Davide Solfrini – Muda (New Model Label)

Davide Solfrini da il via ad un rivoluzione nel cantautorato che si esprime criticando una società piena di vincoli e catene, senza parole per comunicare e dove l’uomo, oggetto di sperimentazioni industriali, è succube del profitto quale sola arma per raggiungere uno scopo e dove il capitale umano è sempre più denaro che persona.

Una commistione di genere in “Muda” che fin dalle prime canzoni si identifica in modo approssimativo ad una identità sperimentale e seduta a riflettere verso il sole che può ancora arrivare.

Come in una rotazione di pianeti, un vortice di trame sospese, il nostro amalgama una voce radiofonica ad improvvisazioni elettroniche dove il nulla è lasciato al caso e dove le speranze si fanno meta concreta ed espressioni di possibile cambiamento.

Bellissima “Muda” come la silenziosa “Marta al telefono” o la critica “Ti piace quello che mangi?” passando per la corale opalescenza di “Cristallo” per finire con un live etereo della title track.

Un disco pieno di impressioni esistenziali, dove si sprigiona poco a poco quell’animo anarchico che è insito in ognuno di noi e che qui si fa musica veicolando, con poche risorse, molti risultati.

Un cantautore con esperienza e si sente, in grado di trasformare un triste vivere in speranza continua.

A Violet Pine – Girl (Seahorse Recording)

Alchimia pura ricondotta al fascino post rock e trip hop, essenziale quanto basta per ingannare l’ascoltatore e uscendo da stereotipi che ad un primo ascolto li potrebbero paragonare a Thom Yorke e co. e ad Air su tutti.

Ricchi di melodie ultraterrene invece i Violet Pine, a dispetto di una copertina provocatoria, si lasciano andare alle morbidezze dell’elettronica, un’elettronica qui che si fa preponderante su tutte le scelte stilistiche a parte qualche traccia, più intimista e condizionata da suoni più acustici.

Un disco ricco di vibrazioni e soprattutto d’atmosfera che regala un incedere sincopato che corteggia e racchiude dei piccoli diamanti quasi colpevoli di possedere una bellezza sfavillante.

Ascoltate l’iniziale Pathetic tanto per credere o la scintilla sonora in Even if it rains, passando per le sospensioni sonore di Family o di 25 mg of happiness.

Arrivano poi le suadenti ballate Sam e Fragile a sancire una fine sincera e costruita, quasi irreale, con Pop song for nice people.

Dentro al mare si rialzano corpi pronti a ripartire dopo lunghi affanni, quasi un’esperienza onirica che Nolan vorrebbe raccontare, al momento ci accontentiamo di musica per le nostre orecchie che si fa viva più che mai nel trascorrere del tempo.