Teo Manzo – Le Piromani (Libellula/Audioglobe)

Disco stralunato o veritiero quello di Teo Manzo, milanese, che nel suo album d’esordio affronta un concept alquanto connesso con la vita reale rappresentando in musica una Legge di Murphy dichiarata e capace di entrarti in profondità sancendo e dando senso tangibile al motto che tutto ciò che può accadere accadrà.

Noi viviamo in un secolo racchiuso da legami e fissazioni, dove l’imporre certi paradigmi che non amiamo e che non voliamo ci portano a compiere azioni e a vivere come formiche in preda ad un delirio esistenziale che non esiste, un delirio di massa e anche di messa che ci costringe ad essere uguali e omologati al pensiero dominante, dimenticando la nostra capacità cognitiva di far fronte a esigenze, seppur nella loro difficoltà, del tutto normali.

Un disco cantautorale che si domanda se la convinzione che la luna stia per cadere può essere reale o frutto di un qualcosa di imposto a cui il popolo è chiamato a obbedire, una storia d’amore che si consuma senza respirare, quasi in mancanza di ossigeno e solo gli occhi, quegli occhi possono ricordare di che cosa siamo fatti, anche se un’allucinazione, un bruciare davanti ad un corpo privo di vita, non è sempre garanzia che ciò che stiamo vivendo sia reale o immaginato, un vivere quindi di un’illusione vitale per un amore che non esiste più.

Disco conturbante e visionario, prova eccelsa come prima prova, ricca di contenuti e sostanza in cerca di nuove galassie da poter esplorare.

 

 

Joseph Martone and the travelling souls – Glowing in the dark (Autoproduzione)

Paesaggi di un tempo lontano calati nel buio e accerchiati da alberi solitari, immensi, inquietanti; case diroccate che si stagliano al far della sera e piccoli fili d’erba sottili si scuotono al rumore del vento, toccando l’aria, toccando i piedi che si muovono senza trovare la giusta direzione.

E poi una luce che trasporta e convince, una luce che fa da veicolo al nostro pensiero e quasi quasi lo trasforma in ciò che ancora non possiamo comprendere, attraverso l’universo: una ricerca costante della luce dove luce non c’è, una carezza e poi la fuga, il partire, l’esigenza di scoprire e riscoprirsi, iniziando da note di chitarra acustica che abbracciano il folk solitario e arrangiandolo  per l’occasione con le persone presenti fin dagli esordi come Tom Aiezza alle chitarre e banjo già collaboratore di Dylan e Young, in un vortice emozionale e ben studiato che fa risaltare la polvere delle strade e il substrato culturale a cui siamo abituati per produzioni di questo livello.

Un disco , un ep di cinque pezzi, affidati all’apertura del singolo che convince Across The universe, per cercare quella pace lontana, quella luce da incanalare che aiuta a non cadere, aiuta a restare.

Gianluca De Rubertis – L’universo elegante (MarteLabel)

Entrare in questo universo elegante è fare un tuffo nel passato quando i cantautori riuscivano ad entrarti dentro come non mai esprimendo una costante ricerca di immagini che riguardano il presente, i nostri vissuti, le nostre aspirazioni e quella tiepida figura, quel tiepido bisogno di casa che portiamo dentro.

Gianluca De Rubertis è abile in tutto questo perché riesce con qualsivoglia disinvoltura a intascare una prova dal sapore d’altri tempi contornati però da tanta classe ed eleganza, cesellando con maestria le parti inutili scomponendole  e ricreandole a proprio piacimento in un continuo dar voce ai ricordi e alle speranze per un domani.

Una voce maschile che tocca le corde di un universo femminile, delicato e introspettivo che nel suo lasciare da parte le fantasie pop porno, anche se solo per un istante, regala tanta sostanza, dimostrandosi un cantautore dallo spiccato senso verista e qualsivoglia capace di creare un universo fatto di metafore, di amori andati a male e di un pop sopraffino che potrebbe essere la musica di un domani migliore.

A duettare in un paio di pezzi appaiono le voci, entrambe conturbanti, ma efficaci, di Amanda Lear e di Mauro Ermanno Giovanardi, rispettivamente in Mai più e Magnifica notte, lasciando il posto poi alla riuscita, di Fantiana memoria, Chiedi alla polvere fino a concludere il viaggio con Quello che resta.

Disco egregio che sa di storia, inutili altre parole, i testi di Gianluca sanno raccontare tutto ciò che gli occhi non riescono a vedere.