Kadìma – Il giunto di càrdano (Autoproduzione)

Delay introspettivi in grado di mantenere una certa costanza di fondo nel ricreare in modo obbligato e rasente al suolo un costrutto emozionale che evapora pian piano e si lascia a suoni atmosferici in grado di far parlare di sè e permettendo al lavoro che avanza di interagire con una cultura musicale proiettata nell’abisso degli anni 2000 tra riferimenti più o meno accentuati dove su tutti spunta l’aurea mistica di band come Verdena ai tempi di Solo un grande sasso o di In Requiem per una proposta ricercata e ben suonata, una proposta che la band di Foggia sa contemplare e sa vivere tra l’onirico e il disilluso, il mondo in trasformazione e il tempo causa del nostro vivere dove le spruzzate corali di elettronica sono un utile pretesto per cercare nelle parole stesse un significato profondo di vita vera e vissuta, dall’intro abrasivo fino a Radis, passando per il singolone Bacio di Giuda i nostri si destreggiano in un universo in grado di garantire concretezza e poesia grazie ad una proposta volonterosa nel ricercare una propria strada da seguire.