capace di incrociare le alienazioni dei Radiohead, le melodie dei Non voglio che Clara e le sperimentazioni di Beck a rimarcare concetti, uno dopo l’altro, a sputarci in faccia l’assordante posizione che uno deve guadagnarsi per fermare questa deriva, sottolineando ancora una volta che la verità non sta di certo nel mezzo.