AIM – Finalmente a casa (Autoproduzione)

Disco registrato in presa diretta, puro e cristallino che non intacca la genuinità e la veridicità della proposta condensata in 9 tracce e una durata che supera di poco i trenta minuti per un full length appassionato e soprattutto convincente.

Convince il totale cantato in italiano, testi taglienti, esistenziali e attuali che non scadono in banalità, ma attraggono, respingendo una realtà fatta di sciocchezze e inutilità.

I nostri alla quarta prova da studio, più due ep e oltre 300 concerti in Italia ed Europa, si rendono ancora più accattivanti con una proposta che strizza l’occhio a FASK e i primi Verdena, mescolando le carte di un post grunge con sonorità di ampio respiro in un turbinio di emozioni positive.

Il ritorno a casa è segnato dalla necessità di porsi, di farsi delle domande e forse anche nel rendersi conto che qualcosa è cambiato, nulla è come prima e la sostanza che prima ti apparteneva ora risulta essere motivo per ulteriori cambiamenti, per essere migliori e concentrati in un’idea di relazione che va ben oltre il comune pensare, in un’ottica di talentuosa rinascita e possibile vittoria.

Marco Fiorello ce lo dice, ci dice che la casa è Un posto buono da restarci dentro e ancora in Voglio il mio tempo: Noi grideremo sempre più in alto, non ce ne andremo, a sancire un pensiero indelebile in Dove è ancora più profondo: Vieniti a sdraiare, questo appartamento ha una sua magia.

Un disco per porte chiuse, sogni da vincere e fatiche da superare, alla costante ricerca di un suono che sempre più si fa vero, di quella veridicità che solo il tempo sa maturare.

Odiens – Prima incisione (Beta Produzioni)

Innamorati del sole e del vento che ti scuote i capelli mentre sei ammaliato da una cabrio targata ’60 che ti scuote a dismisura in un film in bianco e nero dove le balere estive facevano da contorno all’Italia della rinascita.

Prima incisione il disco degli Odiens è un concentrato di suoni miracolosamente tendenti a sonorità genitoriali che imprimono una gradevolezza esterofila al beat dei primi Beatles e si accostano facilmente a perle sonore suonate direttamente da Corvi e soci.

Un disco fresco, genuino, suonato e riportato con strumenti vintage dal grande carattere, dove i nostri scomposti e ricomposti per l’occasione non si limitano solamente a ricreare un mondo, ma lo fanno con un piglio assai indie, assai underground, ricco di quei suoni che riempivano i locali pieni di fumo dove l’ora per tornare a casa non arrivava mai.

Non soltanto quindi una musica ballabile, ma anche musica impegnata dove il valore aggiunto nei testi e nella voce incisiva e tagliente di Flavio De Cinti, si amalgama ad un songwriting che non lascia nulla per scontato.

Si analizzano testi sghembi e ironici, battute proverbiali e attimi di follia adolescenziale, su tutti Voyeurismo, L’educazione sentimentale e la bellezza al pianoforte di Carta da Parati.

Il miglior disco 2015 ascoltato fino ad ora; mi auguro di non sbagliarmi, se dico che questi ragazzi lasceranno un segno, disegnando un ponte tra passato e presente, nella musica italiana.