Alberto Molon – Hanno ragione tutti (Autoproduzione)

album Hanno ragione tutti - Alberto Molon

Autoproduzione genuina che possiede valore aggiunto in arrangiamenti sempre puntuali e precisi dove i sintetizzatori oscillano ad innescare melodie capaci di dare un senso al nuovo lavoro di Alberto Molon, cantautore veneto al terzo disco che per l’occasione chiede aiuto e collaborazione a Martino Cuman (Non voglio che Clara, Public) per consegnare agli ascoltatori una prova tagliente e nel contempo raffinata capace di andare oltre la concezione di indie pop moderno e ritagliandosi una propria nicchia di spazio e di avventure all’interno del variegato mondo delle produzioni odierne, alla ricerca nel contempo di una scrittura di testi efficace in pieno stile amarcord, ma impresso nella quotidianità del momento, quasi a voler fotografare il mondo che lo circonda con strumenti essenziali e parole necessarie. Quelle di Alberto Molon sono canzoni in grado di essere apprezzate anche solo attraverso l’uso di un’acustica e di una voce anche se qui sono in grado di maturare quel valore aggiunto che si può ascoltare già nelle tracce iniziali grazie ad un pensiero di ampliamento che rinvigorisce e irrobustisce il tutto preservando il nostro da forme di paragone inutili e mantenendo in esso una forte connotazione soggettiva originale e di impatto; in bilico tra rock pop e canzone d’autore Alberto regala spaccati di vita quotidiana al tempo che verrà.

Il diluvio – Il diluvio (Autoproduzione)

L'immagine può contenere: una o più persone, oceano, acqua, spazio all'aperto e natura

Lande desolate dove il buio sembra vincere su tutto il resto, un tripudio di colori che abbracciano l’intensità del vuoto e ammaliano di luce grazie ad arpeggi che parlano e partono direttamente da altri mondi, si fanno veri in una ricerca testuale che comprende il nostro vivere dissimulato su spazi profondi, in attesa della pioggia che verrà, in attesa di quel salto nel vuoto da poter apprezzare, vivere e completamente abbandonare per lasciare spazio a nuovi slanci poetici, per un indie rock, questo della band bresciana Il diluvio  che sa apprendere da tutto il filone malinconico indie di band come Radiohead su tutti passando per la velata amarezza dei Fleet Foxes in un ep di cinque pezzi che racchiude la forza intrinseca dei viaggi nello spazio, il bisogno di fuggire per non vivere di rimpianti e quella rassicurata certezza che prima o poi l’acqua tornerà per lavare le nostre ferite, per farci dimenticare, anche solo per un momento la nostra finitudine.

Maleizappa – Dorem Ipsum (Autoproduzione)

L'immagine può contenere: spazio all'aperto

Magma fluido e discostante capace di somministrare pozioni idealizzate in grado di trasformare una musica pop in sovrastrutture e composti sempre nuovi, con nuove forme da raggiungere e costituire da Frank Zappa passando per Elio e le storie tese i nostri Maleizappa costruiscono un’idea di musica che va oltre le barriere precostituite e instaura rapporti con una materia fluttuante, quasi impercettibile tra testi surreali e echi di mondi lontani, dimenticandosi del conformismo e utilizzando le parole come arma tagliente e a tratti disillusa, veicolo stesso di significati da comprendere velati da sogni impossibili e certezze da raggiungere. Dorem Ipsum è un disco apparentemente semplice, ma che nasconde una complessità di fondo, infatti le nove canzoni proposte si affacciano su questo Paese raccontandone vizi e cliché da superare in un’attesa che va oltre le ipocrisie e si attesta come freschezza disinvolta per una produzione con intenti chiari e veridicità di fondo che colpisce per attualità e speranze da raggiungere.

Link per l’ascolto:

Spotify: https://open.spotify.com/album/4rNCDwaCs8mKUGvlTirzeY

Apple: http://tinyurl.com/jlktyfu

Amazon: http://tinyurl.com/jcyprwj

Google Play: http://tinyurl.com/gunz367

Loris Dalì – Gekrisi (Autoproduzione)

Cantautore poliedrico e multisfaccettato che fa della realtà materia quotidiana di apprendimento da riporre in testi che si annidano nel nostro vivere giornaliero, incorporando capacità d’intenti e forma canzone che abbraccia notevolmente gli appigli di un cantautorato tagliente e immerso in un mondo ostile da cui doverne uscire o piuttosto,  da dove poter trarre vantaggio per approfondire il senso di radici che si sta via via sgretolando, raccontando di un’Italia che non esiste a livello istituzionale, ma nel contempo un’Italia che vive negli occhi della gente e che cerca come non mai di appartenere ad un qualcosa di più grande. Nel disco del cantautore piemontese c’è l’amore per il sud, ma anche l’amore per un certo tipo di suono analogico e reale, niente orpelli elettronici, niente finzioni, quasi a rappresentare la realtà nuda e cruda, attraverso mostri sacri del passato, citando Battisti, De André, Capossela, ma anche Bobo Rondelli o i veneti Bottega Baltazar, in un sensazionalismo che non esiste, ma piuttosto una musica che si presta sempre e comunque ad una buona causa, divertendo si, ma facendo anche riflettere.

