Cisco/Alberto Cottica/Giovanni Rubbiani – I dinosauri (Cisco Produzioni)

Esce “I dinosauri”, il nuovo CD di Cisco, Alberto Cottica e Giovanni Rubbiani: I tre ex Modena City Ramblers insieme dopo 17 anni

Trio meraviglia composto per l’occasione e formato da tre storici dei Modena City Ramblers: Cisco, Alberto Cottica e Giovanni Rubbiani, un gruppo composito in grado di registrare un disco che abbraccia il passato in maniera scarna, spogliata da tutti gli orpelli di genere, per evidenziare la canzone e dare un senso ad un cantautorato vecchio stile che esce dalla penombra e tesse melodie acustiche in grado di penetrare la pelle attraverso poesie che parlano dei nostri giorni, intrecciando costume, società e cultura della nostra Italia, il tutto in maniera dolce, quasi spontanea, un gruppo di amici che si ritrova attorno al fuoco e inizia a narrare, attraverso i ricordi, di un tempo che non c’è più, come dinosauri alle prese con le macchinazioni della nostra era, anacronistici, ma con sostanza, ripercorrendo la memoria e le esperienze di una vita, quella vita che esisteva fuori dagli schemi virtuali di oggi, una vita più reale che attraverso le parole di questo disco si fa tangibile momento di condivisione e bellezza da assaporare, da Cosa conta a Tex, un disco che travalica le mode e si sofferma su ciò che conta veramente.

Minimal Joy – Cold kiss (Autoproduzione)

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Benvenuti nel mondo dei Minimal Joy, dalla loro cupezza interiore e dagli anfratti di scena si stagliano melodie accattivanti pronte a scavare nella solitudine del nostro essere umani alle prese con i disastri che gravitano attorno a noi, una voce fuori dal coro capace di delimitare un confinare per poi superarlo, attraverso l’assenza di barriere fisiche e in bilico con la nostra identità da ricondurre al nostro io, attraverso un’attitudine dark che non vuole soltanto rimarcare una posizione, ma piuttosto utilizzare il tutto come punto di partenza per rinascere da un oblio dichiaratamente in confronto con l’esterno per un apporto sonoro davvero notevole che abbraccia gli stili e le visioni della New York anni ’90, si incastra alla perfezione con i Blonde Redhead e aggiunge quel tocco personale che rende la proposta di sicuro impatto e grande resa attraverso pezzi protesta in divenire da Cold Kiss fino all’ironica, ma non troppo Dark. Sweet. Tender Violence a segnare un cammino, a segnare un bisogno prima di tutto esistenziale, dal nero di copertina, alla luce del bianco, a dire ancora una volta al mondo che in fondo c’è sempre un po’ di speranza.

Diaframma – Siberia Reloaded 2016 (Diaframma Records/Self)

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Uomini solitari vagano camminando nella neve, luoghi inospitali dell’anima e inesplorati dove il respiro si fa affannoso e si chiude dentro a scatole senza via di fuga in abissi solitari ai benpensanti, nella ricerca sostanziosa di un dileguarsi d’ombre che permetterebbe all’essere umano di ritornare a vivere.

Quelle ombre del passato, le ombre di quel 1984 però, parlano ancora e sono ancora vive, non ci abbandoneranno mai, ecco perché questa impresa di re incisione fatta da quel genio indiscusso poeta di Fiumani una prova che ai molti sembrerà autoreferenziale e costruita, a mio avviso invece necessaria per mantenere e ricordare ciò che è stato, forse qui in veste nuova, tra arrangiamenti più puliti e aperti, meno cupi sicuramente, ma capaci di delineare quella wave trasportante che caratterizzò percorsi sonori di un tempo, musica e rabbia di uno stato delle cose, apparente bisogno di mobilità da incidere.

Ad impreziosire la proposta sei pezzi nuovi, Same, Envecelado, Niente, Non Morire, Lanterna Cieca e Taranto 1982, canzoni catapultate in un’altra epoca, seppur nella loro modernità, capaci di integrarsi al meglio con i classici di Siberia e le cosiddette Brevilinee strumentali di un Maroccolo in sperimentazione costante, attento scrutatore di un disagio che ha fatto la storia, il tutto accompagnato dai disegni in copertina di Manuele Fior.

C’è chi si reinventa andando a fare il giudice ad X-Factor e chi incurante delle mode e della fama ci sbatte in faccia la bellezza di ciò che è stato e Siberia Reloaded è un inno che sa raccontare il nostro tempo.

Stefano Ferro & Band – Il mercante di pensieri (UDU Records)

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Cantautore dell’animo umano capace di dipingere con soppesate parole una situazione in divenire che abbraccia la nostra terra, le nostre speranze e i nostri modi di dire e di vivere, attraverso una voce profonda e incisiva, da cantautore con la C maiuscola, attraverso testi che parlano di noi alle prese con le verità trasposte nell’assurdo del nostro venire gettati al mondo, per suoni acustici impreziositi dalla presenza di un comparto stilistico affidato ad una band puntuale e precisa formata da Francesco Turlon alla batteria e alla percussioni, da Angelo Nacca al basso elettrico e da Luca Maragnoli alla chitarra acustica ed elettrica, per un disco fatto d’amore e di rose pronte a sbocciare in incursioni poetiche dove l’analisi del testo fa comprendere ancora più in profondità quanto il nostro sia attaccato a grandi della musica italiana, De André e Bubola su tutti, soprattutto nel cercare conforto grazie alle parole e ad esprimere attraverso la voce, il bisogno di interpretare la vita, da Il mercante di pensieri fino alla bellissima e toccante 1915 Stefano Ferro crea una prosecuzione naturale con gli stati d’animo di ognuno di noi, rendendo famigliare ogni filo d’aria che respiriamo, rendendo unico  quel vento del raccontarsi che accomuna ognuno di noi.