I Nemici – Canzoni sbagliate (Autoproduzione)

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Canzoni pop gridate e sussurrate che si fanno incursione sonora, racconti di vita vissuta che si stagliano tra alti e bassi chitarristici accompagnati da fisarmoniche lucenti e pronte per iniziare la festa.

Parliamo di un duo I Nemici, piccola band di Torino, nata dalle balere improvvisate nelle feste di amici e non, per deliziare il pubblico con pezzi stile primo Jannacci che narrano di indipendenza e bisogno di libertà, incappando però nell’inesorabilità della vita che non sempre sa essere gentile, ma come natura madre e matrigna ci lascia sognare ad occhi aperti per poi sbatterci addosso la vera realtà.

Sono 15 canzoni, tante direte Voi, essenziali però per ricondurre il tutto ad un filo conduttore intenso e compiuto, quasi fosse un concert house di poco più di un’ora dove distendersi e lasciare la mente altrove per trovare nella convivialità un rapporto sincero e reciproco.

Un disco intenso quindi, ma soprattutto ironico, che incrocia Gaber a Gaetano in un vortice di cantautorato sghembo, ma ben riuscito.

Ottima prova quindi, che allieterà di certo qualsiasi tipo di palato, dal festaiolo al sopraffino, in una accurata di ricerca che non si esemplifica nella forma, ma va diretta alla sostanza.

Numa – Il Periodo (Audioglobe)

Un tuffo all’inferno possiamo definire questo disco, un singolo apripista che non potrebbe essere più azzeccato di così, tra fuochi che divampano e contaminazioni sonore che sono incrociatori tra l’hard rock più viscerale e un certo metal incalzante che possiamo definire classico senza mezze misure.

Il rocker fiorentino, incontrato nella versione italiana del Rocky horror picture show, si lascia andare a lamenti che sono in cerca di consolazione, a cullarsi negli anfratti più nascosti dentro di noi alla ricerca di quel qualcosa di sperato, di vivo, di immaginifico ed eloquente, che parli una lingua nuova, universale.

E’ molto interessante e sicuramente coraggioso sentire questo puzzle emotivo in salsa hard rock cantato in italiano, solitamente questo genere di musica è accompagnato da acuti che sovrastano un cantato in inglese, il nostro, invece, sceglie una propria via, un proprio cammino, un totale lascia passare per l’inferno.

Ecco allora che si snocciolano trame sonore del tutto originali o che almeno in parte cercano di creare un tutt’uno con un concetto, con una digressione sonora che va ben oltre il sentito, si ascolti semplicemente la traccia finale Illusion Prog. per capire dove sta la capacità del nostro nel contaminare vari stili in una ricerca continua.

Un disco ben suonato e calibrato, sospeso e inquieto, carico di quella luce oscura che di certo non farà Primavera, ma ci farà uscire in modo naturale da questo Inverno.

Nrec: Spaghettironica EP (Bananophono Records/Tuna Records)

Spasmi, contrazioni muscolari e ambient declamato fin dalle prime note che si contorce però contro l’albero della nostra coscienza, inerpicarsi elettronico di campionamenti prodotti egregiamente che si discostano da qualsivoglia schema mediatico e nel ripetersi ossessivo si fa forma e sostanza per l’attesa che va ben oltre il sperato.

Enrico Tiberi in arte Nrec è un asso in tutto questo, è un manipolatore di suoni continuo che coadiuvato da Daniele Strappato alla voce si lascia andare al vortice della follia musicale campionando suoni e inventandone altri in un’era in cui il già sentito risulta la prassi quotidiana.

Il nostro Nrec va ben oltre a tutto questo, si consuma creando incroci sonori tra Aphex Twin, Apparat e i Lali Puna intensificando costrutti che in sole quattro tracce ci permettono di regalare un quadro generale ben definito e sudato, mai banale e sicuramente di forte impatto.

Un disco per un lounge che va ben oltre l’idea di aperitivo, un’elettronica alternativa di classe che salpa verso altri lidi o almeno si spera.