Contessa & The squires – Contessa & The Squires (Autoproduzione)

untitled

Puro e semplice rock and roll di derivazione psychobilly a dir si voglia, ma pur sempre di rock and roll si tratta.

I Contessa & The squires incanalano canzoni senza tempo per rendere il tutto ovattato e incastonato in un mix di sudore e balli energizzanti che colpiscono allo stomaco senza chiedersi tanti perché.

Un ep diretto suonato e risuonato, ascoltato e riascoltato che prende dallo spunto live un gran cavallo di battaglia che ricalca le orme del già sentito per impreziosire il tutto con note di personalità che ricordano per certi versi i The meteors affiancati alla spensieratezza di Miss Chain & Broken Heels passando per tutta l’ondata horrorifica newyorkese di fine anni ’80.

5 canzoni, ricche di citazioni cinematografiche e suoni ricercati, un bagliore prima della tempesta.

Un gruppo energicamente maturo e volteggiante che varrebbe la pena ascoltare dal vivo, per far si che le onde di vitalità si trasmettano da spettatore ad artista, in un’unica e continua corrente musicale.

The Crocs – Music is a gamebook (VREC)

Questo disco, che ho tra le mani, trasuda di internazionalità sospirata tra le onde del mare, un po’oceanica e un po’legata alla manica, quello stretto passaggio in cui note si insinuano increspando parole di innegabile candore emozionale che scuote e ripercuote lasciando facili poesie alle prese con il passare del tempo che scorre.

Un genere fresco e frizzantino questo dei The Crocs, band milanese, che nel loro nuovo album si conce di trasformare l’inerte in qualcosa di pulsante, dando vita alla macchina arrugginita dello spettacolo; apoteosi granitica in chitarre onnipresenti, costanti e lisergiche.

In questo disco si sente parlare molto il linguaggio moderno, l’orecchiabilità delle canzoni è quasi stupore che si intensifica traccia dopo traccia nelle parvenze mistiche di Linkin Park e The Rasmus, raccogliendo l’eredità degli Stereophinics  e ammiccando con semplicità ed efficacia  al raccogliere consensi tra la folla.

Una musica suonata, studiata ed equilibrata, mai banale, che si concentra sull’essere e non sull’apparire, dando senso alla completa forma.