John Mario – Per fare spazio (Cabezon Records/Audioglobe)

Grande passione per i suoni anni ’90 in questa nuova prova di John Mario, musicista veronese, ai natali Mario Vallenari, già indiscusso e carismatico esempio di personalità musicale a tutto tondo, artista poliedrico che spazia dal cantautorato italiano alle incursioni blues folk del progetto parallelo Dead Man Watching fino alla compiutezza nella gestione di una piccola etichetta la quale ha dato alle stampe i dischi di Veronica Marchi e The Softone, passando per Nicola Battisti e Facciascura citandone solo alcuni.

Per fare spazio nasce dall’esigenza di trovare un proprio posto nel mondo e di riscoprire la bellezza nella quotidianità, un viaggio introspettivo che accarezza le corde dell’animo fino a concentrarsi su ciò che occorre veramente fare e su ciò che effettivamente occorre tenere per essere ancora esseri pensanti e indipendenti.

Un disco dall’impostazione indie rock che regala piccoli sprazzi di sperimentazione sonora targata ’90 incrociando chitarre smithesiane e inglobando orizzonti sonori con drum machine sincopate, battenti e un’elettronica accennata a impreziosire gli undici brani del disco.

In un attimo in Dalla tua Ford si incrociano gli Smashing Pumpkins di 1979,  passando per Counting Crows e abbracciando, nella maggior parte dei pezzi presenti, un cantautorato puro, cristallino che ammicca al naif, sincero e organizzato a tratti scomposto, ma sempre al centro del tutto in una prova che conquista e che convince per fruibilità immediata.

Un album quindi, forse un concept album, dal sapore agro dolce, che accosta ballate sonore ad altrettante trovate musicali che stupiscono e confermano la capacità di questo ragazzo di dare vita ad ogni parola pronunciata.

Felpa – Paura (Sussidiaria / Audioglobe)

Essere così lontani, su di un pianeta deserto e ascoltare il silenzio che ti inonda e ti include in qualcosa che non riesci a spiegarti, a cui non riesci dare un significato palese, ma ti può far ricordare quanto maestosa può apparire attorno a te la galassia, oscura, perduta, fioca di luce e priva di sorrisi.

Paura segue Abbandono, e Paura è anche il nome del nuovo disco di Felpa, Daniele Carretti, degli Offlaga Disco Pax e Magpie, che si cimenta in una prova discostante, lisergica ed eterea in cui il cantato si sovrappone segnando linee melodiche in testi che parlano della paura di affrontare il mondo, quasi fosse un tuffo da un trampolino esistenziale, dove i ricordi si fanno vivi, veri; apparente certezza di un mondo che forse non ti appartiene più.

Daniele parte in sordina con la strumentale cavalcata Buio, che via via si apre per dare spazio al cantato sonoro di Inverno e scorrendo traccia dopo traccia fino a contemplare la luce.

Discesa e salita verso il soprannaturale che non è mai stato così naturale come ora, tra incursioni islandesi di post rock fino a comprimersi elegantemente in frame di fotografie da applicare nell’album della vita.

Ecco allora che dentro al packaging appare un frame, vuoto, una foto scattata o che ha bisogno di essere scattata, come fosse un ricordo a cui dare un nome, come fosse musica da ammirare in rigoroso silenzio.