Moonerkey – 2014 (Lapidarie Incisioni/Terre Sommerse)

Il bel canto e la tradizione cantautorale che si sposano e vanno a braccetto con la capacità rockeggiante di regalare emozioni suadenti e conturbanti, incanalate in un turbine di pensieri che si fanno racconti di vita e di generazioni che devono ancora arrivare tra un alternative non delirato, ma sapientemente usato per far da sfondo ad un quadro di pensieri, vissuti e sapori del tempo.

Moonerkey gioca con i suoi lavori e si diverte incasellando il tutto in un buon indie rock di matrice fine ’90 post 2000 dove alle esperienze di vita, alle volte ingenerose, si alternano vere e proprie storie che potrebbero essere quelle di ognuno di noi.

Ecco perchè è difficile scrivere e cantare in italiano, perchè fondamentalmente, per tradizione, il comunicare qualcosa è sempre stato alla base del nostro background musicale e unire parole ai suoni soprattutto con una lingua come la nostra non è sempre facile.

Il nostro però ci riesce egregiamente, trasfromando la voce in un veicolo di speranze e attenzioni per il futuro.

Si parte con l’intro acustica che d’impatto si apre Luce e Particolare, per alternarsi in chiaro scuri Caravaggeschi che ti portano all’inesorabile finale Chissà se vedi adesso.

Un chiaro intento quindi, vedere dove non c’è luce, respirare la stessa aria nell’oscurità e trasmettere emozioni che di certo non finiscono con l’ultima traccia, ma che continuano nel vivere quotidiano.