Vandemars – Secret of gravitiy (Ultraviolet Blossom, Cave Canem D.I.Y. Records)

Profonde lance in divenire che affondano le punte in carni deboli e ricche di trasparenze quanto fantasmi di una terra lontana che si risvegliano per dare vita a una manciata di pensieri cupi e oscuri raccolti in prati neri di fiori leggiadri leggeri.

“Vandemars” è tutto questo, un racconto segreto, lasciato in una bottiglia di vetro a origine del tutto, dove l’amarezza viene rigettata verso forme nuove di contemplazione, grazie alla presenza di tre musicisti che sanno esaltare una voce che si identifica facilmente con la canadese “Morisette”, ma che guarda con un occhio anche alla musica dei “The Gathering”.

14 tracce che si dipanano tra forme sonore in grado di creare un circolo di poesia per l’ascoltatore costretto ad immedesimarsi in un mondo generato per l’occasione e cucito su misura come un abito per un bel giorno di cambiamento.

Sonorità esistenziali in testi che vorrebbero esplodere e lo fanno nell’utilizzo di “parole colorate” che si incanalano trasportate dal vento.

Una prova che dimostra grande grazia e forte capacità estetica, imprigionata da una buona dose di autodeterminazione che a mio avviso è dimostrata già nelle prime tracce del disco.

Un album pieno di tutto ciò di cui uno ha bisogno, un album che non scompare come fantasma, ma muta verso un posto migliore dove vivere.