Julie’s Haircut – Invocation and ritual dance of my demon twin (Rocket Recordings)

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Visione obliqua di un mondo ancestrale e compenetrante con chiare espressioni di tempo che si amalgamano intensamente a ristabilire forme sonore che attingono ispirazione da generi e mescolanze in un cerchio che continua di prepotenza la propria fase motrice e assapora in modo del tutto arcano rituali e invocazioni fino all’esplodere dolce della marea  soffocante.

I Julie’s Haircut sono tornati e in questo loro settimo album si abbandonano ad esplosioni sonore capaci di racchiudere la bellezza di una musica che coglie il respiro internazionale e prosegue la sua ricerca allargando gli orizzonti e gli eventi circostanti fino a conglobare l’insieme delle astrazioni cosmiche ottenute in un sodalizio che si fa naturale proseguimento del predecessore Ashram Equinox per spunti di difficile catalogazione, ma che seguono un percorso di post rock mescolato alla psichedelia lisergica e al cantato che lascia spazio alle visioni tormentate di un mondo in declino da Zukunft fino a Koan passando per quella Gathering Light, già singolo di presentazione e i voli pindarici di Deluge e Cycles a rafforzare l’idea di continuità e totale abbandono nei confronti di un bisogno di rappresentare il mondo in cui viviamo attraverso un canto lontano frastornato dalla potenza sonora di una musica sospesa.

Pin Cushion Queen – Settings 3 (Autoproduzione)

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Siamo arrivati alla fine di un percorso caleidoscopico, di una trilogia in evoluzione, lontana anni luce dalle regole di mercato e pronta ad entrare nel mercato stesso per cambiarne regole e soprattutto punti di vista, lontano da mercificazioni e suadenti contratti, ma piuttosto vicino ad un originale percorso d’avventura musicale che prende il sopravvento grazie a forme desuete e sperimentazioni già narrate qui, su queste pagine virtuali e che ora volano verso un finale che è forse chiusura o forse spazio che si comprime, chiudendo in qualche modo il cerchio aperto e nel contempo osservando un buio sempre più presente con quegli occhi che hanno e che vedranno ancora tanto, da sfondi cinematografici a territori deserti il trio bolognese grazie a The Tunnel, l’articolata Backward Future e il finale lasciato a Wachosky si immola a dare un senso sempre maggiore alla proposta in questione, tendendo la mano all’infinito e abbandonando i pensieri a nuove scoperte future.

-FUMETTO- Martoz – Remi Tot in La forchetta vibrante (MalEdizioni)

ArrayTitolo: Remi Tot in La forchetta vibrante

Autori: Martoz

Casa Editrice: MalEdizioni

Caratteristiche: brossura, 17 x 24, 48 pag, colore

Prezzo: 13,00

ISBN: 9788897483151

Continuano le peripezie squinternate del nostro Remi Tot in un sali scendi di contrasti metafisici e colorati che dominano, in modo surreale, l’idea di spazio tempo che solo a pensarci rende vertiginosa la salita lungo percorsi di vita che vedono il nostro James Bond disegnato da Picasso stesso alle prese con un viaggio da Otranto ad Otranto per parallelismi con la psichedelia degli anni ’60 e con finali alternativi in grado di spiazzare e rendere la proposta ancora più misteriosa e in parte interpretabile rispetto al precedente volume, oltrepassando il confine con la realtà e intensificando piuttosto il rapporto pragmatico e reale con la tangibilità degli eventi e di conseguenza con gli immancabili danni che il nostro protagonista riesce inevitabilmente e soprattutto volutamente a fare.

Martoz da vita ad un’avventura che vive di vita propria, un approccio più breve e nel contempo necessario del predecessore che ci permette di entrare, sfidando le leggi della fisica, nel mondo dello stuntman a fumetti più conosciuto e popolare del momento, attraverso le consuete tavole fatte da colori fantasmagorici e attraverso una linearità meno definita e più lasciata all’improvvisazione in sodalizi cosmici e avventurieri di un uomo proiettato nel suo futuro ipotetico attraverso una narrazione istintiva e destrutturata.

Destabilizzante quanto basta, questo fumetto edito dalla sempre presente MalEdizioni, ci lascia a finali aperti e pregni di quel tratto incisivo e nervoso che oramai è sinonimo di garanzia da parte dell’autore, un fumetto di significati che lascia posto a innumerevoli domande, ma che nel contempo basta soltanto sfogliare per comprenderne la grandiosità.

Per info e per acquistare il fumetto:

https://www.maledizioni.eu/IT/pages/detail/id/3/Catalogo.html

Montauk – Vacanza/Gabbia (LABELLASCHEGGIA)

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Punk di risveglio post o pre estivo che a dir si voglia incentrato su vacanze e affini, dove la stretta morsa della gabbia routiniana attesta le difficoltà di far parte di una società di per sé malata e accentrata nei confronti di un filo occidentalismo che annienta i costumi, annienta la bellezza e nel suo senso profondo annienta le libertà in nome di un progresso a specchio, un progresso fotocopia che vede nell’omologazione un’ancora di salvezza presumibilmente certa.

Montauk è una spiaggia guarda caso, Montauk è anche la rabbia però nei confronti di questo sistema e in queste canzoni, tredici per l’esattezza, le parole si sciolgono al sole in un soft hardcore prudente mescolato ad un pizzico di cantautorato nella ricerca testuale immagazzinando pezzi che si susseguono rapidamente e legati da un filo rosso che porta l’ascoltatore ad aprire gli occhi nei confronti di ciò che fa più male.

Da Privata a La neve si passa con facilità da una situazione ad un’altra tenendo a fuoco però quella necessaria guerra quotidiana che ha per nemico un bagliore effimero di velata importanza ritrovato per l’occasione grazie ad una rivolta musicale che parte proprio dal prendere atto che alla fine tutto ciò che è tangibile dura solo un istante.

Tre – Andrea Leone e Reverbero (Manzanera)

Realtà sulfurea in pub inglesi grondanti birra e acqua a fiumi lungo i vetri delle finestre trasparenti che donano lucentezza ad anfratti bui creando pensieri di abbandono e vite caratterizzate dalla continua lotta e ritrovamento di amori immaginati e addentrandosi in punta di piedi dentro ad una fiaba trasparente e vaporosa dove il migliore Dylan incrocia le inquietudini dei REM e dove la vibrante e mossa armonia di brani si sposa a pennello con la loro lentezza, la loro atmosfera, la loro capacità di dare vita ad un racconto nel racconto, per un percorso, quello di Andrea Leone, che arriva alla terza produzione; un percorso probabilmente molto intenso, perché intense sono le inquietudini che si respirano in questa cassetta autoprodotta in soli cinquanta esemplari. Sono le forme che prendono il sopravvento, sono le speranze e la bellezza, il buio che avanza e gli istanti di luce a completare un’esigenza di ritrovamento, quasi folgorante, pura ed esistenzialista da rendere il quadro proposto una mirabolante scelta di colori da preservare nel tempo.