AlmaIrata – Errore di sistema (Autoproduzione)

Gli AlmaIrata sono una di quelle band che fanno del reale una filosofia di vita, parole che lacerano ciò che svanisce nelle nostre mani, una poesia che parte dalle vicissitudini della vita quotidiana pronta ad entrare nell’ordinario come essere indipendente e caratterizzato da un suono a tratti sporco a tratti curato nelle melodie e nei controcanti.

Le radici del loro rock le possiamo scovare nel primo Capovilla e “compagnia orrorifica”, toccando Litfiba e arie internazionali con Turbonegro e Alice in Chains.

Il quartetto è formato da Alessandro Sander Ricci alla voce e chitarra, Mauro SuperSexy Silvi alla chitarra, Luigi Lobo Croce al basso e Santino SuperSantos Ricci alla batteria.

Un suono granitico che non disdegna la melodia e qui sta il loro punto di forza: l’essere incisivi nonostante il rumore di strumenti devastanti, l’essere indie toccando la realtà di tutti.

Si parte con la bomba al fulmicotone di “Giù nel freddo” : “ trema la casa, crolla il mio mondo”, ciò che si costruisce viene distrutto come in “Male nostrano” dove la nostra Italia crolla nell’indifferenza: “unico nostro male nostrano l’attendere, tipicamente italiano”.

“Nel tuo nome” si caratterizza per un suono alquanto stoner rock e lascia lo spazio a “Quello che volevo”: “quello che volevo era solo un sogno per restare qui per dimenticare” con la stupenda voce di “Biancanever”.

Rabbia invece nella successiva “Odio” e nel finale la dolce “Oppio”: “oppio che usura, oppio che uccide, oppio divora”.

Un album sicuramente importante per i contenuti quello di AlmaIrata che grazie a un “Errore di sistema” hanno regalato un mondo ricco di immagini crude e di vita quotidiana; caratteristica da ammirare anche per la tenacia nel far valere un pensiero lontano dalle istituzioni e dalle omologazioni.