I dei degli Olimpo – Uno (Autoproduzione)

Questo non è solo rock, ma piuttosto una convivenza esaltata dalla commistione di stili ed entità diverse che si fondono a dare inizio ad un disco che vede la giovane band proveniente dal Lago di Bracciano, estendere i propri territori inerpicandosi in mondi musicali circostanti di certo già battuti, ma nel contempo una band in grado di dare sempre e comunque un tocco di originalità a contenuti variabili e in divenire, sperimentando per l’appunto un rock blues che ben si sposa con il pop attuale e moderno, passando per ritmi più latini e arrivando a sfiorare la pesantezza di un metal sospeso alla ricerca della melodia giusta, del tono ammiccante e del risvolto adatto per una serata non troppo elegante, ma pronta a scatenarsi in pista al ritmo tribale di canzoni senza fine. La stoffa c’è e anche la capacità di dare un senso importante ai pensieri di fondo, la strada però è ancora in salita, non basta l’apertura davanti agli 80.000 del concerto di Ligabue, non basta, ma di certo è sicuramente un buon punto di partenza.

-LIBRI ILLUSTRATI- Beatrice Alemagna – Un grande giorno di niente (Topipittori)

Titolo: Un grande giorno di niente

Autore: Beatrice Alemagna

Casa Editrice: Topipittori

Caratteristiche: pagine 48, cartonato

Prezzo: 20 €

ISBN: 9788898523566

 

Vedere il mondo attorno con occhi nuovi e lucenti, magari bagnati dalla pioggia che cade e il tutto mosso da un desiderio esistenziale di andare oltre la noia che imbriglia per confezionare momenti di pura avventura in grado di renderci partecipi di un’esistenza, che dalla parte del bambino, è ancora così troppo lontana per assomigliare ad una minaccia, ma piuttosto è fervida immaginazione legata al filo del ricordo e bellezza da tenere con sé attraverso i giorni che passano inesorabili tra pozzanghere trasparenti e acqua che scende a dirotto, un mondo capace di trasformare la noia in un’avventura naturale da vivere pienamente.

Un grande giorno di niente racchiude un segreto profondo, un segreto che ora più che mai è reso attuale nel bel mezzo del bombardamento di informazioni e di mezzi di telecomunicazione che ci troviamo ad affrontare in questo momento del nostro vivere; Beatrice Alemagna da vita ad una storia che parte dal concetto di nulla e dall’esigenza di occupare il tempo per farci assaporare elegantemente uno spaccato vissuto in cui un bambino, in un giorno uguale a tutti gli altri, cerca di capire, sperimentando, un modo diverso di intendere l’esistenza, attraverso le cose semplici, personali e interiori: il salire sugli alberi, l’incontrare insetti sconosciuti, raccogliere sassi bagnati in un’incedere ovattato di avventure caratterizzate da un’assenza di tempo e da una presenza costante di colori a possedere le intere pagine e delineando stati d’animo indefiniti e in continua evoluzione.

Gli acquarelli si fondono a ricreare la bellezza della foresta, il mistero ancestrale della boscaglia, il vedere una realtà diversa, nuova, sconfinata che parte da un luogo oscuro che è dentro di noi fino ad intrecciarsi con la narrazione in un arcobaleno disegnato e ricercato, oltre il concetto di abbandono così troppo vicino a ciò che ogni giorno assistiamo con bambini assuefatti su divani a fissare scatole vuote, un concetto di vitale importanza così marcato da un finale di natura che ingloba ciò che resta di un artefatto elettronico creato per combattere l’inerzia del tempo che passa e che giace abbandonato in un fondale marino.

Topipittori punta su qualità grafica e di contenuti, punta sull’esigenza di educare ad un mondo diverso dove il bambino sia stimolato innanzitutto a rincorrere le proprie aspirazioni, lontano da fonti di omologazione primaria e dove libri come questo si fanno aiuto necessario nei confronti di quei genitori tante volte troppo lontani per comprendere le vere esigenze dei propri figli. In un mondo elettronico che spesso si dimentica o peggio ancora si sostituisce alla figura umana, questo libro illustrato è un respirare a pieni polmoni l’aria di una foresta incontaminata.

Per info e per acquistare il libro:

http://www.topipittori.it/it/catalogo/un-grande-giorno-di-niente

Oppure qui: