I traditori – Novità (Soundido Productions)

Scanzonati sti traditori alla faccia del buongusto e dell’immediatezza, sospirata cullata e rappresa, simbolo di un’estate che ride in faccia alla vita, che si fa un baffo del bon ton per creare melodie serrate, costruite e snocciolate con facilità continua, elargita e simil stereotipata, quasi naif.

La novità porta novità, io direi anche che porta genuinità, non tanto nel cibo italico decantato, ma sovrastando con chitarre dirette parole che si fanno a rotolo un libro aperto, pronto per essere studiato e ricondotto al principio della semplicità.

Un pop efficace quindi, senza chiedersi troppo, i traditori lo fanno bene, lo fanno senza strafare, lo fanno un po’punk e un po’ elettro con tastierine anni ’80 e bellezza che risplende nella luce di un buio lontano.

6 canzoni in bilico tra full ed ep, musica per questa estate, sulla spiaggia, lontano dalle gente meno importante, lontano dall’Italia, in un Paese straniero, dove si parla un’altra lingua, dove almeno qualcosa è diverso e tu non la capisci o fai finta di non capire, ti lasci trasportare da queste piccole perle coltivate e del resto, appunto, non te ne può fregar di meno.

Gianluca Secco – Immobile (BProduzioni)

Una voce in primo piano che si divincola, scalda, si prende cura, ti fa compiere vorticose planate nel cielo fino a rendere la timbrica malleabile per future aspirazioni, coinvolgendo, rischiando, vivendo.

Un viaggio dentro la voce, arti immobili, che non lasciano scampo, lasciano trapelare da quella follia esistenziale un concentrato di sostanze che guardano ad una città in decomposizione, distrutta e poi una luce ammaliante che colpisce e ci rende partecipi del dopo catastrofe, del rinnovamento, del ritorno il tutto amalgamato da sovraincisioni passeggere.

Un disco dal sapore teatrale che si racconta, una spiegazione continua di note e testi che non lasciano nulla al caso, ma si fanno portatori di valori dimenticati; un Lato A e un Lato B specchio repentino del cambiamento che ci riporta ad un vinile d’altri tempi, alla suggestione, al contatto dei corpi, alla parte lesa che ritorna ad essere nuova vita.

Titoli assai diretti Grido, Fame, Voce, Vertigine, Lento, Sapone; la calma, la quiete contrapposta all’errare nudi in un triste cammino, carichi di rabbia, ma carichi anche di speranza, laggiù oltre l’orizzonte.

Silenzio & Sexy – Gentile Sempre (BProduzioni)

Una ventata di freschezza nelle produzioni italiche che certo non guasta per capacità espressiva, buon gusto e finalità ottenute innescando una formula semplice e poco usata dai musicisti, un gruppo che va diritto al succo del discorso senza strafare, senza comporre arrangiamenti memorabili, ma riflettendo un’esigenza di lasciare i pezzi sorretti da un’impalcatura a tratti scarna che regge comunque una qualità di fondo da far invidia a gran parte delle uscite discografiche odierne.

Il packaging è alquanto strano e la grafica non rispecchia molto l’immagine che mi sono fatto del disco, ma questo poco importa per IndiePerCui, in quanto mi trovo difronte ad un concentrato di canzoni ben riuscite che non sfigurano, anzi, si concedono il lusso di andare oltre la poesia, in un immaginario che ci coinvolge e ci racconta le piccole difficoltà di ogni giorno, con una velata ironia; improbabile capacità, che con il trio in questione riesce ad esplodere e a colorare le grigie giornate quotidiane.

Un disco di indie pop prettamente acustico con sferzate di elettrica energia che innesca dentro all’ascoltatore un bisogno da colmare; canzoni come Panico, Signor Pianeta, Psicopatico, passando per Suora Zen e Ad esempio sono il risultato di una scelta multiforme e variegata che mescola in modo egregio il cantautorato agli ukuleli, le macchine da scrivere ai mixer del passato dando tono e carattere a una composizione che di per sé risulta alquanto gradevole.

Menzione speciale ai capolavori sonori  Trasparente e Autobus 37, quest’ultima scritta alle 7 del mattino in onore di Agide Melloni che guidò l’autobus durante la strage di Bologna per 15 ore di fila nel tragitto stazione/ospedale per portare in salvo i feriti.

Un disco dal notevole impatto, canzoni che ti entrano e non ti lasciano andare via, si annidano sotto la pelle e ti entrano nel sangue, fanno parte di te e tu di loro: una giostra dai colori vintage che non smette di girare.